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Petrin (AIDO): “Donazione organi: un gesto di altruismo”

Interris.it ha intervistato la dottoressa Flavia Petrin, presidente dell'Associazione Italiana Donazione Organi (AIDO) sull'importanza di esprimere la propria volontà di donare gli organi e per sfatare paure e pregiudizi

“La Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti, che cade il 14 aprile, è un’occasione molto importante per sensibilizzare i cittadini che non hanno ancora fatto una scelta e quanti hanno espresso un no alla donazione, forse perché non avevano le informazioni sufficienti per esprimere una scelta consapevole”.

Così a Interris.it la dottoressa Flavia Petrin, presidente dell’Associazione Italiana Donazione Organi (AIDO). Dal 1973 Aido si impegna a diffondere la cultura della donazione di organi, tessuti e cellule. Venne fondata da Giorgio Brumat, informatore scientifico, con l’obiettivo di diffondere la prospettiva del trapianto come trattamento risolutivo e come auspicabile alternativa alla dialisi.

I dati sulla donazione degli organi in Italia

Esistono circa 8.000 persone in lista d’attesa che aspettano un organo. Ma purtroppo abbiamo un 30% di persone idonee alla donazione che invece, direttamente o tramite i familiari, si oppongono alla donazione”, prosegue la presidente Petrin.

“Noi di Aido vorremmo far capire a queste persone che dire di sì alla donazione è un gesto di grande altruismo che fa bene non solo alla persona che riceve l’organo, ma anche alla sua famiglia e a tutta la società. Perché un paziente in lista di attesa costa molto dal punto di vista sanitario. Senza contare che quella persona nel 90% dei casi ritornerà a lavorare, ad una vita attiva. Non solo non sarà più un costo, ma una risorsa”.

I motivi del No: “Sfatiamo paure e pregiudizi”

“Eppure, molte persone dicono ‘no’ alla donazione per paure e preconcetti del tutto infondati. Il primo quesito che ci pone la gente è: ‘sono veramente morto al momento della donazione?’. Vorrei rassicurare tutti i cittadini, perché la legge italiana è la legge più garantista di tutte. Nel momento del decesso si fanno dei controlli cardiologici, e non solo, proprio per essere sicuri che il soggetto sia morto. L’accertamento di morte si fa indipendentemente che si abbia scelto o meno di donare gli organi. Perciò su questo punto si può essere assolutamente certi: l’espianto avviene solo a morte avvenuta”.

A chi va la donazione

“La seconda domanda che spesso viene posta è se siamo sicuri che la donazione vada alle persone che veramente ne hanno bisogno. Sì, ne siamo sicuri. Perché anche su questo ci sono dei criteri molto rigidi per la scelta del donatore, stabiliti dalla Consulta Nazionale Trapianti del Ministero della Salute”.

“Nello specifico, la scelta del donatore va in base, prima di tutto, alla gravità del paziente. Altri criteri possono incidere l’età – perché un organo di un bambino non può andare a un adulto e viceversa – la conformazione fisica ed altro. Ci sono dei criteri molto rigidi sulla scelta del ricevente, anche su questo io vorrei rassicurare i cittadini dicendo che l’organo va alla persona che maggiormente ne ha bisogno”.

L’età non conta e neppure lo stato di salute

“Un terzo mito da sfatare è il discorso sull’età: non si è mai troppo vecchi per donare! Noi vediamo che con l’aumento dell’età le persone tendono a diminuire la scelta positiva perché pensano che con l’età non si possa diventare donatori. Anche su questo vorrei dire che oltre il 50% sono persone che hanno oltre 65 anni e ci sono donatori anche di 70, 80, 90 anni e addirittura a Firenze a fine 2022 abbiamo avuto una donatrice che aveva 101 anni e 8 mesi e ha donato un fegato.

“Non è un problema neppure la presenza, la momento del decesso, di una malattia, anche cronica. Infatti, saranno i medici che andranno a verificare se effettivamente si è idonei o meno alla donazione. L’unico compito è dire sì alla donazione quando si è ancora in vita.  Al resto ci pensano i sanitari del Centro Trapianti”.

Aggiungo, per sfatare un’altra paura spesso presente, che l’anonimato tra donatore e ricevente è garantito per legge.  In consulta nazionale c’è una riflessione in merito. Ma se verrà accettato che le due famiglie possano conoscerci – e devono volerlo entrambe – verranno accompagnate in un percorso di avvicinamento e accettazione. Ma ad oggi questa possibilità non esiste”.

Come esprimere la volontà di donare gli organi

“Si può esprimere la volontà a donare in diversi modi. Da ormai due anni e mezzo abbiamo DigitalAido.  Oppure tramite il sito o l’app di Aido. infine, c’è la scelta in comune al momento del rinnovo della carta di identità. Nel sito di Aido ci sono tutte le informazioni.

“Vorrei infine ricordare che tutte le religioni sono favorevole alla donazione e fare un appello finale ai lettori: informatevi correttamente prima di fare la vostra scelta; fate la vostra scelta in vita. Decidete per voi stessi cosa volete dopo la vostra morte. Aido è al vostro fianco per aiutarvi”.

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