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Telefono Amico: + 37% di richieste d’aiuto. Focus sulle nuove generazioni

Per ridurre il rischio di arrivare a situazioni di estremo disagio è fondamentale la prevenzione, I consigli degli esperti

Boom di richieste d’aiuto. In occasione della Giornata Mondiale per la prevenzione del suicidio, sos per l’aumento delle segnalazioni ricevute da Telefono Amico Italia nei primi sei mesi del 2023. Sono quasi 3.700, + 37% rispetto al 2022. A preoccupare particolarmente, anche alla luce degli ultimi fatti di cronaca, sono le fasce più giovani. Il 29% delle richieste d’aiuto relative al suicidio arrivano, infatti, da under 26. Ma l’organizzazione benefica riscontra anche un aumento generale delle richieste di aiuto dei giovani relative a difficoltà esistenziali e relazionali. “Per ridurre il rischio di arrivare a situazioni di estremo disagio e al rischio di suicidio è fondamentale la prevenzione”, afferma Telefono Amico Italia. Serve “prendersi cura di se stessi“. A fare il punto sulla situazione sono esperti come lo psichiatra Maurizio Pompili e la neuropsichiatra infantile Michela Gatta.aiuto

Aiuto richiesto

Nel 2022 sono state 6mila le chiamate relative al suicidio: il 29% da under 26. Dati in ulteriore peggioramento nel 2023. Per la prevenzione è fondamentale prendersi cura di sé stessi. Lo psichiatra Pompili sintetizza: “Sì ad attività ricreative e riposo notturno. No a superlavoro e abuso di alcool e droga”. Preoccupa proprio il disagio sulle nuove generazioni. Avverte la neuropsichiatra infantile Gatta: “Per superare i momenti difficili è importante focalizzarsi su progetti a breve-medio termine”. Domenica 10 settembre si terrà in 20 piazze italiane l’evento di sensibilizzazione “Non parlarne è 1 suicidio”. Per diventare volontario si può scrivere all’indirizzo volontari@telefonoamico.it. Si verrà indirizzati al centro locale più vicino dove poter svolgere un corso pratico-teorico di circa 6 mesi. Al termine del quale potrà iniziare l’attività di ascolto. Oltre 3.700 richieste d’aiuto per gestire pensieri suicidi in sei mesi, il 37% in più rispetto al primo semestre del 2022. È quanto emerge dai dati diffusi dall’organizzazione di volontariato Telefono Amico Italia. Le segnalazioni sono arrivate prevalentemente da giovani tra i 19 e i 35 anni (il 18% tra i 26 e i 35 e il 17% tra i 19 e i 25) e da adulti tra i 46 e i 55 anni (il 16%). Ma negli ultimi anni è stato registrato un aumento di contatti anche da parte dei giovanissimi (under 19) che chiedono aiuto soprattutto via Whatsapp e mail.

Aiuto
Foto: @UNICEF_Italia

Allerta-giovani

“Nel 2022 abbiamo raccolto complessivamente quasi 6.000 richieste d’aiuto da parte di persone attraversate dal pensiero del suicidio. O preoccupate per il possibile suicidio di un proprio caro, un numero enorme che, se prosegue la tendenza dei primi sei mesi del 2023, quest’anno rischia di registrare un ulteriore aumento”, precisa la presidente di Telefono Amico Italia Monica Petra, sottolineando l’importanza e l’urgenza di interventi incisivi sul fronte della prevenzione, che passa anche dal prendersi cura di sé stessi. Prendersi cura di sé stessi con piccoli gesti e atteggiamenti quotidiani può, infatti, essere un piccolo passo per evitare di accumulare malessere e disagio psicologico, che, se sovrapposto ad altri elementi critici, potrebbe aumentare uno stato di rischio. “Spesso l’individuo cade in ginocchio quando più fattori si mettono insieme, esacerbati dall’esposizione ad un evento avverso. Ciò potrebbe rappresentare un terreno fertile per l’emergere di una crisi suicidaria. In questi casi l’individuo sperimenta ciò che chiamiamo dolore mentale, fatto di emozioni negative e di un dialogo interiore che pone sempre in risalto lo stato di sofferenza“, evidenzia il professor Maurizio Pompili, ordinario di Psichiatria alla Sapienza Università di Roma. Direttore della Unità Operativa Complessa di Psichiatria presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea di Roma.aiuto

Prevenzione

Per ridurre il rischio di arrivare a situazioni di estremo disagio è fondamentale la prevenzione. “Gli individui a rischio di suicidio non vorrebbero pensare alla morte, bensì vorrebbero veder alleviato il proprio dolore mentale. Una manovra attuabile comprendendo lo stato di sofferenza, grazie anche all’intervento di professionisti della salute e di volontari. Esistono, tradizionalmente, dei fattori protettivi che vengono annoverati nell’abito della prevenzione del suicidio – prosegue il professor Maurizio Pompili –. Ovviamente non sono infallibili, ma rappresentano una sorta di approccio di igiene al benessere dell’individuo che può prevenire le situazioni di disagio psicologico. Sono classicamente definiti come fattori protettivi l’avere una rete sociale e familiare efficace, avere bambini in casa, coltivare una dimensione spirituale. E ancora avere del tempo da dedicare ad un’attività ricreativa, un hobby o degli interessi che rechino appagamento all’individuo, mettere quindi un freno all’attività lavorativa, non andare incontro al superlavoro. Anche il sonno è un elemento fondamentale, il rischio di suicidio germoglia, infatti, dove ci sono insonnia, ansia e agitazione ed è quindi importante avere un buon riposo notturno. Infine, comportamenti a rischio sono l’abuso di alcool e droghe. Perciò evitarli è, quindi, sicuramente protettivo per la mente”.

Aiuto telefonico

Telefono Amico Italia sostiene le persone che hanno bisogno di ascolto attraverso tre canali. Cioè l numero unico telefonico nazionale (02 2327 2327), il servizio di chat WhatsappAmico (324 011 7252) e la mail, accessibile attraverso la compilazione di un form anonimo sul sito www.telefonoamico.it. Le oltre 3.700 richieste d’aiuto relative al suicidio ricevute da Telefono Amico Italia nei primi sei mesi del 2023, sono arrivate in gran parte al servizio telefonico (il 73%), seguito da WhatsappAmico (20%) e dalla mail (7%). Il servizio telefonico è stato utilizzato prevalentemente da uomini (il 52,5%).  Le donne, invece, preferiscono usare il servizio Whatsapp Amico (il 58% delle chat è avviata da donne) e la Mail@mica (il 63,5% delle persone che scrivono è donna). Anche per quanto riguarda il parametro generazionale i tre servizi si discostano. A chiamare sono stati in maggioranza adulti tra i 46 ai 55 anni (il 18,5%) seguiti da persone tra i 26 e i 35 anni (il 17,5%) e tra i 36 e 45 (il 16,5%). A scrivere in chat sono stati, invece, in maggioranza giovani dai 19 ai 25 anni (il 26%), seguiti dalla fascia tra i 26 ai 35 (il 22%) e dai giovanissimi tra i 15 e i 18 anni (19%). Anche la mail è stata usata in prevalenza da giovani tra i 15 e i 18 anni e tra i 19 e i 25 anni (entrambi al 18%), seguiti dagli adulti tra i 46 e i 55 anni (13%).

 

 

 

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