La “revenge bedtime procrastination” (o “procrastinazione della buonanotte per vendetta”) è la tendenza dei tempi moderni, non solo italiana, di andare a dormire sempre più tardi (svegliandosi alla stessa ora) per riappropriarsi del tempo libero. Colti da una sorta di senso di colpa o di rancore per non riuscire a gestire i propri impegni durante il giorno, si attua questa curiosa “vendetta” psicologica.
Le origini
La procrastinazione si giustifica con l’esigenza di svolgere, in tarda notte, tutti quegli impegni non affrontati o completati nelle ore diurne. Il fenomeno esisteva già prima della pandemia, in un mondo frenetico, stressante, zeppo di eventi e impegni e si fa risalire a una ricerca, effettuata nel 2014, dalla psicologa olandese Floor Kroese all’università di Utrecht (pubblicato sulla rivista Frontier in Psycology). La tendenza era stata innescata anche da alcune abitudini, tra queste l’inizio della “prima serata” in tv spostato a orari quasi notturni nonché la necessità di gestire tutta la vita social con l’inseparabile telefonino accanto.
Come ha influito la pandemia
La pandemia, ha alterato, ovviamente, i già precari equilibri del giusto riposo, del rapporto veglia/sonno, contribuendo a un decadimento psicofisico. Le attività svolte durante queste ore “rubate” al sonno spaziano: concedersi un film in tv, chattare e sbirciare sui social, giocare ai videogame, terminare le faccende domestiche o studiare.
Va ricordato, in particolare, come l’esposizione alle luci degli schermi disturbi il sonno e rimandi il corretto addormentamento. L’asocialità imposta dalla pandemia, le preoccupazioni connesse, gli sbalzi dei ritmi di vita, hanno avuto forti ripercussioni sul sonno di molti (sulla qualità e sulla quantità), tanto che si è utilizzato l’efficace termine “coronasomnia”.
Gli studi riguardanti adulti e bambini…
PharmaStar, giornale on-line dedicato al mondo del farmaco, al link https://www.pharmastar.it/
… e gli adolescenti
Lo scorso 20 settembre, al link https://www.saluteh24.com/il_
Le conseguenze
La deprivazione del sonno porta, quindi a scarsa concentrazione, irritabilità, a un’inadeguata capacità di giudizio con conseguenze anche sulla memoria e sul suo consolidamento a lungo termine. Inoltre, non permettendo un corretto e sufficiente recupero psicofisico, nei casi più seri può condurre a ipertensione e ictus. Si tratta di una rinuncia per avere più tempo da dedicare a se stessi o agli impegni. In una situazione normale, tuttavia, il tempo per sé e quello che si accompagna agli altri, nella piena socialità, dovrebbe esser trovato nelle ore diurne. La procrastinazione può essere una scorciatoia ma riduce la socialità (non surrogabile da quella dei social) e, ripetuta nel tempo, come abitudine, conduce a diverse problematiche psicofisiche.
Non partecipare alle opere infruttuose
Le esagerazioni, l’idolatria dell’attivismo e del lavoro sono biasimate in più riferimenti. Nella Lettera agli Efesini (5:11-17), San Paolo scrive “E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente, poiché di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare. Tutte queste cose che vengono apertamente condannate sono rivelate dalla luce, perché tutto quello che si manifesta è luce. Per questo sta scritto: svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà. Vigilate dunque attentamente sulla vostra condotta, comportandovi non da stolti, ma da uomini saggi; profittando del tempo presente, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò inconsiderati, ma sappiate comprendere la volontà di Dio”.
La soluzione non è mai nelle scorciatoie
La soluzione non è nelle scorciatoie (peraltro pericolose) ma in una maggiore accettazione del tempo effettivamente libero a disposizione, per un equilibrio di tempi e spazi, senza rincorrere gli impegni e crearne di nuovi, per status e vanto, secondo la tendenza del mondo moderno. Le energie dell’uomo non devono essere spese completamente per gli impegni e lo svago deve essere consapevole, nel caso contrario si diviene schiavi di una nuova forma di fanatismo. Le forme di autolesionismo passivo sono pericolose e occorre analizzare l’incomprensibile genesi dei sensi di colpa che giustificherebbero un’altrettanta inammissibile vendetta contro di sé. La qualità, non l’accumulo, torna a essere il costrutto fondamentale sia della vita diurna sia del sonno. La quantità (fine a se stessa) non deve solo esser in rima con qualità, ne deve essere armonicamente e significativamente legata.