Sfide e baluardi etici dell’imprenditoria cristiana

I cambiamenti del tessuto imprenditoriale italiano, le novità portate dalle nuove tecnologie e i loro risvolti etici spiegati a Interris.it dal dott. Benedetto Delle Site, presidente nazionale dei giovani dell’Ucid, l’Unione cristiana imprenditori dirigenti

BENEDETTO DELLE SITE PRESIDENTE NAZIONALE MOVIMENTO GIOVANI UCID. Credit: SARA MINELLI

Il mondo dell’impresa, in questo periodo storico, è lambito da numerose e impegnative sfide. Le crisi geopolitiche internazionali generano un riverbero anche nell’economia mentre, l’avvento delle nuove tecnologie e la difficoltà nel trovare personale qualificato, hanno cambiato la quotidianità di molte aziende. Questi aspetti, incidono fortemente nelle dinamiche lavorative e, gli imprenditori, devono trovare ogni giorno le soluzioni più adeguate al fine di contemperare le esigenze legate alla produttività e il diritto al lavoro dei propri dipendenti.

I giovani imprenditori

Le sfide e le problematiche appena descritte valgono anche e soprattutto per le giovani generazioni che stanno per affacciarsi al mondo dell’impresa. In particolare, secondo le ultime rilevazioni, in Italia, le realtà aziendali fondate e gestite da giovani imprenditori, si attestano attorno ad oltre 700 mila unità. Interris.it, in merito alla situazione attuale dei giovani imprenditori cristiani e ai risvolti etici del fare impresa, ha intervistato il dott. Benedetto Delle Site, imprenditore nel campo dei servizi finanziari e presidente nazionale dei giovani dell’Ucid, l’Unione cristiana imprenditori dirigenti la quale, dal 1947, riunisce imprenditori e manager cattolici.

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L’intervista

Dott. Delle Site, qual è il ruolo dei giovani dell’Ucid nella diffusione dei valori cristiani nel mondo dell’impresa?

“Il nostro impegno parte dalla formazione delle nuove generazioni. Ci rivolgiamo ai giovani imprenditori, ma anche al mondo degli studenti, quindi a economisti, giuristi, ingegneri i quali, molto probabilmente, saranno gli imprenditori del futuro. Svolgiamo questo percorso che, al suo interno, combina una formazione spirituale solida, attraverso i sacerdoti che ci seguono perché, in quanto associazione privata di fedeli, siamo accompagnati da degli assistenti spirituali, ma anche attraverso una solida preparazione concernente la Dottrina Sociale della Chiesa. Quest’ultima è una bussola che consente al cristiano di continuare ad esserlo anche nel mondo del lavoro, nella gestione di impresa e nel quotidiano.

Il “mismatch” è un tema molto sentito nel mondo del lavoro. Come stanno operando i giovani dell’Ucid su questo versante?

“Operiamo con dei progetti di impatto sociale e, ad esempio, in qualità di giovani imprenditori, siamo molto attivi sul tema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro che, ad oggi, è un tema cruciale perché, le giovani generazioni, da un lato, cercano lavoro e non lo trovano e dall’altro, le aziende, sono alla ricerca di profili che non identificano nel mondo del lavoro. Noi cerchiamo di unire domanda e offerta e, attraverso una specifica formazione professionale, andare a prendere i giovani in ricerca di un impiego, portarli nelle aziende che cercano determinati profili e formandoli all’interno delle stesse. Abbiamo riscontrato che, con l’utilizzo di questo metodo, i giovani vengono assunti e fidelizzati nelle realtà aziendali”.

Una delle nuove sfide del mondo dell’impresa è costituita dall’Intelligenza Artificiale. Qual è il ruolo degli imprenditori sul versante etico al fine di mettere in campo nella maniera migliore possibile questa novità?

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“L’Intelligenza Artificiale, sicuramente, offre delle opportunità indubbie che dobbiamo cogliere. Essa non deve essere vista solamente come una minaccia. Non parlerei però di I.A. ma di una nuova tecnologia che non dobbiamo temere. Di fronte a queste sfide siamo richiamati a scoprire il valore della persona, la sua centralità e irripetibilità. La Chiesa, con il suo Magistero, ci accompagna, anche come imprenditori cattolici”.

Quali sono le speranze dei giovani dell’Ucid in riguardo allo sviluppo del mondo dell’impresa in Italia?

“Speriamo che le imprese, anche quelle di dimensioni più piccole, siano sempre più consapevoli che, queste ultime, non sono macchine che nascono per macinare profitti ma, al contrario, hanno un ruolo sociale e comunitario importantissimo, dialogando con il territorio in cui hanno sede e con la comunità locale. Alla luce di questo, dobbiamo svolgere un ruolo di formazione e cultura affinché, l’impresa italiana, sia sensibile a temi come la sostenibilità, il welfare e la partecipazione. Serve una crescita, anche culturale, su questi argomenti e veda protagonisti i giovani dell’Ucid”.