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Operazione “jamming”: satelliti Gps e sfida russa alla Nato

I paesi baltici si mobilitano per fronteggiare la minaccia russa. Da mesi è in corso un’operazione di ”jamming”. E cioè di disturbo dei satelliti Gps, che rende più difficile gestire il traffico aereo nella regione baltica, tanto che ad aprile due aerei della finlandese Finnair sono stati costretti a fare marcia indietro e tornare a Helsinki, impossibilitati a proseguire il volo. “E’ sicuramente parte della guerra ibrida russa- spiega il ministro della Difesa lituano, Laurynas Kasčiūnas-. Come i migranti illegali che vengono portati ai nostri confini con la Bielorussia. L’attribuzione di questi attacchi non convenzionali ormai è chiara, è il momento di adottare una ‘cassetta degli attrezzi’ per far capire a Mosca che pagherà un prezzo. Non è facile, perché stanno attenti a restare sotto la soglia dell’Articolo 5 del Trattato Nato, che prevede la risposta collettiva in caso di attacco contro uno Stato membro”. Ma, aggiunge Kasčiūnas all’Adnkronos, “c’è margine per aumentare le sanzioni, sulle navi che passano nei nostri mari, sulle merci russe che si muovono nei nostri mercati”. In molti settori, infatti, “è la Russia a essere dipendente dall’Occidente, e bisogna usare questa leva per farle capire che non staremo fermi davanti alla sua guerra ibrida“.

Foto di Vishu Joo su Unsplash

Minaccia russa

Il ministro della Difesa lituano non ha dubbi su quali siano le priorità per la Lituania in questo campo: “La difesa aerea. Nei prossimi mesi ci doteremo di tre batterie di sistemi a medio raggio, ma in prospettiva intendiamo adottare sistemi a lungo raggio come Patriot e Samp/T. Gli UAV, i droni, sono una delle nostre urgenze strategiche. Dobbiamo sbrigarci ad adottare un ecosistema di velivoli senza pilota, e un apparato di difesa contro questi strumenti, che permetta una risposta radio-elettronica ma anche cinetica. In poche parole, essere in grado di abbatterli”. In Lituania, prosegue Laurynas Kasčiūnas, “ci muoviamo verso un sistema di difesa totale, che coinvolga tutto il governo, tutta la società. Autodifesa territoriale, medici, ingegneri, funzionari pubblici addestrati a intervenire in caso di bisogno, a supporto delle forze militari. Quando ho visitato Kharkhiv, il sindaco mi ha detto che senza la componente civile la città non sarebbe mai riuscita a sopravvivere. Dobbiamo abituarci a vedere il mondo attraverso il prisma della sicurezza“. La Lituania, quindi, chiede a Ue contributo per ammodernamento frontiere Per un valore complessivo di 13 milioni di euro.

Foto di Skyler Smith su Unsplash

Difesa lituana

La ministra degli Interni lituana, Agne Bilotaite, ha inoltrato alla commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, una richiesta per l’assegnazione alla Lituania di un contributo finanziario di oltre 13 milioni di euro. L’obiettivo è il rafforzamento dei sistemi di sicurezza e monitoring lungo il confine con la Russia. Nella lettera, Bilotaite ha sottolineato che l’ammodernamento dei sistemi di sorveglianza risulta necessario per garantire un’adeguata protezione del confine esterno dell’Ue e che il costo complessivo delle operazioni di ammodernamento ammonteranno, secondo le stime, a poco meno di 16 milioni di euro. “La situazione geopolitica è motivo di preoccupazione e la gamma di minacce ibride si sta espandendo”, ha scritto Bilotaite. “La stragrande maggioranza delle infrastrutture di sorveglianza dei nostri 275 chilometri di frontiera con la Russia richiede un aggiornamento per assicurare un controllo adeguato”, ha aggiunto. Lo scorso ottobre, la Lituania ha ricevuto un finanziamento europeo di oltre 9 milioni di euro per il potenziamento dei sistemi di sorveglianza delle frontiere con la Bielorussia. Uno sguardo a est, dunque. Epicentro dell’attuale geopolitica europea. Beda Romano, giornalista e scrittore, nel saggio “Dal Baltico al Mar Nero”, illustra storia, arte e cultura di undici paesi dell’Europa centro-orientale. Ossia Slovenia, Croazia, Lettonia, Lituania. Estonia, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca. Slovacchia, Romania, Bulgaria. Il volume non è una guida turistica, né un saggio politico né una monografia storica.

