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Mattarella a Loreto per la Natività di Maria. Madre di Cristo e maestra dei Vicari

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Da cronista ho seguito gli ultimi tre pontificati e mi risulta evidente la radice mariana che unisce Giovanni Paolo II, Joseph Ratzinger e Jorge Mario Bergoglio. Una devozione che avvicina anche le due sponde del Tevere e così oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è a Loreto per celebrare l’8 settembre, la solenne ricorrenza della Natività della Beata Vergine Maria.

Nel segno di Maria

Alle 11.20 sul sagrato della Basilica Lauretana il delegato pontificio, l’arcivescovo Fabio Dal Cin, accoglie il capo dello Stato e alle 11.30 in Basilica si celebra la Messa. All’inizio della funzione religiosa monsignor Dal Cin rivolge il saluto al presidente e a tutti i presenti. La celebrazione sarà presieduta dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati della Santa Sede. Al termine della celebrazione Sergio Mattarella accende la lampada per la pace. Dopo la visita alla Santa Casa del presidente della Repubblica accompagnato dal delegato pontificio e dal rettore, sul sagrato è prevista la tradizionale recita della preghiera dell’Angelus e la benedizione a tutto il mondo dell’Aeronautica civile e militare. Mentre alcuni velivoli sorvolano il cielo di Loreto, quale omaggio alla loro Celeste Patrona. “L’identità teologica della Santa Casa ha lo stesso valore dei luoghi santi nei quali è vissuto, morto e risorto Gesù- afferma a Interris.it l’arcivescovo Dal Cin-. Ad esempio: noi non sappiamo se la crocifissione sia avvenuta esattamente nel luogo in cui è stato costruito il Santo Sepolcro o cinquanta metri più in là. Tuttavia il credente ha bisogno di sapere che in un luogo preciso la Chiesa fa memoria di quel mistero della salvezza. Anche per la Santa Casa di Loreto vale lo stesso principio teologico che si applica ai luoghi santi. Essa è lo spazio mistico nel quale sono avvenuti i misteri del concepimento immacolato, della libera adesione della Vergine Maria al disegno divino e del Si di Dio, che si è fatto uomo. E’ questa la memoria viva della Salvezza che il popolo di Dio riconosce visitando la Santa Casa“.

Cosa insegna Maria alla Chiesa

La nascita di Maria, come quella di Cristo, è annunciata dall’angelo mandato da Dio. Per la Chiesa inizia così la redenzione della natura umana: è il contatto tra le cose celesti e quelle terrene. Maria è maestra di misericordia. La misericordia è il sentimento di compassione per l’infelicità altrui, che spinge ad agire per alleviarla. Misericordioso è lo sguardo di Jorge Mario Bergoglio, il primo papa figlio di migranti, sull’umanità ferita del terzo millennio.

Stella polare

“Senza la misericordia la nostra teologia, il nostro diritto, la nostra pastorale corrono il rischio di franare nella meschinità burocratica o nell’ideologia”, scrive Francesco in una lettera all’arcivescovo di Buenos Aires, Mario Poli. Il programma di ogni papa è dato dal Vangelo e dalla sua interpretazione così come si è configurata nella tradizione. Maria è la stella polare dei pontificati. La Natività di Maria è strettamente legata alla sua divina maternità. La nascita di Maria consentirà quella di Cristo, grazie a lei il Verbo si può incarnare. L’ecclesiologia di Francesco, come quella dei suoi predecessori Wojtyla e Ratzinger, reca una forte impronta mariana ed è espressa in modo magisteriale nella Costituzione dogmatica Lumen Gentium. Maria è la prima discepola di Gesù e resta solo lei ai piedi della croce. Maria cammina con Cristo. Un’altissima e umile ispirazione per ogni Vicario di Cristo. L’immagine realistica e concreta di come un pastore possa essere in mezzo al suo popolo. Esempio supremo di condivisione perché, come dice san Giovanni della Croce: “Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore”.

Come a Gerusalemme

La data dell’8 settembre risale  alla dedicazione di una chiesa dedicata a Maria a Gerusalemme, nel luogo dove sorgeva la casa di Gioacchino ed Anna, cioè dove Maria è venuta al mondo. Maria orienta la Chiesa verso Gesù, testimoniando incessantemente che la sua missione è proprio questa. Portare consolazione ai poveri. Annunciare la liberazione ai prigionieri delle moderne schiavitù. Restituire la vista a chi è curvo su se stesso. Ridare dignità a chi ne è stato privato, divenendo capaci di vincere l’ignoranza in cui vivono milioni di persone. Soprattutto i bambini privati dell’aiuto necessario per essere riscattati dalla povertà.

Giacomo Galeazzi: