Città su due ruote. La mobilità sostenibile è un mosaico. Le tessere che lo compongono sono numerose e tutte fondamentali. E cioè il potenziamento del trasporto pubblico. La mobilità pedonale. La mobilità ciclabile e micromobilità. L’intermodalità. La demotorizzazione dell’area urbana. Spazi verdi e aree pedonali. Campagna informativa su mobilità sostenibile e sicurezza stradale.
Città sostenibili
Da molti anni Paolo Pinzuti coordina campagne internazionali per “città a misura di bicicletta“. Fondatore della rivista Bikeitalia.it. e del progetto Bikenomist per “trasformare l’Italia in un paese ciclabile“. E dare supporto e formazione alle amministrazioni su come realizzare strade sicure e funzionali per chi vuole rinunciare all’automobile. “Ho scelto la bicicletta come strumento perché sono convinto che se cambi le strade, cambia anche la società- spiega Pinzuti-. Perché si crea maggiore spazio per incontrarsi, guardarsi, conoscersi. E smettere di avere paura dell’altro. Ho scelto la bicicletta per portare a zero le emissioni di anidride carbonica. L’incidentalità stradale. Il consumo di risorse e di spazio”.
Davide contro Golia
Aggiunge Pizuti: “La sedentarietà è uno dei maggiori problemi della nostra società. Ma può essere facilmente risolto. Ho scelto la bicicletta perché penso che invece di tagliare i posti letto dovremmo tagliare i malati. Ho scelto la bicicletta perché va a carboidrati e non a idrocarburi. Ho scelto la bicicletta perché è un granello di sabbia nell’ingranaggio della macchina ‘lavora, produci, consuma, crepa’. Ho scelto la bicicletta perché è la fionda di Davide contro Golia”.
“Per mobilità attiva si intende l’uso della bicicletta. O l’andare a piedi. Per i propri spostamenti quotidiani. Come andare al lavoro. A scuola. O a fare la spesa. Quindi scegliendo di rinunciare a mezzi privati a motore”.
“Le ricadute della mobilità attiva sono molteplici. Soprattutto in termini di salute. Ma anche economiche. Sia nel breve che nel lungo termine. Un ampio ricorso alla mobilità attiva è in grado di risolvere problemi di efficienza. Problemi che sembrano ormai parte indissolubile delle città”.
“Il traffico è un caso emblematico. Dove l’Italia lascia ogni anno l’1% del Pil. Se più persone scegliessero di andare a bici e a piedi, ci sarebbero meno auto in strada. Quindi si ridurrebbero i tempi di percorrenza. E i mezzi pubblici sarebbero più funzionali. Ma il grande beneficio è di natura sanitaria”.
“L’Italia è maglia nera in Europa per la qualità dell’aria. Si parla di 90.000 morti premature all’anno a causa dell’inquinamento atmosferico: più persone rinunciano all’automobile, tanto maggiore sarà l’impatto positivo sulla qualità dell’aria, soprattutto nelle città della Pianura Padana. E poi c’è la questione della sedentarietà: la vita eccessivamente comoda è responsabile del 14,6% di tutti i decessi in Italia: obesità, ipertensione, diabete, tumore al colon, etc. Promuovere la mobilità attiva significa ottenere consistenti risparmi economici sul sistema sanitario nazionale grazie alla riduzione dell’impatto di molte malattie e destinando quindi risorse alla cura di altri problemi che oggi non trovano sufficiente attenzione”.
“Chi fa scarso movimento soffre con più probabilità di obesità, ipertensione arteriosa, diabete, cardiopatia. A novembre 2020 l’Oms ha pubblicato le nuove linee guida in cui considera una persona fisicamente attiva se ogni settimana riesce a effettuare almeno 300 minuti di attività fisica aerobica, non più 150 come era indicato fino a quel momento, come camminare, correre o pedalare”.
“Una persona obesa con problemi cardiaci, ipertesa e con effetti da sedentarietà ha più probabilità di ammalarsi e quindi diventa un costo sanitario. dall’altra una persona attiva ha un sistema immunitario più forte, cuore ecc.. che appunto si traduce in minor probabilità di ammalarsi. Uno studio ha mostrato anche il collegamento ipertensione, colesterolo ecc con maggior probabilità di ammalarsi di Covid, per esempio. Poi ci sono le esternalità positive: minor inquinamento, minor consumo di suolo”.
“Se pensiamo che in Italia ci sono 23 milioni di italiani di età maggiore di 18 anni che sono considerati cronicamente sedentari, 14 milioni hanno più di 65 anni e assumono almeno un farmaco al giorno, ogni giorno della loro vita. È una situazione che ha un costo di 14 miliardi di euro anno, che vengono presi dalle nostre tasse e destinati a pagare le cure di malattie facilmente prevenibili con l’attività fisica”.
