Il valore sociale dell’informazione Santuario di San Giuseppe da Copertino di Osimo, in provincia di Ancona. Don Maurizio Patriciello ad Osimo per il Festival del giornalismo d’inchiesta “Gianni Rossetti”. Interverrà all’incontro don Aldo Buonaiuto, già vincitore del medesimo premio nell’edizione 2019. Stasera il parroco di Caivano (Napoli), in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata, è ospite della rassegna che si svolge da 11 anni nella Marche. Con lui, verrà premiata l’Associazione Nadia Toffa e la Lega del Filo d’Oro.
Testimonianza a Osimo
Anche la Camorra ha paura. Teme gli uomini semplici, quelli abbastanza coraggiosi da sottrarsi al clima d’omertà e connivenza che ha consegnato ai boss il loro potere. Persone come don Maurizio Patriciello, parroco in uno degli angoli più degradati del Mezzogiorno. Con le sue omelie ed i suoi articoli è riuscito a portare all’attenzione dell’intero Paese le oscenità compiute dal crimine organizzato nelle periferie di tutta la Campania. Tra rifiuti tossici abbandonati accanto alle case e ragazzi giovanissimi coinvolti in faide sanguinose di droga e predominio territoriale. A Osimo don Maurizio Patriciello racconterà cosa significhi vivere in una terra di camorra e lottare per un futuro diverso. Lo farà stasera alle ore 21. Presso il Chiostro del Santuario di San Giuseppe da Copertino, in via San Francesco a Osimo. Riceverà il premio 2022 al Festival del Giornalismo d’Inchiesta delle Marche “Gianni Rossetti”. Un evento organizzato dal Circolo Culturale Ju-Ter Club Osimo. Sul palco a intervistarlo i giornalisti Caterina Cantori e Luca Romagnoli.
Intervento di don Buonaiuto
Momento particolarmente significativo dell’incontro l’intervento di don Aldo Bonaiuto. Personalità simbolo, come il confratello e amico don Patriciello, della Chiesa al servizio dei più fragili. Il sacerdote di frontiera della comunità Papa Giovanni XXIII ha ricevuto il prestigioso riconoscimento a Osimo nel 2019. Come fondatore e direttore del quotidiano digitale In Terris. “Don Aldo Buonaiuto, uomo di fede e giornalista – si legge nella motivazione del premio– porta quotidianamente in ogni sede si trovi ad operare per restituire dignità a tante donne sfruttate in giri di prostituzione, malaffare ed organizzazioni criminali. O per contrastare delinquenti che approfittano di persone ingenue e disperate per introdurle in sette che non hanno nulla a che fare con la religione”. Tre anni fa alla cerimonia di premiazione don Buonaiuto ha raccontato il lungo tratto di vita trascorso di notte sulle strade italiane. “Tutto ciò ha cambiato irreversibilmente il mio modo di sperimentare e condividere la fede – spiegò il sacerdote anti-tratta, autore del libro “Donne crocifisse”(Rubbettino con la prefazione di papa Francesco) -. Nelle periferie geografiche ed esistenziali si incontra Cristo nelle piaghe delle nostre vittime. Nostre, perché tutte le volte che si parla di legalizzazione della prostituzione si cede alla tentazione diabolica di normalizzare l’inaccettabile. Neppure dovrebbe essere un’ipotesi quella di poter acquistare un corpo come se fosse un nostro diritto”.
Lega del Filo d’Oro
Un premio stasera andrà anche alla Lega del Filo d’Oro, che da quasi 60 anni è al fianco dei bambini sordociechi e delle loro famiglie. Contesti diversi, ma uniti da uno spirito comune e dall’idea che la solidarietà e la condivisione possano migliorare il mondo. La serata di stasera sarà l’occasione, dunque, per ascoltare don Maurizio Patriciello. E con lui l’Associazione Nadia Toffa, che nel nome dell’inviata delle Iene scomparsa nel 2019, porta avanti attività di sostegno verso gli ultimi. Proprio con Nadia Toffa, don Patriciello condivideva l’impegno a denunciare la devastante situazione della terra dei fuochi. Chilometri quadrati di campagne dell’entroterra campano trasformati dalla camorra in discariche per rifiuti pericolosi e altamente inquinanti. Molti sono gli innocenti che a causa delle sostanze tossiche si sono ammalati e sono morti. Tanti anche coloro che gravitano attorno al mondo della droga. Una piaga che segna indelebilmente non solo chi la consuma ma anche chi la vende. Succede senza freni a Caivano. La parrocchia di don Maurizio Patriciello, infatti, è un presidio di misericordia, umanità e legalità al centro di una delle piazze di spaccio più grandi d’Italia. Dove spesso i conflitti tra clan concorrenti si risolvono con il ricorso alla violenza. Un luogo in cui nei clan si entra fin da giovanissimi, quasi bambini. A liberarli, tenendoli lontani dai rischi delle strade, si dedica eroicamente don Maurizio Patriciello. Anche attraverso l’oratorio e lo sport. Richiamando al contempo l’attenzione della collettività per non lasciare Caivano nelle mani dei boss.