La voce degli ultimi

mercoledรฌ 25 Dicembre 2024
6.8 C
Cittร  del Vaticano

La voce degli ultimi

mercoledรฌ 25 Dicembre 2024

Prima la pandemia, ora la guerra. Intervista allo psicologo Mazzarini sugli effetti dell’ansia e dell’insicurezza

A Interris.it i consigli scientifici per affrontare l'ansia e l'insicurezza accentuate dall'emergenza Covid e dal conflitto russo-ucraino

A Interris.it i consigli dello psicologo per affrontare questa fase di difficoltร  individuale e collettiva. Prima la pandemia e ora la guerra contribuiscono ad acuire il senso sociale di isolamento e di insicurezza. Abbiamo chiesto allo psicologo Lorenzo Mazzarini quali siano le conseguenze sulla vita individuale. Soprattutto per le persone piรน fragili.psicologo

I consigli dello psicologo

“Lโ€™emergenza pandemica ed ora la guerra in Ucraina hanno messo a dura prova il senso di sicurezza di tutti noi. Pervasi dal timore di contrarre il virus. O da quello di essere coinvolti in un conflitto con le nefaste conseguenze- sottolinea lo psicologo Lorenzo Mazzarini-. La costante preoccupazione di ammalarsi. Lโ€™indeterminatezza delle conseguenze legate alla malattia. Le incertezze derivate dalla novitร  dellโ€™infezione. E quindi la scarsa conoscenza di come affrontarla. Le frequenti informazioni sulla saturazione del sistema sanitario. Sono tutti elementi che hanno contribuito allโ€™attivazione di importanti sistemi di allarme nel nostro cervello. Questa attivazione avviene anche negli eventi traumatici o nei cosiddetti sviluppi traumatici”. Prosegue lo psicologo: “Non a caso alcuni scienziati iniziano a parlare della vicenda coronavirus come ‘trauma collettivo. Particolarmente utili al riguardo le ricerche condotte da uno dei piรน importanti neurofisiologi viventi, Stephen Porges dellโ€™Indiana University”.psicologoCosa ci accade durante una situazione di protratta incertezza?
“Durante la pandemia, secondo molti studi scientifici, il nostro cervello avrebbe azionato un sistema di allarme. Che si attiverebbe automaticamente in situazioni di pericolo. Capace di spegnersi o attenuare il segnale solo quando ci sentiamo in una situazione di sicurezza. Il meccanismo fisiologico รจ funzionale a preservarci da pericoli quotidiani. Anche nelle relazioni. Ma se lโ€™attivazione รจ particolarmente intensa e soprattutto continua nel tempo ecco allora la situazioneย  cambia”.psicologoIn che modo?
“Potrebbero comparire conseguenza psicologiche disfunzionali al nostro vivere quotidiano. O vere e proprie psicopatologie. Uno dei fattori che puรฒ incrementare il senso di sicurezza รจ proprio la presenza ed il supporto degli altri. Ma lโ€™isolamento lo ha reso piรน difficoltoso. Altro fattore fondamentale รจ la resilienza. E le caratteristiche personali come la capacitร  di far fronte a tali situazioni. Qui le persone piรน fragili (come disabili, anziani, giovanissimi ed adolescenti) sono stati messi alla prova ancora piรน duramente. Probabilmente queste categorie maggiormente vulnerabili hanno avuto una piรน marcata percezione del pericolo. In maniera e per ragioni diverse. In alcuni le conseguenze possono sfociare in condizioni di disagio. Come disturbi dโ€™ansia, problemi relazionali, disturbi dellโ€™umore. Fino agli stati depressivi. Accompagnati anche da rabbia e disforia. Non a caso lโ€™ansia si caratterizza per la presenza di un senso del pericolo/allarme ‘immotivato’. E lo stato depressivo. Con una sorta di rassegnazione allโ€™impotenza e negativitร  pervasiva”.psicologoQuanto contano la socializzazione e la relazioni nel rallentare il decorso di patologie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer?
“L’autorevole rivista scientifica ‘The Lancet’ ha pubblicato i risultati di una serie di ricerche che osservano gli esiti dellโ€™isolamento sugli anziani. Sa dal punto di vista medico sia da quello psicologico. Le conclusioni conducono ad un aumento del rischio di comparsa di psicopatologie. Come la depressione o di disturbi neurocognitivi. Da tempo si รจ sviluppata una branca di studi di neurobiologia relazionale. Che focalizza lโ€™attenzione nella relazione tra rapporti interpersonali e modi in cui il cervello si sviluppa e si plasma. Lo sviluppo della qualitร  delle connessioni nel nostro cervello e del suo benessere avviene grazie allโ€™interazione. Col mondo esterno. E in particolare attraverso le relazioni interpersonali. Non รจ difficile quindi pensare allโ€™isolamento relazionale e fisico, durante il lockdown, come un evento che potrebbe facilitare la degenerazione di cellule cerebrali. Processo giร  in atto in alcuni soggetti colpiti da demenze cognitive e morbo di Alzheimer”.mentePuรฒ farci un esempio?
