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Padre Feretti: “Ecco chi sono gli angeli di oggi”

Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: ‘Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto‘”. E’ questo ciò che un angelo – come racconta l’evangelista Marco (Mc 16, 1-7) – a Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Salome, che si erano recate al sepolcro dove Gesù era stato sepolto per ungerlo con oli aromatici.

Il lunedì dell’Angelo

Il lunedì dell’Angelo prende il nome dall’incontro dell’angelo con le donne giunte al sepolcro. Questa espressione, diffusa in Italia, non appartiene al calendario liturgico della Chiesa Cattolica, il quale lo indica come lunedì dell’Ottava di Pasqua.

L’intervista

Ma perché si ricorda questo incontro tra le donne e l’angelo? Qual è la sua importanza per la nostra fede? Interris.it ne ha parlato con padre Alfredo Feretti, sacerdote degli Oblati di Maria Immacolata, è stato per anni responsabile della Pastorale giovanile e della Liturgia del Santuario di Lourdes. Successivamente ha diretto il Centro giovanile Giovanni Paolo II a Montorso, nei pressi di Loreto. Oggi continua il suo impegno come direttore del Consultorio familiare e presidente del Centro “La Famiglia” di Roma.

Padre Alfredo, perché il Lunedì dell’angelo è così importante per la nostra fede?

“Le grande solennità nella Chiesa si prolungano per un po’ di tempo. La Pasqua – che è la più importante per noi – si prolunga da una parte per otto giorni, Ottava di Pasqua; ma si prolungherà per altri cinquanta giorni durante tutto il tempo pasquale, fino alla sua conclusione con la festa di Pentecoste. Il Lunedì dell’Angelo è il primo giorno di prolungamento della Pasqua, tempo di gioia, o come dicono gli Orientali tempo di luce. Nei giorni seguenti alla Pasqua, si leggono tutte le apparizioni più importanti del Signore Gesù dopo la sua resurrezione. Apparizioni che sono un po’ il segno per noi o la possibilità di venire a contatto con la testimonianza più importante della nostra fede. Il primo testimone che annuncia questo evento è un angelo, il lunedì dopo la Pasqua si fa memoria di quell’annuncio, in particolare si fa memoria dei destinatari di questo annuncio: le donne. Le prime testimoni della resurrezione sono le donne che diventano anche le prime annunciatrici di questo evento. Papa Francesco lo ripete spesso: sono le ‘apostole’ degli apostoli, sono mandate agli apostoli. E’ la giornata della sorpresa, ecco il cuore dell’annuncio”.

Gli angeli spesso ricorrono nella nostra vita e sono protagonisti dei grandi annunci. Come l’Arcangelo Gabriele che annuncia a Maria il concepimento di Gesù e come l’angelo che annuncia alle donne la resurrezione di Cristo. Quanto sono importanti gli angeli?

“Sono importanti non in quanto loro stessi, ma in quanto portatori di un annuncio. Diventano il tramite, quasi a renderci più vicina l’inaccessibilità di Dio. Ho vissuto per tanti anni in uno dei santuari più importanti d’Europa, a Lourdes, una delle cose che si nota sempre è quanto abbiamo bisogno di toccare: si sfiora quella roccia, quelle pietre. C’è voglia di entrare in contatto con Colui che non si tocca più che è il nostro Dio. Allora, ecco da dove nasce il nostro bisogno di mediatori che ci avvicinino a lui. Gli angeli sono davvero il tramite, i portatori. Loro svaniscono per lasciare spazio a colui che annunciano. Anche il grande Arcangelo Gabriele che va a visitare Maria: annuncia e poi sparisce, il suo ruolo è quello di fare da ‘battistrada’ all’arrivo dell’Eterno. Anche nella nostra vita abbiamo bisogno di angeli, non solo di quelli di cui leggiamo nella Sacra Scrittura, ma anche a quegli angeli che sono i volti di uomini e donne che ci annunciano speranza, nonostante lo scoraggiamento, il senso di fallimento. Molto spesso gli angeli iniziano il loro annuncio dicendo: ‘Non temete’. Parole che nella Sacra Scrittura è ripetuto 365 volte, come se ogni giorno un angelo ci appaia e, mentre ci accarezza, ci dica non temere”.

L’angelo chiede alle donne davanti al sepolcro vuoto: “Di che avete paura”? Quali sono le paure dei cristiani del nostro tempo? 

“In questo momento ci sono le paure degli uomini che sono quelle che ci attanagliano di più. Non abbiamo fiducia nell’uomo che ci presenta il suo volto aggressivo, così poco rispettoso della sua dignità da essere disposto a sfasciare tutto per piantare una bandiera sulle macerie. La sua domanda però è giusta: il cristiano a volte ha paura di affidarsi totalmente a Cristo. A tutti noi viene in mente le prime parole di San Giovanni Paolo II il giorno in cui fu eletto pontefice: ‘Non abbiate paura, spalancate le porte a Cristo’. Parole che sono risuonate con forza dentro di noi. Io ero giovanissimo e servivo la Messa a San Pietro, lo ricordo con grande intensità. A volte abbiamo paura che il suo messaggio non sia di vittoria, ma che sia solo un messaggio di speranza, fatto per ammorbidire certe spigolature o alcune asperità della vita. Il messaggio di Cristo è un messaggio di salvezza. Gli angeli della resurrezione sono oggi coloro che in mezzo agli uomini colgono speranza. In questi giorni abbiamo la testimonianza di Papa Francesco che è straordinaria: in mezzo allo sfacelo, con occhi grandi, quelli penetranti del Risorto, vede il piccolo lume della salvezza”.

Manuela Petrini: