“Papa Francesco ha un cuore universale, evangelico, capace di ascoltare in profondità la parola di Gesù che ci dice: ‘Andate in tutto il mondo a portare la bella notizia’. Questo suo viaggio in Asia, alle estremità della nostra terra è un segno della missionarietà, di questo Vangelo che entra nella storia e nella cultura, ma lo fa con gentilezza e delicatezza, con un dialogo aperto ad ogni cammino religioso. Papa Francesco si fa così portatore dell’affabilità e della bellezza del Vangelo che porta abbondanza di vita”. E’ quanto ha detto Paolo Ramonda, membra della Comunità Papa Giovanni XXIII, intervistato da Interris.it sul significato e sull’importanza del viaggio apostolico di Papa Francesco in Asia e Oceania.
La prima tappa del viaggio di Papa Francesco è stata l’Indonesia, poi proseguirà per la Papua Nuova Guinea, Timor Leste e Singapore. In questi Paesi le comunità cristiane sono solo una piccola percentuale della popolazione, ma il cattolicesimo è in crescita ed è capace di convivere pacificamente con altre religioni. Quello in Asia e Oceania è il viaggio più lungo affrontato da Papa Francesco nel corso del suo pontificato e, nonostante i problemi di salute che ha avuto durante i mesi invernali, non si è lasciato scoraggiare e ha deciso di raggiungere questo “piccolo grecce. Lui va per incoraggiare, per essere vicino a queste persone – ha affermato Ramonda -. Lui è il cuore di Cristo che ancora oggi cammina nella nostra storia“.
Paolo Ramonda ha voluto sottolineare l’importanza dell’incontro di Bergoglio con i leader musulmani e delle altre religioni. “Un gesto molto attuale, in un contesto in cui la guerra è esplosa in diverse parti del mondo. Papa Francesco porta un messaggio di riconciliazione, di dialogo, di pace – afferma -. Le piccole comunità cristiane sono un lievito, un fermento di pace, di condivisione con gli ultimi, con i poveri. Il Pontefice, ancora prima di incotrare i presidenti, i capi del governo locale e le autorità ecclesiali, ha scelto di salutare i giovani che vivono in strada, è un gesto molto bello e forte che deve farci riflettere“.
Al margine dell’incontro interreligioso nella moschea Istiqlal di Giakarta, Papa Francesco, il Grande imam Nasaruddin Umar – e tutti i leader delle sei principali religioni del Paese – hanno firmato la “Dichiarazione congiunta di Istiqlal 2024” che ha come obiettivo “sconfiggere la cultura della violenza e dell’indifferenza e preservare l’ecosistema”. “Un gesto molto significativo che è stato compito proprio nel giorno in cui la Chiesa celebra la memoria liturgica di Santa Teresa di Calcutta: lei che si è sempre dedicata ai poveri e agli ultimi, ha saputo trasformare la cura dei malati in punto di partenza per il dialogo con tutte le religioni: se si ha rispetto per la persona più fragile, si ha rispetto anche per il creato – ha spiegato Ramonda -. Questa attenzione del Papa per gli ultimi e per il creato è stata esplicitata molto bene nella Laudato si e nella Fratelli tutti. Come il buon Dio ha attenzione verso ognugno di noi, nessuno è estraneo al suo amore”.
Dialogo interreligioso, pace, pastoralità e cura degli ultimi e del creato. Sono questi alcuni, dunque alcuni degli aspetti portanti del viaggio apostolico in Asia e Oceania. Papa Francesco, in Indonesia, ha richiamato più volte anche ad un altro elemento fondamentale: la fraternità. Parlando ai vescovi e al clero indonesiano ha detto: “La fraternità è un ricamo immendo di fili d’amore che attraversano il mare“. Per Paolo Ramonda, membro dell’Apg23 e padre di una casa famiglia dove accoglie figli rigenerati nell’amore con sua moglie, è possibile fare nostra questra affermazione “partendo da ciò che ogni giorno viviamo. La fraternità autentica fra i popoli si costruisce partendo dalla famiglia. Bisogna partire dalle relazioni familiari, con i colleghi al lavoro, con gli amici. Dobbiamo costruire ponti, dialogo, rispetto e stima. Tutto questo parte dal cuore e, ovunque vada, Papa Francesco si esprime attraverso la dimensione della preghiera, molto apprezzata anche dalle altre religioni – conclude Ramonda -. Questa umanità, spesso, sembra travolta dalle guerre, dalla violenza, ma nulla è perduto, possiamo costruire un mondo nuovo“.
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