Un decennio di pontificato della misericordia. Il segno ecumenico di Jorge Mario Bergoglio
Dal primo viaggio a Lampedusa al Covid e al no alla guerra in Ucraina. In dieci anni la "Chiesa in uscita" di papa Francesco ha segnato la storia ecclesiale e universale
Il pontificato del dialogo: ponti al posto dei muri. Nel 2019, il viaggio ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, rappresenta un fondamentale tassello nel nome del confronto tra le religioni. Qui la storica firma del documento sulla fratellanza da parte del Papa e del grande Imam di Al-Azhar. Un pontificato ricchissimo, articolato in una pluralità di attività svolte. Tra Angelus, udienze generali, visite dei Capi di Stato, viaggi apostolici. Francesco, in dieci anni ha tenuto 569 tra Angelus e Regina Coeli. 437 le udienze generali che durante la pandemia sono avvenute via streaming. Tre le encicliche che il Papa ha scritto in questi dieci anni. La Lumen fidei del giugno 2013. La Laudato si del maggio 2015. La Fratelli tutti dell’ottobre 2020. Cinque le Esortazioni apostoliche.
Discernimento
Nell’agenda dei dieci anni entrano naturalmente le Assemblee sinodali. Nello specifico, l’Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione” (2014). La XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla “vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo” (2015). La XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi dedicata ai “giovani, la fede e il discernimento vocazionale” (2018). L’ Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per la Regione Panamazzonica (2019). La XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi “Per una Chiesa sinodale. Comunione, partecipazione e missione“. Che ha visto la discussione nella Chiesa per tre anni.
In viaggio
Tra tutti i viaggi apostolici affrontati dal Pontefice vanno ricordate le tre Gmg a cui è intervenuto. A Rio de Janeiro nel 2013. A Cracovia tre anni dopo. A Panama nel 2019. Molte anche le canonizzazioni e le beatificazioni. Come pure delle visite dei Capi di Stato in Vaticano. Con l’eccezione del 2020 (anno della pandemia) in cui non ci sono state. Negli anni Jorge Mario Bergoglio ha incontrato 44 Capi di Stato nel 2013. 51 nel 2014. 43 nel 2015. 35 nel 2016. 34 nel 2017. 33 nel 2018. 24 nel 2019. 33 nel 2021. 28 nel 2022. Tre nell’anno in corso. Memorabile la preghiera straordinaria del Papa, tenuta il 27 marzo 2020 in piena pandemia. In una piazza San Pietro deserta e bagnata dalla pioggia che resta nella storia. Parole e gesti del pontificato della misericordia. In dieci anni la “Chiesa in uscita” di papa Francesco ha segnato la storia ecclesiale e universale. Il 13 marzo 2013, al quinto scrutinio, dopo due giorni di conclave, il cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, venne eletto Papa. E prese il nome di Francesco in onore di san Francesco d’Assisi. È il primo sudamericano, e il primo gesuita, a salire al soglio pontificio. Dieci anni fa Papa Francesco si presentò dicendo che i porporati erano andati a prendere il Papa “quasi alla fine del mondo”. Il pontificato delle periferie geografiche ed esistenziali. Il pontificato dell’opzione preferenziale per i poveri. Il pontificato che evangelicamente diventa lievito nella massa. Al sevizio delle fragilità e delle marginalità.
Pontificato in flash
Tanti i momenti più simbolici, fissati indelebilmente nell’immaginario collettivo. Tra questi sicuramente c’è il pomeriggio del 27 marzo 2020. Jorge Mario Bergoglio, solo in piazza San Pietro, prega sotto una pioggia battente. Davanti al crocifisso miracoloso di San Marcello, che salvò Roma dalla peste del 1600. Implora Dio di fermare la pandemia di Covid. E poi ancora il costante appello alla pace e al disarmo nucleare. L’apertura di nuovi canali di dialogo tra Vaticano e Cina. Con l’accordo sulla questione delle nomine dei vescovi. La canonizzazione dell’arcivescovo martire di San Salvador Oscar Romero (ucciso durante la messa). Il protettore del Nuovo Mondo che ha contribuito alla riconciliazione delle Chiese Sudamericane. La Laudato si’, l’enciclica sociale divenuta punto di riferimento per quanti hanno a cuore il Creato. Grandi e piccoli gesti, talvolta semplici ma sempre potenti.
Condivisione
Un decennio di condivisione e impegno per la pace. E’ il tempo trascorso dal 13 marzo 2013. E cioè dall’attesa fumata bianca, arrivata al sesto scrutinio nella seconda giornata di conclave. Il comignolo della cappella Sistina annunciò mondo, non solo a quello cattolico, che il gesuita argentino Jorge Maria Bergoglio era il nuovo Pontefice. Ancora non si poteva immaginare quali e quanti cambiamenti Papa Francesco – il primo con questo nome, il primo gesuita, il primo di provenienza dal continente latino-americano, preso “quasi alla fine del mondo” – avrebbe poi apportato negli anni. Dieci anni, i suoi, caratterizzati da invocazioni, improntati all’essenzialità, alla genuinità e al dialogo. Nel nome di “fratelli” tutti’, al di là di ogni differenza etnica o culturale. Non sono mancati nemmeno i moniti davanti a tutti i conflitti del mondo – la “terza guerra mondiale a pezzi” – di cui l’ultimo in Ucraina – e di fronte alle tante tragedie, come quella dei morti nel Mediterraneo. Papa Francesco non ha mai avuto paura di affrontare le complessità del mondo. Offrendo una ‘bussola’ con cui orientarsi nelle contraddizioni del presente. Il suo primo viaggio da Papa fuori dal Vaticano è dell’8 luglio 2013, quando decide di andare a Lampedusa, terra della tragedia ma anche della speranza. Da allora, ci sono stati altri viaggi in luoghi di frontiera.
Pontificato per l’unità
A Betlemme papa Bergoglio prega sul muro che divide Israele e Palestina, a Lesbo incontra i profughi, al confine messicano con gli Usa prega con i migranti. L’8 dicembre 2015 Francesco apre ufficialmente in San Pietro l’Anno Santo straordinario della misericordia. Con un gesto a sorpresa, però, aveva aperto qualche giorno prima la Porta Santa nella Cattedrale di Bangui nella Repubblica Centrafricana, dove si trovava in viaggio apostolico. Un momento memorabile, con l’apertura di un Giubileo per la prima volta lontano da Roma. Nel 2016, a Cuba, avviene lo storico abbraccio con il patriarca di Mosca Kirill, chiamato da lui “fratello”. Ecco così che nell’aeroporto dell’Avana si verifica l’incontro che le Chiese cristiane d’Oriente e Occidente aspettavano dal grande scisma, nel 1054. “Uniti per la pace”. Un’occasione che, purtroppo, non è stato possibile replicare nei mesi successivi all’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina. Nel 2016, Bergoglio va a Lund, in Svezia, per prendere parte alle celebrazioni per i 500 anni della riforma luterana. Ancora una volta nel nome del dialogo ecumenico. Il 2018 è l’anno dello scandalo degli abusi sessuali su minori commessi dai religiosi. Tra i gesti più forti di papa Bergoglio contro la piaga della pedofilia, la convocazione di tutti i vescovi del Cile in Vaticano. E, al termine, l’offerta delle dimissioni da parte dell’intero episcopato cileno.
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