In Italia, ad oggi, secondo gli ultimi dati disponibili, le persone con disabilità sono quasi 13 milioni e, di questi, oltre 3 milioni sono in condizione gravi. Alla luce di ciò, la fruizione dei diritti e l’inclusione delle stesse, rappresentano il metro fondamentale per sancire l’avanzamento sociale di ogni società. Il perseguimento di questo obiettivo, nel 1992, ha spinto l’Onu a promulgare la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità. Interris.it, in merito al significato più profondo di questa giornata, ha intervistato il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli.
L’intervista
Ministro Locatelli, quale significato riveste, per lei, la Giornata internazionale delle persone con disabilità?
“Il 3 dicembre è una giornata importante nella quale si moltiplicano da tempo iniziative di sensibilizzazione e attività concrete sul tema dell’inclusione e dei diritti delle persone con disabilità. Credo sia per noi particolarmente rilevante nell’anno in cui abbiamo approvato la riforma della disabilità con il decreto 62 che mette al centro la persona del proprio Progetto di vita e che finalmente stimola le istituzioni dal punto di vista sociale e sanitario a lavorare insieme per dare risposte concrete. Inoltre è l’anno in cui si è svolto il G7 Inclusione e Disabilità, il primo della storia. La Giornata di quest’anno ha per noi un significato ancora più pieno e di rilievo. Bisogna continuare a lavorare in questa direzione: la strada è quella giusta.”
Alla luce di questa giornata, guardando al G7 delle persone con disabilità e ai principi contenuti nella Carta di Solfagnano, che messaggio vuoi lanciare alle persone con disabilità e ai loro familiari caregiver?
“I caregiver sono persone che amano e che curano e che non vogliono essere sostituite ma accompagnate in questo importante compito di vita. Il tavolo di lavoro che abbiamo istituito, e che è composto da più di 50 persone tra esperti, professionisti, associazioni, famigliari, ha lavorato per definire una proposta normativa di riconoscimento del caregiver familiare che presto verrà presentata. Una cornice che deve tenere in considerazione le differenti situazioni e che parte dal caregiver familiare convivente, che ha il compito primario di cura e assistenza, garantendo tutele differenziate e sostegni. La Carta di Solfagnano stabilisce otto priorità e altrettanti impegni per i Paesi firmatari. In particolare, l’autonomia e la vita indipendente, i servizi ma anche l’intelligenza artificiale, che è un tema molto attuale e può migliorare la qualità di vita, e la messa in sicurezza delle persone con disabilità in caso di calamità naturali, conflitti, crisi umanitarie. Per questo impegno servono piani di emergenza che tengano conto anche del lavoro già svolto dalla Protezione civile e da alcuni enti per arrivare a protocolli omogenei e condivisi. E poi c’è il tema del lavoro e del tempo ricreativo e sportivo di cui abbiamo parlato molto.”
Guardiamo al futuro: quali sono gli impegni del Governo per favorire ulteriormente l’inclusione delle persone con disabilità nella società?
“Gli impegni sono tanti e molti saranno contenuti nel Piano d’azione nazionale per le persone con disabilità che, come Osservatorio, presenteremo nel corso del 2025 e che verrà emanato dal Presidente della Repubblica. Il tema dell’inclusione lavorativa è centrale e su di esso vogliamo investire. Stiamo lavorando ad un bando mirato agli enti del Terzo settore per migliorare l’approccio e il sostegno al tema. Mi impegnerò molto anche per valorizzare il tema della intermediazione alle mansioni, per valorizzare le competenze e le capacità di ogni persona e perché venga promossa la figura di un accompagnatore nel periodo di inserimento nel luogo di lavoro. In ogni caso uno dei temi sui quali dobbiamo investire sempre di più a tutti i livelli istituzionali è quello dell’accessibilità universale che è indispensabile per poter garantire a tutti il pieno diritto di partecipare e vivere la vita quotidiana. Per questa ragione finanzieremo alcuni bandi rivolti ai territori e agli Enti del Terzo settore per promuovere il turismo accessibile e percorsi naturalistici o culturali fruibili da tutti. Il prossimo anno sarà dedicato all’attuazione della riforma della disabilità e partirà la sperimentazione in 9 province. Si tratta di una sfida fondamentale per migliorare il sistema di presa in carico e cura delle persone con disabilità e delle loro famiglie, ma è anche una occasione strategica per garantire un impulso nuovo in tutte le aree di intervento. Ci attende un grande lavoro da fare perché il prossimo anno la formazione dovrà essere effettuata in tutto il territorio nazionale, a partire dalle regioni e in collaborazione con gli Enti del Terzo settore e il mondo associativo. È una grande sfida ma il cambiamento è iniziato e indietro non si torna.”