“I comportamenti virtuosi possono svilupparsi solamente all’interno di ambienti che stimolino la virtù: non possiamo pretendere che un bambino si appassioni alla lettura se vive in una casa in cui non ci sono libri. Allo stesso modo non possiamo pretendere che i cittadini vadano a piedi e in bicicletta se tutto lo spazio utile è destinato alla circolazione e alla sosta delle automobili”.
“Dobbiamo iniziare ad applicare anche alla progettazione dello spazio pubblico le logiche del design di prodotto, parlando apertamente di ‘user experience’ e di ‘customer journey’, applicando i risultati degli studi di economia comportamentale non solo alla forma che hanno i supermercati e i siti internet che frequentiamo, ma anche le nostre strade e le nostre piazze”.
“Nel corso del ‘900 le nostre città sono state modificate per accogliere le auto dei cittadini perché bisognava stimolare l’industria dell’automobile e promuovere il modello di sviluppo che ne derivava e il risultato è stato che la vita, dalla strada, si è spostata negli ambienti interni, mentre alle strade è rimasta solo la funzione viabilistica”.
“Se vogliamo che le nostre città siano sane e capaci di adattarsi al cambiamento climatico dobbiamo cambiare la forma. Dobbiamo fare in modo che stare in strada sia un’esperienza piacevole. Per questo la strada deve essere un luogo bello da vivere. Serve spazio per camminare e spazi per sedersi. Per giocare e fare esercizio fisico. Servono alberi che facciano ombra abbassando le temperature. E purifichino l’aria”.
“Serve un suolo permeabile che sappia contrastare i fenomeni meteorologici estremi. Purtroppo tutto lo spazio che serve oggi è occupato dalle automobili. Principalmente parcheggiate. Siamo di fronte a un gioco a somma zero. E dobbiamo scegliere. O diamo spazio alle persone. O diamo spazio alle auto”.
“Sarà un simposio digitale sull’arte della gestione della mobilità urbana nel terzo millennio. Per riflettere sul presente e sul futuro delle nostre città. In ottica di benessere per le persone. E’ organizzato da Bikenomist. Con il supporto e la partnership di Selle Royal Group. L’evento si articolerà in quattro mattine dedicate ad approfondimenti con esperti. Interverranno tra gli altri Luca Mercalli. Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. Francesca Racioppi dell’Oms. Padre Joshua Kureethedam del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede. Ma anche accademici e amministratori locali. Tutti porteranno la loro testimonianza”.
“I temi saranno molti. Progettare il modo in cui le persone si muovono nella città non può che avere un approccio interdisciplinare. Cioè urbanistica. Economia. Turismo. Ovviamente gli effetti sulla salute. E sul benessere delle persone. Gli spazi e la salute dell’infanzia. L’impatto ambientale. Il costo sociale ed ambientale della mobilità. La comunicazione”.
“Sì. Penso allora ai progetti di restituzione dello spazio pubblico alle persone. E soprattutto ai bambini che sono i più colpiti da città inquinate. O che tolgono loro lo spazio per muoversi in sicurezza e giocare. Alcuni esempi virtuosi. Matteo Dondé, architetto urbanista parlerà di ‘Città 30: strada alle persone’. Per primo ha portato in Italia il metodo delle sperimentazioni dal basso di zone 30. Ha restituito ai cittadini lo spazio. Sottraendone alle automobili in sosta vietata. Utilizzando pittura, sedute e qualche pianta ornamentale. Il caso di “Milano, piazze aperte”, il progetto Mo.Bi.Scuo.La. Formare al cambiamento i ragazzi delle scuole superiori di Monza”.
Bikenomist
Paolo Pinzuti, classe 1978, laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche. Master Europeo in Scienze del Lavoro. Ha iniziato a interessarsi al mondo della bicicletta e della mobilità urbana durante le esperienze da giovane cervello in fuga in Germania. Qui ha sperimentato un diverso modello di mobilità. E un originale approccio all’editoria dedicata al tema. Nel 2012, allora residente in Turchia, ha lanciato la campagna/movimento #salvaiciclisti. Per poi fondare la testata giornalistica Bikeitalia.it. E, nel 2015, l’azienda Bikenomist srl di cui è tutt’ora amministratore unico. A seguito del fallito colpo di stato in Turchia, nel 2016 è tornato in Italia.
Piano emergenziale
Pinzuti ha lavorato con le amministrazioni comunali di Bologna, Parma e Reggio Emilia. Per sviluppare la mobilità ciclistica in città. Nel corso del 2020 ha lanciato la proposta di realizzare MIMO una greenway per connettere Milano con Monza. E ha coordinato il gruppo di lavoro che ha portato alla produzione del Piano Emergenziale per la Mobilità Urbana post covid.