Solo chi è vittima di usura e trova il coraggio di denunciare capisce cosa significhi la paura di sentirsi abbandonati. “Pillole di cronaca”, brevi filmati realizzati dal Servizio promozione Cei, raccontano in 45 secondi storie di speranza e di rinascita. Come quelle di coloro che si rivolgono alla Fondazione antiusura di Bari in prima linea per combattere, grazie anche all’8xmille alla Chiesa cattolica, una diffusa piaga sociale. Poker online, scommesse sportive, giochi soft come il Gratta e vinci. Sono solo alcuni dei mille volti del gioco che coinvolge, occasionalmente, 7 cittadini su 10 ed un adolescente su 4. Quello della ‘svolta’ è solo un pensiero magico ma gli algoritmi rendono pressoché impossibili le vincite e per tanti significa l’ingresso in un tunnel senza uscita. Sono solo alcuni dei dati forniti dagli esperti antiusura degli sportelli diocesani di Bari che spiegano quanto siano temibili oggi le puntate sportive, sostenute da un marketing pervasivo. O come l’azzardo online, compulsivo e – rispetto ai videopoker- ancora più facile da tenere nascosto.
A Bari la Chiesa cattolica italiana è sempre stata accanto alle vittime di questo male sommerso. Qui, sostenuta dai fondi 8xmille, la Fondazione antiusura San Nicola e Santi Medici, svolge un lavoro prezioso di tutela e difesa delle persone cadute nelle maglie degli usurai. Come “Francesco”, nome di fantasia, che ha visto sgretolarsi le sue certezze in poco tempo e, oggi, grazie all’aiuto ricevuto dalla Fondazione, può iniziare una nuova vita. La sua esperienza è al centro di un video del nuovo progetto “Pillole di cronaca”, un’iniziativa del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica realizzata in collaborazione con TV2000, che illustra, attraverso la voce dei protagonisti, cosa si fa concretamente con l’8xmille. Brevi filmati che, in soli 45 secondi, raccontano storie di coraggio e di speranza, mettendo in luce i mille intrecci che la Chiesa cattolica è in grado di creare, donando opportunità concrete, intervenendo con discrezione e rispetto, operando con positività nel presente dell’Italia che arranca.
Il dovere della denuncia
Il fenomeno dell’usura è una delle piaghe più difficili da combattere nella nostra società e a questo obiettivo ha dedicato più di 25 anni della sua vita Mons. Alberto D’Urso, fondatore a Bari della Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II, attualmente presieduta da Luciano Gualzetti che è anche Presidente della Fondazione San Bernardino di Milano. La Consulta è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale, costituita nell’ambito di un’azione di promozione umana della Chiesa Cattolica Italiana e delle direttive della C.E.I., che riunisce 32 fondazioni ecclesiali antiusura con una rete di centri di ascolto, distribuiti sul territorio nazionale, con oltre 1.000 collaboratori volontari che operano per rendere concreta la solidarietà cristiana in sinergia con le Caritas diocesane e parrocchiali. Una realtà articolata che opera in soccorso delle famiglie e degli esercenti piegati dall’indebitamento o dal gioco, anche quello legale. “Gli usurai non guardano in faccia nessuno. La denuncia è un dovere – spiega Mons. Alberto D’Urso, Presidente Onorario della Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici – Ci vediamo ogni giorno nella sede di Bari per studiare le pratiche e aiutare queste persone a non ricadere negli stessi sbagli. L’azzardo, anestetico nelle difficoltà della vita, è un tragico abbaglio, che in poco tempo spazza via reddito e affetti”. Trovare il coraggio di uscire dalla morsa dell’usura non è semplice come racconta Francesco, imprenditore barese che ha perso tutto, “Quando l’ho capito ormai era troppo tardi. La mia azienda fatturava parecchi soldi e a loro faceva anche gola. Mi sono fatto uccidere dandogli appartamenti e denaro. Dopo tutto questo decisi di denunciare la cosa. Adesso sto cercando di andare avanti con la forza che mi danno dalla Fondazione e con quella che mi do da solo”.
