copertina

“La musica può cambiare la società”: l’intervista a Simone Cristicchi

A distanza di 5 anni da “Abbi cura di me”, Simone Cristicchi torna con 11 tracce inedite e un nuovo album dal titolo evocativo “Dalle tenebre alla luce”. Oltre ad essere un cantante e cantautore, Cristicchi è anche attore teatrale e scrittore. E’ noto per il suo stile unico che combina musica, narrazione e impegno sociale. Ha vinto il Festival di Sanremo nel 2007 con la canzone “Ti regalerò una rosa”, un brano toccante che parla delle condizioni dei pazienti psichiatrici, tema a cui è molto sensibile. Ha scritto e interpretato inoltre numerosi spettacoli teatrali, tra cui “Magazzino 18”, un “musical civile” che racconta il dramma degli esuli istriani e dalmati dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il suo impegno sociale è evidente anche nella collaborazione con l’organizzazione umanitaria Amref, di cui è testimonial. Recentemente si è esibito insieme ad altri artisti dal palco di Trieste durante la Settimana sociale dei cattolici italiani. Abbiamo avuto il piacere di parlare con lui in un’intervista per Interris.it riguardo al suo nuovo album “Dalle tenebre alla luce”, all’impegno nel sociale con Amref e ai suoi progetti musicali e teatrali, recenti e futuri. Ecco cosa ci ha raccontato.

Simone Cristicchi PH: Giorgio Amendola. La copertina dell’album “Dalle tenebre alla luce”. Cover: Andrea Arbizzi

L’intervista a Simone Cristicchi

Quali emozioni ha scaturito in lei partecipare alla Settimana Sociale dei Cattolici a Trieste?

“E’ stata un’emozione molto forte: sono molto legato a Trieste. E’ il primo palco in cui mi sono esibito: era il 2013 e debuttai al Politeama Rossetti diretto da Antonio Calenda con ‘Magazzino 18’, un ‘musical civile’. Era il racconto del destino di quasi 300 mila persone che – dopo il trattato di pace del 1947 con cui l’Italia perdette vasti territori dell’Istria e della fascia costiera – scelsero di lasciare le loro terre natali destinate ad essere jugoslave e proseguire la loro esistenza in Italia. E’ stato molto emozionante incontrare di nuovo il pubblico di Trieste”.

Dopo 5 anni dal successo di “Abbi cura di me”, a giugno è uscito con un album di inediti intitolato “Dalle tenebre alla luce”. Il titolo condensa il senso del cammino da lei compiuto in questi 5 anni?

Sì, racconta del mio percorso nel mondo della filosofia, della spiritualità, dell’interiorità. È un disco a mio avviso molto maturo, forse il più maturo che io abbia fatto finora. Anche a livello musicale è molto coerente, con una modalità orchestrale, pianoforte, e pochissimo uso dell’elettronica. In generale, penso che sia molto denso di significati”.

Perché l’ha intitolato “Dalle tenebre alla luce”?

“Perché forse il nostro compito è riuscire ad intercettare tutto ciò che brilla nell’oscurità, riconnettendoci alla parte più autentica in noi: quella scintilla divina che ci permetta di trasumanar, di andare oltre l’umano, oltre la materia, e anche oltre questo mondo. Le 11 canzoni dell’album raccontano la mia vita in questi anni, i miei cambiamenti, la mia personale evoluzione. Sono dunque il mio sguardo ancora stupito. Il mio luminoso occhio sul mondo. La mia piccola firma di luce nell’oscurità”.

Nel video del singolo “Sette miliardi di felicità” ha incluso le immagini del suo viaggio in Kenya come testimonial Amref. Che cosa ha riportato da quel viaggio: quale immagine e quale auspicio?

“Riporto innanzitutto l’immagine della grande indigenza e povertà che purtroppo vivono queste popolazioni, sia nelle metropoli che nelle campagne. Ho visitato la più grande tendopoli di tutta l’Africa, Kibera, a Nairobi. Poi sono stato a visitare le scuole di campagna, luoghi dove non hanno nulla. Per loro lo studio è l’unica speranza di emancipazione, qualcosa che fanno con tantissima energia. L’aiuto che abbiamo portato con Amref riguarda i bisogni primari come acqua, costruzione di pozzi e servizi igienici. Nello specifico, ‘7 miliardi di felicità’ sostiene Amref Health Africa – Italia nella campagna ‘La fame non è un gioco’“.

