Il primo segno di altruismo verso chi soffre è un sorriso sincero. In Puglia, precisamente in provincia di Lecce, l’associazione “Portatori sani di Sorrisi” anni fa, ha iniziato la sua attività proprio donando un sorriso ai bambini ricoverati ospedale attraverso la clown terapia. Successivamente, le attività si sono ampliate, fino ad abbracciare un ampio ventaglio di possibilità riguardanti ogni aspetto della vita indipendente delle persone con disabilità e fragilità. Interris.it, in merito a questa esperienza di inclusione, ha intervistato Pierangelo Muci, meglio conosciuto con il nome da clown “Ciccio Brutto” e presidente dell’associazione “Portatori sani di Sorrisi”
L’intervista
Come nasce e che obiettivi ha l’associazione “Portatori sani di Sorrisi”?
“Portatori sani di Sorrisi” nasce circa nove anni fa per fare l’attività di clown da corsia, in particolare clown dal naso rosso che portano sorrisi, gioia e buonumore ai piccoli, ma anche alle famiglie ospedalizzate nei nosocomi del Salento. La nostra attività è iniziata a Galatina e, il nostro primo intervento, è consistito nell’entrare nelle corsie degli ospedali. Nel corso degli anni, sono nati altri progetti legati alla disabilità, al turismo sociale accessibile, alla mobilità, all’umanizzazione dei reparti pediatrici e l’adeguamento degli spazi pubblici ai parametri inclusivi”.
Che valore assume per la vostra associazione l’inclusione delle persone con disabilità e fragilità?
“Il nostro obiettivo primario è proprio l’inclusione delle persone con disabilità e fragilità. Agiamo per favorire la vita indipendente e mettiamo in atto diverse attività finalizzate alla prova di questo. A Galatina, ad esempio, abbiamo un villaggio sociale con all’interno un residenziale, in cui i ragazzi possono venire e sperimentare la vita indipendente con altre persone che possono essere di sostegno alla vita comune. Oltre a questo, abbiamo un lido accessibile – Dinamiko Beach – a Sant’Isidoro presso Nardò, dove si crea inclusione, attraverso l’opera di Piero e Sabrina, due ragazzi con disabilità che gestiscono la struttura a 360 gradi, dalle pulizie mattutine ai rapporti con le persone che si recano lì”.
Quali sono i vostri auspici futuri? In che modo, chi lo desidera, può aiutarvi?
“In futuro vogliamo continuare a svolgere tutti i progetti che stiamo facendo. Invito tutte le persone a visitare il nostro sito internet dove poterli visionare. Vogliamo perpetuare e migliorare ciò che abbiamo messo in campo e creare sinergie con le associazioni del territorio. Un progetto per il futuro che stiamo cominciando ad attuare è quello di “Felicetta”, un’imbarcazione accessibile che verrà utilizzata tutto l’anno e dotata di tutti i comfort per permettere il bagno in mare dalla barca. Invitiamo tutti a venirci a trovare e a conoscerci. Le persone possono avvicinarsi in diversi modi alla nostra associazione, ad esempio diventando soci sostenitori attraverso il versamento di una quota annuale da destinare ai progetti in corso, mediante il 5×1000 oppure con donazioni sporadiche, anche di poca entità. Teniamo molto ad aumentare il numero dei nostri volontari e, chi vuole diventarlo, sul sito trova i moduli necessari da compilare, verrà formato e in seguito diventerà operativo su tutti i fronti”.