Oggi, 20 novembre, si celebra la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. L’UNICEF – il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia istituito nel 1946 per aiutare i bambini vittime della Seconda Guerra Mondiale – celebra ogni anno questa giornata di azione globale, fatta dai bambini per i bambini, per diffondere consapevolezza sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Il 20 novembre del 1989 venne infatti approvata la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il trattato sui diritti umani maggiormente ratificato al mondo, con 196 Stati Parte, ratificata dall’Italia il 27 Maggio del 1991 con la Legge N. 176.
Ancora oggi però, nonostante le buone intenzioni, troppi bambini vedono negati i loro diritti ad assistenza sanitaria, nutrizione, istruzione e protezione adeguati. In questa importante occasione, InTerris.it ha intervistato la Presidente dell’UNICEF Italia, la dottoressa Carmela Pace, prima donna a ricoprire la carica di Presidente di UNICEF Italia.
L’intervista a Carmela Pace, presidente UNICEF Italia
Dottoressa, cosa rappresenta per lei e per la società l’essere la prima donna a ricoprire la carica di Presidente UNICEF Italia?
“Proprio nel giorno in cui celebrammo il 74° compleanno dell’UNICEF [11 dicembre 2020, ndr] venni onorata della nomina a Presidente dell’UNICEF Italia. Essere la prima Presidente donna dell’UNICEF Italia rappresenta, oltre a un grande onore, anche una grande responsabilità, perché significa rappresentare le voci e i diritti di tanti bambini e bambine in Italia e nel mondo. Quando sono state eletta Presidente dell’UNICEF ho dedicato il mio mandato al compianto Presidente Francesco Samengo, un uomo di grande valore che ha saputo trasmettere a tutta la famiglia dell’UNICEF Italia un’enorme motivazione a lavorare incessantemente per migliorare le condizioni di vita di tanti bambini e bambine nel mondo. La mia promessa è quella di continuare ad essere in prima linea per vincere la battaglia contro questo virus e proseguire il nostro lavoro per i diritti, la sopravvivenza e il benessere di tanti bambini e adolescenti in Italia e nel mondo”.
C’è ancora bisogno nel mondo di oggi di una giornata espressamente dedicata ali diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e perché?
“Sì, direi anzi oggi più che mai c’è ancora bisogno di una Giornata dedicata ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, perché negli ultimi anni alle sfide pregresse che i bambini stavano affrontando (guerra, povertà, malnutrizione) se ne sono aggiunte altre, penso alla pandemia da COVID-19 e alle sue conseguenze, al cambiamento climatico, alla guerra in Ucraina. Proprio per questo, come UNICEF Italia, abbiamo deciso di dedicare la giornata alla salute mentale e al benessere psicosociale, perché è necessario fornire a tutti i bambini e ai giovani degli strumenti ulteriori che consentano loro di affrontare i traumi che il mondo di oggi sta causando”.
Quanti adolescenti soffrono di disturbi mentali nel mondo?
“Nel mondo 1 adolescente su 7, fra i 10 e i 19 anni, soffre di problemi legati alla salute mentale; quasi 46.000 adolescenti muoiono a causa di suicidio ogni anno – più di uno ogni 11 minuti. Quasi la metà di tutte le problematiche legate alla salute mentale inizia entro i 14 anni di età e il 75% di tutte le problematiche legate alla salute mentale si sviluppano entro i 24 anni, ma la maggior parte dei casi non viene individuata e non viene presa in carico”.
E in Italia?
“In Italia, prima della pandemia, la prevalenza dei problemi di salute mentale si collocava intorno al 18-20% della popolazione, ovvero tra 1.800.000 e i 2 milioni di persone minorenni. Nel 2019, si stimava che il 16,6% dei ragazzi e delle ragazze fra i 10 e i 19 anni, circa 956.000, soffrissero di problemi di salute mentale, con una prevalenza in questa fascia d’età maggiore nelle ragazze (17,2%, pari a 478.554) rispetto ai ragazzi (16,1%, pari a 477.518) e con un’incidenza in aumento con l’età”.
I bambini sono spesso indicati come “il futuro della società”. A lei chiedo: sono il “futuro” o anche il “presente”?
“I bambini sono il nostro futuro, ma anche il nostro presente. Garantire che i loro diritti siano rispettati significa dotarli di uno strumento essenziale che gli consenta di sviluppare le proprie potenzialità, essere ascoltati, essere resi attori attivi nelle decisioni che li riguardano. È necessario quindi agire oggi e promuovere quella cultura dei diritti dell’infanzia per la quale come UNICEF da sempre ci battiamo. Proprio per questo siamo presenti in tutta Italia attraverso la rete dei Comitati UNICEF locali, con i nostri volontari, nelle scuole con il Programma ‘Scuola amica dei bambini’, nelle città con il programma ‘Citta Amica dei bambini e degli Adolescenti’, negli ospedali e nelle comunità con il Programma ‘Insieme per l’allattamento’ e in diversi luoghi della cultura e socialità con i Baby Pit Stop dell’UNICEF, per fare in modo che i bambini e le loro famiglie siano messi sempre più al centro delle nostre società”.
Sono passati 40 anni dall’approvazione dei diritti dell’infanzia. La società è nel frattempo molto cambiata. Che futuro vorrebbe per le nuove generazioni?
“Il mio augurio è quello di un futuro di pace ed equità, un futuro in cui non sia più necessario battersi perché un bambino riceva un’adeguata nutrizione, abbia accesso a servizi idrici e igienici o a cure mediche. Il mio augurio, il nostro augurio, è quello di un mondo che sappia vivere in armonia con se stesso, in cui chi ha di più possa dare una mano a chi ha meno. Solo così potremo raggiungere quell’equilibrio necessario affinché tutti i bambini abbiano le stesse opportunità di crescita, sviluppo, per vivere una vita al massimo delle proprie potenzialità”.