“Uno studio dellโ€™Asl di Vercelli ha confermato questa ipotesi. Arrivando alla conclusione che persone anziane, non colpite da Covid, hanno avuto un decadimento cognitivo. Misurato tra lโ€™altro con un test efficace. La misura, ripetuta negli anni, ha rilevato un deterioramento doppio delle capacitร  rispetto al periodo pre-Covid”.psicologoLa depressione appare sempre piรน diffusa. Quali sono le fasce di etร  maggiormente colpite dal “male oscuro”?
“Studi statistici tra i quali quello dellโ€™Istituto Superiore di Sanitร  (Iss), i soggetti piรน a rischio di essere colpiti da disturbi depressivi sono i disoccupati. La fascia della popolazione a basso livello dโ€™istruzione. I giovani, le donne e gli anziani. Essi mostrano che la perdita di produttivitร  lavorativa รจ tra i principali determinanti della cattiva salute mentale. Il Dipartimento di Salute Mentale dell’Universitร  della Campania โ€œLuigi Vanvitelliโ€ rileva che, durante le chiusure sono aumentati i sintomi dello spettro ansioso-depressivo. Ossessivo-compulsivo. E post-traumatico. Soprattutto nei soggetti di sesso femminile. In particolare sopra i 65 anni”.psicologoA cosa si riferisce?
“La durata dellโ€™esposizione al lockdown ha rappresentato un fattore predittivo significativo del rischio di presentare peggiori sintomi ansioso-depressivi. In un altro studio dello stesso Istituto Superiore di Sanitร  si sottolinea che le fasi di lockdown durante la pandemia hanno reso piรน depressa la popolazione italiana. Particolarmente nella fascia dโ€™etร  che riguarda i giovani tra fino ai 34 anni. Un forte impatto ha avuto nei giovani adolescenti la chiusura delle scuole. Con la limitazione delle occasioni di socializzazione. La riduzione dellโ€™attivitร  fisica. Le sensazioni di pericolo. E stress. Dai dati su ricoveri, ideazione e tentativi suicidari dellโ€™ospedale Bambin Gesรน di Roma, si osserva un forte incremento di casi a marzo, aprile e dicembre-gennaio. Ossia i periodi di lockdown e misure restrittive di isolamento”.psicologoIn che modo si puรฒ scongiurare il rischio che gli anziani si richiudano in sรฉ stessi trasformando la terza etร  in una fase di progressiva perdita di relazioni sociali?
“Se da un lato lโ€™isolamento sociale puรฒ produrre gli effetti fin qui descritti, si puรฒ immaginare allora quanto sia potenzialmente benefica la stimolazione cognitiva. Attraverso lโ€™implementazione di relazioni ed altri tipi di attivitร . Parlare con loro. Relazionarsi. Chiedere ed essere curiosi verso ciรฒ che pensano. Come si sentono. Verso le semplici attivitร  quotidiane. Rievocare i ricordi. Anche con lโ€™osservazione di oggetti, foto, musica, libri. O ciรฒ che puรฒ stimolare memoria e sensazioni positive. Fondamentale rimane lโ€™impegno nelle attivitร  quotidiane e nella loro pianificazione”.Quali in particolare?
“Dal riordinare la casa alla preparazione dei pasti, ai contatti con persone care. Allโ€™elenco della lista della spesa. Fino ad attivitร  piรน ludiche, ad esempio giocare a carte. Nel rispetto delle capacitร  e delle possibilitร  รจ fondamentale che le persone anziane si percepiscano come utili a loro. Ai propri cari ed alla societร  in generale. Cucinare un pasto per la famiglia. O semplicemente aiutare in alcune fasi. Offrire consigli per una ricetta. Come riconoscere la qualitร  di alimenti. Sono solo alcuni esempi di come offrire occasioni di elevare la loro autostima. E sentirsi ancora parte della societร . Preziosa la disponibilitร  di associazioni che presentano occasione di socializzazione anche in piccoli gruppi. Da non trascurare lโ€™aspetto del movimento fisico. Sempre misurato alle possibilitร  individuali. E’ ormai assodato che il movimento e soprattutto allโ€™aperto stimola la produzione di endorfine. Ormoni che facilitano un buon tono dellโ€™umore”.

ARTICOLI CORRELATI

AUTORE

ARTICOLI DI ALTRI AUTORI

Ricevi sempre le ultime notizie

Ricevi comodamente e senza costi tutte le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

Stay Connected

Seguici sui nostri social !

Scrivi a In Terris

Per inviare un messaggio al direttore o scrivere un tuo articolo:

Decimo Anniversario