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Santi, Beati e Servi di Dio, simbolo della Chiesa in uscita

Le analogie e le differenze tra Santi, Beati e Servi di Dio spiegate a Interris.it dal teologo don Renzo Lavatori

I Santi, i Beati e i Servi di Dio, in diversi modi, hanno arricchito le nostre comunità con il tesoro dei loro esempi di fede e di ardente carità sono i fari di vita per tanti cristiani. In diversi modi, essi manifestano la presenza potente e trasformante del Risorto. Interris.it, in merito al valore e alle differenze tra queste figure di fede, ha intervistato don Renzo Lavatori, membro della Pontificia Accademia di Teologia e docente emerito di Teologia Dogmatica.

grazia
Foto di Aaron Burden su Unsplash

L’intervista

Don Lavatori, cosa significa essere e vivere da Santi?

“La perfezione della vita cristiana e, di conseguenza, la Santità, non è data da alcuni doni che Dio comunica ad alcune persone o da alcuni carismi perché ciò è riferito in particolare ai Santi canonizzati. Invece, ogni cristiano, attraverso il Battesimo, inizia una vita di perfezione che lo conduce alla santità. Il Concilio Vaticano II dice espressamente che, ogni cristiano, è chiamato alla santificazione in quanto è discepolo di Cristo. Il Santo, quindi, è colui che si conforma sempre di più a vivere secondo l’esempio di Gesù di Nazareth. Questo è l’impegno più grande di ogni cristiano, infatti, lui stesso, dice che, chi vuole essere suo discepolo, deve prendere la sua croce e seguirlo, fino al raggiungimento dell’eterna perfezione ed essere compartecipi nella gloria eterna.”

Quali sono le differenze principali tra Santi, Beati e Servi di Dio?

“I Santi sono stati canonizzati dalla Chiesa, i Beati, anch’essi, sono riconosciuti di venerazione e, i Servi di Dio, sono coloro i quali hanno avuto dei pregi particolari e, su di essi, viene fatto un processo per poterli poi trasferire a Santi. In altre parole, la Chiesa riconosce che, il Servo di Dio, ha vissuto in maniera fedele a Cristo e, così facendo, può essere pregato e invocato per salire alla Beatificazione e poi alla canonizzazione. La differenza è la seguente: la canonizzazione, in particolare, si verifica quando la Chiesa proclama una persona, maschio o femmina, che ha vissuto in conformità a Cristo fino all’eroismo e, di conseguenza, può essere considerata come esempio da tutta la Chiesa Cattolica sparsa sulla faccia della terra e, inoltre, deve aver compiuto almeno due miracoli riconosciuti. Il Beato invece è colui che, attraverso una vita dedicata a Cristo e con azioni benefiche, non ha ancora raggiunto la santità piena perché manca di un miracolo; quindi, può ricevere un culto ristretto a un Paese, a una Diocesi o a una Congregazione, ma non è inserito nella liturgia universale della Chiesa. Il Servo di Dio invece, è colui che si trova sul cammino della santificazione ma deve essere fatto un processo nel quale si comprova che, lo stesso, è vissuto sempre in conformità al Vangelo e che abbia fatto del bene pubblico con la Grazia divina ma deve compiere almeno un miracolo, in modo che fa sì che non possa essere riconosciuto Beato.”

Giappone
Foto di Jametlene Reskp su Unsplash

Quale messaggio porta alla società odierna, spesso troppo frenetica, l’esempio di Santi, Beati e Servi di Dio?

“E’ molto importante recuperare il valore e ricordare tutti i cristiani fedeli a Gesù che hanno raggiunto la pace eterna verso cui, tutti noi, dobbiamo essere intenzionati di arrivare. Questo è un richiamo a dirci che siamo su questa terra solo di passaggio, il quale è un tempo molto prezioso per prepararci a diventare Santi e raggiungere la beatitudine eterna, altrimenti succede invece la perdizione eterna. Questo richiamo deve toccarci nel cuore: siamo troppo assorbiti nei valori terreni, ove siamo solo pellegrini, in vista di raggiungere la nostra patria vera, in cui saremo coeredi della gloria di Cristo e della sua beatitudine infinita. Colui che ama Gesù e i propri simili nell’amore totale, provoca un’umanità nuova. Noi viviamo in un tempo tenebroso, contrassegnato da guerre e immoralità, che sconvolgono l’ordine della società umana e dell’universo. Parlare di santità, quindi, costituisce una luce in grado di richiamare molte persone a ritrovare la strada della bontà.”

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