Un nuovo modello di apostolato
Nei primi mesi di lockdown la Consulta Nazionale Antiusura è stata tra i primi a lanciare
l’allarme usura, quale pandemia nella pandemia. Nelle persistenti e stringenti crisi economiche e finanziarie molte imprese e famiglie sono attratte dal circuito illegale del credito e la criminalità organizzata si inserisce facilmente offrendo prestiti a condizioni competitive. “Siamo in campo nella lotta contro l’usura da oltre venticinque anni. La Chiesa tramite le Fondazioni Antiusura ha offerto un modello di apostolato rivolto ad assistere le famiglie finite nella trappola di questa diffusa piaga sociale. Finora abbiamo accompagnato oltre 150 mila famiglie fuori dal buio – spiega Mons. D’Urso -. Nella Fondazione anzitutto ascoltiamo e rassereniamo usurati e famiglie a rischio. Li affidiamo ad un pool di esperti del mondo bancario e ad assistenti sociali per un piano di rientro debitorio e li sosteniamo nel difficile percorso della denuncia. Infine proviamo a ricostruire le relazioni, minate da troppe bugie, fra figli, coniugi o genitori che non vogliono più sentir parlare di chi ha svuotato i conti”.
Il sostegno economico per chi soffre di usura
Fonti della Consulta Nazionale Antiusura “Giovanni Paolo II” hanno registrato nel 2019 circa 2 milioni di famiglie in stato di sostanziale fallimento economico. Un quadro di crescente difficoltà evidenziato, su scala territoriale, da dati poco incoraggianti. Basti pensare che, nel 2019, sono state 550 le persone, indebitate e a rischio usura, che hanno richiesto ascolto e sostegno alla Fondazione barese che ha effettuato, inoltre, numerosi interventi sia con i Fondi dello Stato che con Fondi Propri. Dalla costituzione della Fondazione sono stati elargiti al 31 dicembre 2019 oltre 44,9 milioni di euro con Fondi Statali e oltre 5,59 milioni di euro con Fondi Propri. “In questi anni molto lavoro è stato fatto: e per questo rendiamo grazie a Dio e a chi ha operato. È solo una tappa però! – conclude Mons. Alberto D’Urso -. Il cammino della Fondazione resta continuamente rivolto a problemi irrisolti da molto tempo e l’impegno di affrontarli, è lo stesso del primo giorno”. Nell’anno della pandemia la Fondazione ha raddoppiato gli sforzi e, oltre al sostegno economico assicurato a chi è a rischio usura, ha sostenuto famiglie cadute in disgrazia per colpa ell’emergenza assicurando interventi per oltre 200.000 euro, senza contare gli aiuti alimentari, tutti finalizzati al contrasto alla diffusione crescente del prestito usurario di quartiere.
L’importanza della Fondazione Antiusura di Bari
La fotografia del 2020 individua tre categorie particolarmente a rischio: le famiglie in condizione di povertà “tradizionale”; le famiglie che presentano uno stato di sovraindebitamento; le piccole e medie imprese che precipitano verso il fallimento per la progressiva caduta della domanda di loro prodotti o servizi. A queste si aggiungono i cosiddetti “insospettabili”, appartenenti a quelle categorie sociali come avvocati, commercialisti e professionisti che fino al marzo scorso rappresentavano la società produttiva mentre adesso soffrono la crisi. Le persone che desiderano rivolgersi alla Fondazione Antiusura di Bari possono prenotare un colloquio telefonando al n. 080 5241909. Destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica equivale, quindi, ad assicurare conforto, assistenza e carità grazie ad una firma che si traduce in servizio al prossimo. La Chiesa cattolica si affida alla libertà e alla corresponsabilità dei fedeli e dei contribuenti italiani per rinnovarla, a sostegno della sua missione. Ogni anno si realizzano, in Italia e nei Paesi più poveri del mondo, oltre 8.000 progetti che vedono impegnati sacerdoti, suore e i tantissimi operatori e volontari che quotidianamente rendono migliore un Paese reale, fatto di belle azioni, di belle notizie.