La formazione, sia tradizionale che tecnologica, rappresenta un fattore primario per lo sviluppo individuale e collettivo. Mentre la formazione tradizionale offre conoscenze consolidate e una preparazione umanistica e teorica, la formazione tecnologica risponde alle esigenze di un mondo in continua evoluzione, dove competenze digitali e innovative sono sempre più richieste. Entrambe le forme di formazione sono essenziali per preparare gli studenti a sfide complesse, aumentando l’adattabilità e la competitività. L’integrazione tra tradizione e innovazione crea una base solida per affrontare i cambiamenti del mercato del lavoro e rispondere alle nuove esigenze professionali. Interris.it, su questi temi e in occasione del prossimo inizio dell’”Innovation Training Summit”, ha intervistato il professor Vanni Resta, docente di europrogettazione presso il Master in Europrogettazione e professioni europee della Sapienza Università di Roma nonché presso altri atenei.
L’intervista
Professor Resta, in un periodo storico connotato da grandi cambiamenti, che importanza riveste la formazione nel suo complesso?
“La formazione è sempre un’attività cruciale in quanto, accompagna la crescita e l’esistenza di ogni singolo essere umano. Bisogna però anche guardare a come sta evolvendo: non si può pensare di formarsi come si faceva alcuni anni fa. Tutto è cambiato profondamente, prima si parlava di cultura mentre invece, ora, con le nuove tecnologie, si parla più diffusamente di nozioni. La formazione però, ha sempre delle caratteristiche legate allo spazio e al tempo: deve essere considerata su tutto l’arco della vita. Attualmente si parla molto della nuova tendenza, in correlazione al ‘green deal’ del ‘silver deal’, ovvero l’incremento della formazione correlata alla crescita dell’età media e all’aumento dei lavoratori. Lo scorso dicembre, ad un mio corso, ho avuto l’onore di avere un laureato di 81 anni e, questo fatto, sottolinea ancora di più l’importanza della formazione a 360 gradi ad ogni età della vita. L’apprendimento trasformativo e tutti gli aspetti ad esso correlati, devono essere adeguatamente considerati le fanno sì che, la formazione, rimanga sempre un dominio molto affascinante e meritevole della massima attenzione”.

In che modo, formazione tradizionale e formazione digitale, devono essere insegnate per favorire un apprendimento a tutto campo?
“Ho il privilegio e la fortuna di insegnare sia in un ateneo tradizionale, ovvero La Sapienza di Roma che in uno telematico come l’UniNettuno. In questa doppia veste, ogni giorno, vengo a contatto con entrambe le tipologie di formazione e, ognuna delle due, ha delle potenzialità da valutare nonché approfondire e possono fare la differenza. Nella formazione digitale, dispongo di un cruscotto di monitoraggio dei miei studenti, i quali quando vengono agli esami, sempre in presenza, pur non avendoli mai conosciuti di persona, posso sapere ogni cosa del loro percorso di studi, ad esempio quanto tempo impiega a fruire di un’ora di lezione e dove si è fermato. Ciò va bene sia per lo studente che per il docente perché se, dieci alunni si sono fermati nella stessa lezione al medesimo minuto, può significare che un tema non è spiegato in maniera chiara e consente al docente di tornare su quell’aspetto. Entrambe le formazioni, quindi, hanno ancora degli aspetti da approfondire e serve ancora del tempo per valutarle”.

Il 3 e il 4 aprile si terrà “l’Innovation Training Summit”. Quali saranno gli aspetti focali di questo momento? Quali sono i suoi auspici per futuro in merito?
“L’Innovation Training Summit è un esercizio importante svolto dall’’Ecosistema Formazione Italia’ di cui ho il piacere di conoscere uno degli organizzatori, Kevin Giorgis. In questa sede, il tema della formazione tradizionale e digitale, sarà un aspetto importantissimo. Oltre a ciò, però, considerata all’epoca in cui stiamo vivendo, l’Intelligenza Artificiale, avrà una rilevanza all’interno del summit. Occorre considerare che, attualmente, parte della formazione digitale, è accompagnata dall’IA, la quale permette di fare alcune cose di grande rilevanza, come ad esempio tradurre lezioni in altre lingue. In un futuro quasi presente si potranno fare le docenze con gli avatar, i quali possono riprodurre la figura e la voce del docente. Quindi, ‘l’Innovation Training Summit’, alla sua seconda edizione, con relatori di assoluto rilievo, vuole considerare tali aspetti e tutto ciò che sta cambiando nel mondo dell’apprendimento”.