VIKTOR ORBÁN, PRIMO MINISTRO DELL’UNGHERIA E VOLODIMYR ZELENSKY,PRESIDENTE DELL’UCRAINA. CREDIT: Alexandros Michailidis

Frontiera Est

L’intento del libro è spiegato dall’autore nella premessa: “Offrire nuove prospettive, proporre nuove chiavi di lettura e forse anche smentire qualche pregiudizio”. Beda Romano cita un pensiero del filosofo francese Hippolyte Taine: “Si viaggia per cambiare non il luogo, ma le nostre idee”. Uno dei protagonisti del racconto è il Danubio che a Budapest si manifesta “maestoso e imponente”, “incute rispetto, se non addirittura timore. Il corso d’acqua scorre veloce a fior di argine, domina la città, più che esserne dominata. In alcuni punti, è largo fino a 600 metri”, scrive Beda Romano che traccia un ritratto della capitale ungherese: “Budapest è tappezzata di targhe, lapidi e altre scritte. Non c’è facciata di palazzo o stipite di portone che non abbia un qualche cartello per segnalare che nell’edificio ha vissuto una persona di cui conservare accuratamente il ricordo. Scrittori, musicisti, pittori, scultori, scienziati, funzionari pubblici, dirigenti d’impresa o leader politici. Non c’è paragone con nessun’altra capitale europea“. Nel capitolo dedicato a Praga, si parla di un cittadino illustre, Franz Kafka. La città è “puntellata di ricordi dello scrittore. La casa natale, l’abitazione della gioventù, alcune statue e una stele nel nuovo cimitero ebraico della città”, riporta Romano. E accenna agli scritti meno conosciuti di Kafka. I diari, che si presentano pieni di aforismi, dialoghi interiori, bozze di lettere, disegni, dubbi, abbozzi di storie, scene di vita familiare, sogni, scarabocchi: “In fondo, il diario incompleto e sconclusionato di Franz Kafka è il riflesso della sua visione dell’esistenza. Contraddittoria, misteriosa, angosciante ma anche ironica”, commenta Beda Romano. 

Foto di Nico Smit su Unsplash

Impunità russa

“Il sentimento di impunità incoraggia l’aggressione e la brutalità della Russia e proprio per questa ragione dobbiamo garantire la piena responsabilità di Mosca per i crimini commessi in Ucraina istituendo un tribunale internazionale speciale e creando un meccanismo di risarcimento per compensare i danni causati“, avverte il viceministro degli Esteri lituano, Egidijus Meilunas, nel corso dell’incontro con il vice segretario generale del consiglio d’Europa (Ce), Bjorn Berge. Durante l’incontro, Meilunas ha ringraziato il Consiglio d’Europa per i suoi sforzi volti a garantire il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia e ha presentato il percorso che la Lituania, in quanto presidente di turno del consiglio dei ministri dell’istituzione, intende intraprendere per dare maggior efficacia alle attività di registrazione dei danni provocati dalla Russia in Ucraina. Intanto il ministero della Difesa lituano ha sottoscritto contratti di appalto con le società lettone Edge Autonomy, estone Threod Systems e lituana JSC Deftools per l’acquisizione di droni e aerei da ricognizione e droni di classe micro. I droni, il cui costo complessivo è di poco inferiore ai 36 milioni di euro. verranno consegnati tra l’autunno di quest’anno e l’inizio del 2025.

Giacomo Galeazzi

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