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Quando la rete ti aiuta contro la disoccupazione

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Uno dei segreti per sopravvivere alla crisi è investire nelle reti sociali. Tre giovani romani ad esempio hanno fondato Shoes Off Club, una piattaforma che connette professionisti senza lavoro o alla ricerca di nuovi clienti con padroni di casa bisognosi di aiuto.

Quarantena e smart working hanno costretto la stragrande maggioranza dei cittadini a trascorrere più tempo tra le mura domestiche. Ed è qui che anche i più distratti hanno finalmente scoperto di quanta cura necessiti la propria abitazione. Non tutti però hanno la manualità adatta per intervenire su un rubinetto o una caldaia. Senza contare che selezionare babysitter, cuochi, elettricisti, facchini, falegnami, giardinieri, idraulici e tinteggiatori è diventata un’operazione molto complessa. Il settore delle prestazioni occasionali infatti, finora poco regolamentato, nasconde molteplici insidie. In pochi conoscono il giusto prezzo per un determinato intervento e nessuna garanzia di affidabilità del tuttofare viene offerta a chi lo cerca, soprattutto su internet. Alle famiglie basta accedere al sito dell’azienda e indicare gratuitamente tipo di intervento, tempistiche e forbice di budget disponibile.

La nascita di Shoes off club

Ecco perché Manfredi Luchetti (27 anni), Giulio Graziani (27 anni) e Alessandro Berardi (26 anni) hanno cominciato ad aiutare, in cambio di una piccola percentuale sul ricavato, profili conosciuti e referenziati. Sono soprattutto partite iva e lavoratori autonomi, ma anche mamme a tempo pieno, giovani e pensionati. Possono avere una lunga esperienza alle spalle o provenire da altri ambiti. In questo modo anche chi continua a resistere comunque al brusco calo della domanda riesce a colmare i tempi morti tra una chiamata e l’altra. Finora le cento figure selezionate dalla startup hanno soddisfatto più di 700 richieste in un solo anno. E dall’impresa fanno sapere che in futuro ci sarà la possibilità di pagare direttamente sul sito e mappare gli interventi, aumentando la tracciabilità delle transazioni e diminuire l’impatto ambientale degli spostamenti. Novità che garantirebbero velocità e prezzi più bassi.

Le testimonianze

“Ho conosciuto questi ragazzi tramite amici comuni e ad oggi con loro ho realizzato una decina di lavori in tutto – racconta il fabbro Gianluca Pinto –. Io sono specializzato in serrature, porte blindate e casseforti. Dopo 22 anni passati in tre grandi società del comparto ho deciso di mettermi in proprio. Quando ha iniziato a diffondersi il coronavirus, sono stato costretto a spostare diversi appuntamenti perché far entrare un estraneo, soprattutto all’inizio, è stato percepito come un inutile rischio. A differenza di altri colleghi sono attentissimo alle precauzioni e questo la clientela lo apprezza. Shoes Off Club mi ha aiutato ad allargare il giro e le commesse sono aumentate. In queste settimane a chiamarmi sono stati tanti anziani e diversamente abili rimasti soli. A malincuore poi mi trovo a effettuare anche aperture giudiziarie, collaborando di fatto all’esecuzione di sfratti”.

Quando il teatro ha chiuso a causa delle misure restrittive sono stato costretto a reinventarmi, scommettendo sulla manualità e mettendola in pratica nei campi dell’elettricità, della meccanica e dell’idraulica – così Vincenzo Raponi, ex tecnico delle luci –. Ho iniziato mettendo annunci sui social network e raccogliendo feedback positivi mi sono fatto notare da Shoes Off Club. Oggi ci aiutiamo vicendevolmente: se mi chiamano per un lavoro che non sono in grado di fare, lo segnalo alla loro rete e qualche collega ha una possibilità di dimostrare le proprie capacità”. Un aspetto poco noto della ditta è quanto fatto durante la chiusura generalizzata. Senza voler pesare ulteriormente sulle tasche delle famiglie, in alcuni casi gli operai hanno prestato le loro capacità senza chiedere nulla in cambio.

Mirko Giustini: