Categories: copertina

Prof. Castelli (Opbg): “Ecco come il Lokomat aiuta i bimbi a tornare a camminare”

Foto: Uff. Stampa Ospedale Bambino Gesù di Roma

Grazie alla donazione della Fondazione Roma che ha stanziato per l’ospedale della Santa Sede 2,5 milioni di euro, l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma potrà realizzare due importanti acquisizioni: il primo è il Pet–Tac, un macchinario essenziale per la diagnostica avanzata dei tumori infantili; il secondo è un nuovo robot per aiutare i bambini a tornare a camminare: il Lokomat.

Il Lokomat V6

Nello specifico, il nuovo Lokomat V6 per la sede di Palidoro, obiettivo della nuova donazione, rappresenta un’evoluzione del modello precedente e andrà a potenziare l’offerta assistenziale riabilitativa dell’Ospedale. Al Bambino Gesù ne viene utilizzato già uno, da diversi anni, nella sede di Santa Marinella, anche questo ottenuto grazie a un precedente finanziamento della Fondazione Roma. Il nuovo Lokomat V6 per la sede di Palidoro, obiettivo della nuova donazione, rappresenta un’evoluzione del modello precedente e andrà a potenziare l’offerta assistenziale riabilitativa dell’Ospedale.

Sulla funzionalità e sui benefici del nuovo Lokomat, Interris.it ha intervistato il prof. Enrico Castelli, responsabile dell’Unità di Ricerca di Neuroriabilitazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (Opbg). L’unità Operativa di Neuroriabilitazione pediatrica accoglie neonati, bambini, adolescenti affetti da malattie invalidanti o esiti delle stesse. È il Centro di riferimento nazionale per la valutazione e la cura delle disabilità gravi in età evolutiva.

L’intervista al prof. Enrico Castelli (Opbg)

Cosa è e come funziona il sistema Lokomat?

“Il Lokomat è il sistema di riabilitazione robotica del cammino più utilizzato al mondo. È costituito da quattro componenti: il primo è l’esoscheletro indossato dal bimbo. Il secondo è il tapis roulant su cui si muove. Il terzo è un sistema di alleggerimento pesi durante la deambulazione. Infine, il quarto è il sistema di realtà virtuale abbinato. Vedendo il proprio avatar, il bambino si immedesima in un percorso virtuale e con la logica del gioco è più motivato a seguire il percorso riabilitativo, spesso molto lungo. In definitiva, il Lokomat consente di fare un training intensivo del cammino in pazienti che, anche a causa di una lesione del sistema nervoso o cerebrale, non sono in grado di camminare in modo corretto oppure non sono proprio in grado di farlo”.

Quali caratteristiche ha il modello V6 rispetto ai precedenti?

“Il modello che verrà installato nella sede di Palidoro grazie alla donazione della Fondazione Roma, il V6, è il più avanzato di tutti: durante il cammino il sistema consente infatti di avere anche la rotazione del bacino. I sistemi precedenti non avevano questa possibilità e il cammino era molto più difficoltoso, perché meno fisiologico”.

Da che età si può usare il Lokomat?

“Lo si può utilizzare anche nei bambini molto piccoli. La variabile però non è l’età ma è la lunghezza del femore che deve essere di almeno 21 centimetri. Quindi, approssimativamente, lo si può utilizzare con pazienti dai 3 anni d’età in su”.

Di quante sedute necessita il paziente?

“Il sistema Lokomat – come tutti i sistemi robotici – eroga una riabilitazione molto intensiva. Il training effettivo dura dai 30 ai 45 minuti e prevede 20 sedute di trattamento. Quindi: una seduta al giorno per 5 giorni a settimana per 4 settimane per i pazienti ricoverati; oppure 2-3 trattamenti a settimana per il tempo necessario per chi non è ricoverato. In questo modo, riescono a completare l’intero protocollo dagli 80 ai 100 bambini ogni anno”.

Quanti bambini hanno necessità di usare il Lokomat?

“C’è molta richiesta. Nell’unità di Neuroriabilitazione pediatrica ricoveriamo una media di 700-750 bambini all’anno ed effettuiamo più di 4.000 prestazioni ambulatoriali. Quindi, questa donazione viene incontro alle necessità di tanti minori”.

Qual è l’obiettivo finale del programma Lokomat?

“L’obiettivo finale è quello di migliorare l’autonomia e la qualità di vita del piccolo paziente e conseguentemente della sua famiglia. E questo oggi lo possiamo fare nel modo migliore grazie alla generosità di Fondazione Roma. Ma anche di tante persone e associazioni che sono sensibili alle necessità dei bambini con disabilità e hanno a cuore la salute dei piccoli pazienti”.

Milena Castigli: