Per effetto della pandemia oggi gli italiani sono più connessi e digitali. L’indagine Mastercard ha indagato le preferenze degli italiani. E la relazione con i principali ambiti di vita comune. Dalla comunicazione alla formazione. Dall’intrattenimento allo shopping. Cresce l’importanza assegnata agli acquisti online. Sono al primo posto. Tra gli ambiti della quotidianità in cui il digitale è stato protagonista negli ultimi sei mesi di pandemia. Superando anche divertimento e passioni. Rispettivamente 85% contro 70,2%. Ma quali sono state le innovazioni tecnologiche più impattanti per gli italiani nell’ultimo semestre di pandemia? Al primo posto della top five gli intervistati indicano le app di messaggistica istantanea (54,7%). Seguite da e-commerce e acquisti online (48,1% degli italiani).
Variazioni in pandemia
I consumi sui canali digitali e gli acquisti online non rappresentano più una tendenza temporanea. Bensì un’abitudine pronta a consolidarsi. Andando ben oltre il solo desiderio di intrattenimento e svago. Lo sottolinea ulteriormente il terzo posto occupato in classifica dai pagamenti digitali (47%). Tramite smartphone e wearable. Segnano, infatti, un importante cambiamento nelle consuetudini di acquisto. Riconoscendo al digitale la capacità di facilitare e migliorare la quotidianità. Al 5° posto ci sono le nuove tecnologie. Come l’identità digitale. In grado di semplificare il rapporto con la pubblica amministrazione (43%). Superando anche le passioni e l’intrattenimento. Che sono rappresentate dalle piattaforme di streaming. Per la visione di film e serie tv (33,6%). O per l’ascolto musicale (20,5%).
Trend
Sul fondo della classifica infine e-book e piattaforme di e-sport. Trend che non hanno ancora abbracciato tutta la popolazione. Ma che riscuotono successo tra i più giovani. Rispettivamente 11% e 5%. Solo per un italiano su 3 (33,6%) è disposto a rinunciare a queste ed altre innovazioni tecnologiche riscoperte nell’ultimo anno. Una possibilità vista con particolare pessimismo nella fascia d’età 55-65 anni. A dimostrazione del significativo impatto del digitale nella quotidianità dei più adulti. Ma nello specifico, a cosa non possiamo più rinunciare in futuro? Le piattaforme di e-commerce vengono indicate da oltre l’81% degli italiani. Secondo sole alle app di messagistica istantanea che si confermano stabili in vetta alla classifica (87,6%).
Boom di digitalizzazione
La digitalizzazione del retail rappresenta un driver importante nella scelta degli acquisti per il 68% degli italiani. Sono ancora una volta i pagamenti i protagonisti. Tra i servizi tecnologici a cui si attribuisce il maggior peso nella scelta dei negozi. Nei quali effettuare i propri acquisti. Gli italiani premiano la possibilità di effettuare pagamenti digitali in store (40,4%). Seguono poi la presenza di un sito web completo. E facilmente navigabile. Attraverso cui conoscere l’offerta (39,5%). E un servizio di e-commerce con consegna a domicilio (37,8%). Attirano l’attenzione dei consumatori anche tutti i servizi digitali. Capaci di migliorare la “customer experience“. Online o nel negozio fisico. Come per esempio le chat online attraverso cui dialogare in tempo reale con l’esercente (30%). Le visite virtuali in negozio (27%). L’utilizzo dei canali social (23%). Fino alla possibilità di un negozio totalmente automatizzato (19%). Una possibilità oggi sempre meno avveniristica.
Localismo in pandemia
In pandemia, inoltre, si rileva una rinnovata sensibilità e vicinanza degli italiani verso la comunità di appartenenza. Ciò si traduce in un ritorno al localismo nei consumi. Scelti principalmente per il rapporto umano che li caratterizza (43,5%). Il sostegno al territorio (38,8%). E la cura al cliente (37,5%). I piccoli esercenti hanno ritrovato la loro attrattività. Diventando protagonisti di un vero e proprio trend di acquisti di prossimità e quartiere. Anche in questo ambito, però, gli italiani riconoscono alla tecnologia un ruolo chiave. Nel favorire e accelerare il processo di recovery. Sì alla diffusione e alla valorizzazione di un e-commerce locale che coinvolga i piccoli esercenti. E le piccole e medie imprese (pmi) alla base del tessuto economico italiano. Ciò è riconosciuto da 1 italiano su 3 come un aspetto fondamentale nella ripartenza economica.