Rispetto al 2019, quando è esplosa la pandemia, oggi più del 31% di italiani soffre di depressione. Il 32% di ansia e ben il 41% di “distress”. Ovvero di stress molto accentuato. Più dura la condizione per chi ha vissuto il Covid in prima linea. Come personale medico e paramedico, degenti e familiari. Il 42% in più soffre di ansia. Il 40% in più di insonnia. E il 28% in più di disturbo post-traumatico da stress.
Appello al Ssn
Sos minori. L’onda lunga della pandemia. +46% di istinti suicidi, autolesionismo, ritiro sociale. Ecco ciò che la pandemia ha tolto agli italiani. Long Covid: una persona su 5 soffre di depressione. Il 40% in più rispetto al periodo pre-emergenza sanitaria. Armando Cozzuto è il presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania. E già in piena pandemia aveva esortato ad attenzionare il prima possibile soprattutto le fasce sensibili della popolazione. Come bambini, adolescenti, anziani, persone con disabilità. Un monito quanto mai attuale: “Il servizio sanitario nazionale si prepari agli effetti psicologici derivanti dalla pandemia. Sintomatologie come ansia e depressione finora contenute dal contesto emergenziale stesso. Ma pronte a manifestare i loro effetti a lungo termine“. Uno scenario ormai evidente nei suoi drammatici riflessi.
L’onda lunga della pandemia
Ora un’indagine scientifica di Unicusano ha approfondito la salute mentale degli italiani. Analizzando gli effetti psichici della pandemia sulla popolazione. Con dati allarmanti soprattutto su personale medico, donne e minori. Dagli adolescenti il principale grido d’aiuto. +46% di ideazione suicidaria, autolesionismo, ritiro sociale. In Italia una persona su cinque soffre di depressione, stati d’ansia, insonnia e disturbi dell’umore. Ovvero il 40% in più rispetto al periodo pre-pandemico. Sono questi i sintomi e le conseguenze del Covid. Ai quali oggi gli esperti hanno dato un nome. Identificandoli come “pandemia emozionale”. Ossia un vero e proprio stato psichico invalidante. Conseguenza di paure, preoccupazioni, angosce e incertezze.
Impatto
Si stima che il 10% della popolazione abbia avuto almeno un attacco di panico per la prima volta nella vita. I sintomi più comuni tra gli adulti e gli adolescenti sono iperallerta e ipocondria. Poi perdita del desiderio di contatto con il mondo esterno. Disattivazione dello stimolo del “cervello sociale”. Quello, cioè, che induce un individuo a socializzare. Attacchi di panico. Invece i pre-adolescenti soffrono per il 48% di disturbi post-traumatici. Quali stanchezza (31%), irritabilità (16%). Disorientamento (14%), apatia (13%) ed esaurimento (12%). L’ultima ricerca dell’Unicusano è stata diffusa tramite infografica. E mostra gli effetti tuttora presenti del coronavirus nel nostro Paese. Riportando numeri e informazioni d’impatto.
Carico psicologico
Dunque a pagarne le conseguenze, secondo i dati raccolti da Unicusano, sono principalmente donne, bambini, adolescenti. Operatori sanitari e guariti dal virus. Ma anche i familiari di chi ha contratto la malattia. Ed è deceduto a causa di questa. Chi ha perso il lavoro. O chi ha incassato il colpo dei danni subìti alla propria attività. Il Covid-19 non ha trovato ostacoli sul suo cammino. Ripresentandosi, di ondata in ondata. Recando un carico sempre maggiore di conseguenze psicologiche. Con cui più del 31% degli italiani si trova a fare i conti. A livello psicologico, il Covid ha esacerbato disuguaglianze già presenti nel nostro Paese. Come quella tra uomo e donna. Sono, infatti, tra le prime vittime della “pandemia mentale” le donne italiane del Sud o Centro Italia. Di età compresa tra i 35 e i 64 anni. Con difficoltà economiche ma un alto livello di educazione.
Effetti di rimbalzo
A camminare di pari passo con i nuovi (o esacerbati) stati psichici è stato anche l’uso degli psicofarmaci. Aumentato esponenzialmente dopo il primo lockdown. Con rilevanti effetti di rimbalzo durante le varie ondate. Secondo quanto analizzato nella ricerca di Unicusano, il 14% degli italiani intervistati ha iniziato ad assumere, ex novo, ansiolitici o sonniferi. E il 10% antidepressivi. Chi già faceva uso di questi farmaci si è trovato costretto ad aumentarne il dosaggio. È da parte di questi ultimi che arriva la richiesta d’aiuto più preoccupante. Per episodi di autolesionismo. Ideazione suicidaria (tentato suicidio o suicidio). Disturbi del comportamento alimentare.