Nel singolo “Il clandestino” ha definito la clandestinità come uno stato dell’essere. Cosa intende?

“La clandestinità è uno stato dell’essere, un destino è una scelta. Clandestino è lo sconosciuto che ti passa accanto. È chi combatte la sua battaglia in segreto. Clandestino sono io, quando difendo la mia unicità. Clandestino sei tu che operi nell’ombra, seminando frammenti di luce. Clandestini siamo noi, quando rinunciamo a una identità, per essere Tutto. Nel brano racconto questa sensazione di sentirsi sradicati, invisibili, ma allo stesso tempo liberi. La figura del clandestino mi piace perché rappresenta questo sentirsi parte di tutto senza appartenere a niente. Per me è uno stato nobile, di non appartenenza a schemi già prefissati. Pur avendo scritto la canzone per l’omonima serie televisiva con Edoardo Leo, mi rappresenta molto”.

Pensa che la musica abbia un ruolo nel poter cambiare in meglio la società?

“Sì. La musica può essere veicolo di messaggi, di riflessioni e può perciò mettere al centro problematiche importanti. Inoltre, le canzoni hanno per loro natura una grande potenza, perché utilizzano sia la musica sia le parole, riuscendo così a ispirare il pensiero delle persone che la ascoltano. I grandi artisti che ho ascoltato – Battiato, De Andrè, Fossati e tutti i grandi cantautori – sono riusciti a scavare nel profondo e a mostrare prospettive diverse. Questo è il potere della musica”.

Lei ha incontrato Papa Francesco all’evento “Pope meets artists”. Il pontefice è da sempre vicino ai temi sociali, in primis povertà e disuguaglianze. Che ricordo ha di quell’incontro?

“È stato bellissimo, un grande onore per me essere stato invitato. Ascoltare il discorso del Papa è stato emozionante. Ci ha definiti ‘profeti della bellezza’, parlando dell’importanza dell’arte per elevare l’animo umano. È stato un momento molto commovente”.

Guardando al futuro, quali sono i suoi prossimi progetti artistici?

“Nel mese di luglio sarò in tour con lo spettacolo live ‘Torneremo ancora – Concerto mistico per Battiato’. A novembre riprenderò la tournée di ‘Franciscus, il folle che parlava agli uccelli’, uno spettacolo che ho scritto su San Francesco di Assisi. È una tournée molto intensa e importante. Sono contento di portare la storia e i valori di questo straordinario personaggio in un mondo che va contro corrente rispetto al suo messaggio di pace, amore, rispetto del creato. Proprio per questo San Francesco è un maestro da riscoprire”.

Milena Castigli

Recent Posts

L’Inter corre sulla scia del Napoli

E’ la notte di Thuram, segna tre gol, stende il Torino e si porta a…

5 Ottobre 2024

Guerriglia urbana alla manifestazione pro Palestina: 30 agenti feriti

Momenti di forte tensione alla manifestazione Pro Palestina, organizzata a due giorni dal primo anniversario…

5 Ottobre 2024

Studio con IA per predire fibrillazione atriale e prevenire ictus nelle donne

Ad Ancona prende il via uno studio, guidato dal professor Antonio Dello Russo e patrocinato…

5 Ottobre 2024

Papa: telegramma di cordoglio per le vittime dello scuolabus a Bangkok

Il Papa ha inviato un messaggio di cordoglio per le vittime dell'incidente a Bangkok, dove…

5 Ottobre 2024

Rai, Mattarella: “Affidabile perché plurale e indipendente”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lodato la Rai in occasione del suo 100°…

5 Ottobre 2024

Vescovo di Batrun: “Il mondo tace sul dramma del Libano”

Mons. Mounir Khairallah, vescovo di Batrun, ha denunciato il silenzio internazionale sulle violenze in Libano,…

5 Ottobre 2024