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Le nuove sfide della cooperazione in un mondo che cambia

L'intervista di Interris.it al dottor Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, in occasione della Giornata internazionale delle Cooperative

L’Italia rappresenta uno dei Paesi in cui la cooperazione ha avuto e ha un’importanza storica e sociale di prim’ordine che consente alla stessa di generare l’8% del Prodotto Interno Lordo italiano con 12 milioni di soci e 1,2 milioni di addetti in ogni settore economico del paese.

L’opera di Confcooperative

© Confcooperative

Confcooperative è stata costituita nel 1919 e, come si evince dall’articolo 1 del suo statuto, ispira la sua azione alla dottrina sociale della Chiesa che è nata con l’enciclica Rerum Novarum di papa Leone XIII. Oltre a ciò, in ragione della funzione sociale che, all’articolo 45, la Costituzione italiana, riconosce alla cooperazione, Confcooperative ne promuove lo sviluppo, la crescita e la diffusione. Nel 2011 ha promosso la nascita dell’Alleanza delle Cooperative Italiane. Confcooperative presta inoltre notevole attenzione allo sviluppo delle relazioni con i movimenti cooperativi degli altri Paesi e promuove la crescita del movimento cooperativo e delle cooperative nei Paesi in via di sviluppo e di recente ordinamento democratico. È associata all’Alleanza Cooperativa Internazionale, a Cooperatives Europe e ai diversi organismi settoriali e di rappresentanza verso la Commissione Europea. La stessa, in Italia, è presente con 22 unioni regionali e 39 unioni territoriali.

La Giornata Internazionale delle Cooperative

La Giornata Internazionale delle Cooperative, in inglese CoopsDay, è stata istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite nel 1995 e quest’anno ha lo slogan “Le cooperative costruiscono un mondo migliore” al fine di, come ha esemplificato Bruno Roelants, direttore generale dell’Ica, ossia l’Alleanza Internazionale delle Cooperative, ribadendo l’importanza di “rispondere al campanello d’allarme del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che ha avvertito come il mondo sia oggi pericolosamente sull’orlo di un abisso e si sta muovendo nella direzione sbagliata e ristabilire la fiducia e ispirare speranza.”. Interris.it ha intervistato, in merito a questo importante tema, il dottor Maurizio Gardini, dal 2013 presidente di Confcooperative.

L’intervista

Che significato ha per lei la Giornata Internazionale delle Cooperative?

“È un appuntamento annuale che si rinnova da 100 anni, da quando l’Ica la indisse nel 1922, nel 1995 arrivò anche l’importante riconoscimento delle Nazioni Unite. È una giornata di orgoglio e consapevolezza. Orgoglio per quello che in termini quantitativi e qualitativi la cooperazione riesce a fare ogni giorno a tutte le latitudini.  Nel mondo ci sono 3 milioni di cooperative che danno lavoro a 280 milioni di persone, il 10% della forza lavoro complessiva, ogni 10 lavoratori almeno 1 presta la propria attività in una cooperativa. A diverso titolo le cooperative coinvolgono nelle loro attività 1 miliardo di persone. Già solo le 300 cooperative più grandi generano un fatturato aggregato di oltre 2mila e 400 miliardi di dollari, cifra che supera nettamente il Pil del Canada e anche del nostro Paese. Se le cooperative fossero riunite in uno stato rappresenterebbero la settima economia del mondo”.

In che modo il mondo della cooperazione sta rispondendo alle nuove sfide sociali ed economiche poste dalla pandemia da Covid-19 e dalla guerra alle porte dell’Europa?

“Durante la pandemia, in Italia, ma non solo, le cooperative hanno continuato a garantire i servizi essenziali senza soluzione di continuità. Nei piccoli centri come nelle grandi città i cooperatori hanno rappresentato una sorta di resistenza civile, sociale ed economica che ha contribuito a mantenere in piedi le nostre comunità. Ma potrei citare i soci e i lavoratori della grande distribuzione che con quelli delle cooperative agroalimentari hanno garantito la disponibilità degli approvvigionamenti. O coloro che hanno sanificato gli ospedali e i posti di lavoro per evitarne la chiusura. Tanti altri hanno patito i morsi della crisi e della chiusura resistendo in silenzio e organizzandosi per la ripartenza. La cooperazione e i cooperatori hanno risposto nel solo modo che conoscono, facendosi carico dei bisogni trasformando il lavoro in una missione. In questi mesi di guerra sono tante le cooperative e i cooperatori che si stanno prodigando per accogliere gli ucraini in fuga dal loro paese”.

Sfollati
Kiev 04/03/2022 – guerra in Ucraina / foto Imago/Image
nella foto: profughi ONLY ITALY

Quali evoluzioni normative sarebbero necessarie al mondo della cooperazione al fine di rispondere in maniera più celere ai bisogni emersi in questo particolare periodo storico?

“Il nostro Paese deve affrontare e portare a compimento una stagione riformatrice che trasformi in modo radicale interi ambiti dell’economia e della società. Penso al tema della semplificazione, a quello della giustizia, a quello più in generale dell’economia. Come cooperative confidiamo nell’azione di questo esecutivo e nella sua capacità di dare vita a un ecosistema benevolo che permetta alle cooperative, come a tutto il mondo delle imprese, di poter svolgere il proprio lavoro in un quadro di regole certe, eque, che favoriscano modelli di sviluppo sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale. Tutte le riforme che vanno in questa direzione trovano il nostro convinto appoggio”.

Quali sfide e quali opportunità attendono il mondo della cooperazione nel futuro prossimo?

“Tra le tante sfide che la cooperazione è chiamata ad affrontare credo ci sia quella della valorizzazione della cooperazione autentica e della marginalizzazione dei fenomeni distorsivi. Un problema enorme che riguarda l’intera economia se consideriamo che i lavoratori in nero in Italia sono 3,5 milioni (poco meno di 100.000 nelle false cooperative). Sanificare l’economia è una priorità, non ne va solo del nostro buon nome ma anche della possibilità di continuare a fare il nostro lavoro così come l’abbiamo fatto negli ultimi 160 anni”.

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