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Allarme di Acli Terra, così l’emergenza siccità e il caro gasolio affondano il Mezzogiorno

Per il funzionamento dei pozzi e per la distribuzione dell'acqua, gli agricoltori stanno utilizzando quantitativi superiori di carburanti, incidendo drammaticamente su un bilancio già in rosso

Siccità e caro carburanti impoveriscono l’Italia. La crisi russo-ucraina e la drammatica carenza di acqua falcidiano l’agricoltura. Un’azienda su dieci rischia la chiusura. Il problema del caro gasolio in agricoltura aumenta esponenzialmente. Per il funzionamento dei pozzi e per la distribuzione dell’acqua, gli agricoltori stanno utilizzando quantitativi superiori di carburanti. Incidendo drammaticamente su un bilancio già difficile, minato da tale voce di costo. Sos dell’associazione nazionale professionale agricola Acli Terra. siccità

Sos siccità

In Puglia vi è anche la questione Xylella ad aggravare la situazione. A causa dele procedure di contrasto che prevedono maggiori arature dei campi. Tommaso Loiodice è il presidente di Unapol. L’Unione nazionale associazioni produttori olivicoli sostiene. E sostiene “la necessità conclamata di urgenti misure economiche“. Per gli olivicoltori già “duramente provati”. E si tratta di un “settore trainante per il Mezzogiorno“. All’incontro in Irpinia con gli olivicoltori è intervenuto Nicola Tavoletta. Secondo il presidente nazionale Acli Terra “non possiamo indugiare sul caro carburanti. Considerando tale fenomeno speculativo. Giuste le misure del governo. Ma è la realtà a reclamare di più”. Inoltre, aggiunge Tavoletta, “ci stiamo rivolgendo ai nostri parlamentari europei. Chiedendo di aprire nelle istituzioni comunitarie il confronto sul tetto dei costi per i produttori“.siccità

Emergenza

La siccità ha distrutto un terzo dei raccolti di orzo, frumento e riso. Ed è andato perso il 70% di frutta e verdura. Produzioni agricole in calo ovunque, sos cibo. Danni record per le coltivazioni e gli allevamenti. Manca l’acqua per i campi e un’azienda su dieci rischia la chiusura. Agricoltura e allevamento mai così in crisi. Il caldo torrido sta “bruciando” la frutta e verdura nei campi. Con ustioni che provocano perdite. In alcune zone superiori al 70% del raccolto. Dai peperoni ai meloni. Dalle angurie alle albicocche. Dai pomodori alle melanzane che non riescono neppure a crescere. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti. L’ondata di alte temperature investe l’Italia da nord a sud. Con conseguenze sulle persone ma anche sulle coltivazioni in sofferenza per la grave siccità. In questa situazione drammatica, sottolinea la Coldiretti, più di un’ impresa agricola su 10 (11%) è in una situazione critica. Al punto da portare alla cessazione dell’attività. E un terzo del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo. Per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo le elaborazioni del Crea.

La morsa del caldo

La morsa del caldo sta facendo danni a macchia di leopardo lungo la penisola. Con gli agricoltori che cercano di correre ai ripari ombreggiando i prodotti. Anche attraverso erba e foglie come barriere naturali. Le scottature da caldo danneggiano in maniera irreversibile frutta e verdura. Fino a renderle invendibili. Si cerca di anticipare il raccolto quando possibile. O si provvede al diradamento dei frutti sugli alberi. Eliminando quelli non in grado di sopravvivere. Per cercare di salvare almeno parte della produzione. Senza acqua per campi, dunque, è allarme cibo. Calate di un terzo le produzioni di orzo, frumento e riso. Una situazione che aggrava l’impatto devastante della siccità e del caldo sulle produzioni nazionali. Con danni che, secondo Coldiretti, superano ormai 3 miliardi di euro. I boschi bruciano per gli incendi in tutta Europa. E in Italia nelle campagne si registrano cali del 45% per il mais. E per i foraggi che servono all’alimentazione degli animali. Del 20% per il latte nelle stalle. Del 30% per il frumento duro per la pasta di oltre un quinto della produzione di frumento tenero. Del 30% del riso. Con un calo del 15% della frutta ustionata da temperature di 40 gradi. Meno 20% cozze e vongole uccise dalla mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po. Dove si allargano le zone di “acqua morta”. Assalti di insetti e cavallette. Con decine di migliaia di ettari devastati.siccità

Senza acqua per i campi

Sui campi, continua la Coldiretti, pesano anche rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari. E così si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi. Al +129% per il gasolio. A cui si aggiungono rincari di oltre il 30% per il vetro. Del 15% per il tetrapack. Del 35% per le etichette. Del 45% per il cartone. Del 60% per i barattoli di banda stagnata. Fino ad arrivare al 70% per la plastica. “Senza acqua nei campi è impossibile portare a termine i raccolti. E garantire la produzione di cibo“, avverte la Coldiretti di Pavia. Stop alle erogazioni per l’agricoltura dai laghi lombardi. “Riconosciamo l’impegno di Regione Lombardia. Occorre gestire una situazione estremamente difficile e complessa su più fronti – dichiara il presidente Stefano Greppi-. Ma ora serve un ulteriore sforzo. Facciamo appello a tutte le istituzioni interessate. Affinché si possa trovare una soluzione. Per evitare la perdita di quanto finora gli agricoltori sono riusciti a salvare. Nonostante la grave crisi idrica in atto. E per scongiurare in questo modo ulteriori perdite nei raccolti“.

Crollo delle rese

Nelle campagne, secondo la Coldiretti, si stimano cali di circa un terzo per le produzioni di orzo, frumento e riso. Mentre le perdite per i foraggi si avvicinano ormai al 50%. Così come il calo stimato per le rese nei raccolti di mais. Nelle stalle le mucche stanno producendo fino al 20% in meno di latte. “Uno scenario allarmante – conclude Coldiretti -. Soprattutto se si tiene conto che in Lombardia si produce oltre il 40% del riso ‘made in Italy’. Il 45% del latte. E il 34% di tutto il mais nazionale. Ma si allevano anche la metà dei maiali italiani”.

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