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Ricostruzione post-terremoto, arcivescovo Massara: “L’anello debole sono i cittadini”

Intervista di In Terris al Pastore delle diocesi di Camerino-San Severino Marche e Fabriano Matelica sulla situazione a nove anni dal sisma nell'Italia centrale

camerino
@Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche
“L’anello debole della ricostruzione sono i cittadini che si trovano a combattere tra la burocrazia, i tecnici e le imprese”, spiega a In Terris, monsignor Francesco Massara, arcivescovo di Camerino-San Severino Marche e Fabriano-Matelica. Nel Medio Evo l’episcopus (etimologicamente “ispettore, soprintendente”) veniva definito “defensor civitatis”(“difensore della città”) in caso di carestie, calamità, invasioni. L’antico titolo si attaglia perfettamente al Pastore che dal sisma del 2016 ad oggi è diventato il punto di riferimento per le istituzioni religiose e civili nel cratere. E soprattutto la voce di chi non ha voce, il supporto infaticabile della popolazione che soffre le conseguenze del terremoto di nove anni fa nell’Italia Centrale.
@ Arcidiocesi di Camerino. Mons. Francesco Massara, arcivescovo di Camerino-San Severino Marche e vescovo di Fabriano-Matelica, al MARec
Arcivescovo Massara, a che punto è la ricostruzione post-sisma?
“Tra le parole più importanti c’è un’espressione: ‘il tempo’. Sperimentiamo e soffriamo quotidianamente nella ricostruzione il peso degli anni che sono trascorsi da quel tragico 2016. Ciò porta naturalmente a uno scoraggiamento da parte del cittadino e pertanto la conclusione è che si arriva ad uno spopolamento del territorio. Serve, quindi, dopo i ritardi iniziali, un’ulteriore accelerazione rispetto a quella già impressa dall’attuale commissario Guido Castelli”.
monsignorFrancesco Massara @Arcidiocesi di Camerino-San Saverino Marche
A destra: Foto di Gaby Stein da Pixabay
Quali sono i nodi da sciogliere?
“L’anello debole della ricostruzione sono i cittadini che si ritrovano a combattere tra la burocrazie, i tecnici e le imprese. Più tempo passa più aumentano lo sconforto e la tentazione di rinunciare a ricostruire. Per ricostruzione non va intesa solo una questione strutturale. A questo concetto va accompagnata sempre la ricostruzione economica e sociale. Dopo il sisma c’è stato un tragico aumento dei suicidi e dell’assunzione di psicofarmaci anche tra persone molto giovani. E questa condizione di grave disagio interiore è stata aggravata dalla pandemia e dai suoi effetti distruttivi”.
Photo Studio Cico
Dove rintraccia, invece, punti positivi?
“I punti positivi in questo momento sono diversi. Innanzi tutto il commissario alla ricostruzione, il senatore Guido Castelli che attraverso un serie di ordinanze sta favorendo un’accelerazione verso una ricostruzione in cui hanno un ruolo fondamentale la Soprintendenza e l’Usr, l’ufficio speciale per la ricostruzione. L’ingegnere Marco Trovarelli che lo dirige è il motore operativo della ricostruzione sul territorio ed è sempre disponibile  con grande professionalità e senso di umanità per risolvere le problematiche relative alla rinascita del cratere. Siamo profondamente grati a lui e ai suoi collaboratori. In questo contesto la capacità di lavorare in rete fra le istituzioni diventa l’arma vincente per la ripresa dell’area colpita dal sisma”.
Massara
Mons. Francesco Massara, arcivescovo di Camerino-San Severino Marche e vescovo di Fabriano-Matelica, al MARec @Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche
Come può rinascere Camerino?
“L’università è il fulcro, l’asse centrale del territorio camerte ma da solo l’ateneo non sufficiente a mantenere il tessuto economico e culturale. Sono necessarie iniziative che favoriscano non soltanto la continuità delle realtà economiche già presenti ma che siano anche in grado di attrarre nuovi investitori”.
Foto gentilmente concessa dall’Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche
Qual è il ruolo della Chiesa nella ricostruzione?
“La Chiesa è presente su tutto il territorio e testimonia una grande vicinanza alla popolazione anche mettendo a disposizione tutte le strutture ecclesiali esistenti che svolgono la fondamentale funzione di luoghi di socializzazione. La Caritas poi svolge un costante lavoro di accompagnamento in tutte le situazioni di disagio attraverso i centri di ascolto e affiancando le persone in difficoltà. Papa Francesco ha sempre incoraggiata la ricostruzione e con regolarità si è informato sull’evoluzione dei lavori e sulla condizione sociale della popolazione a cui ha costantemente dimostrato paterna vicinanza nei momento di sofferenza. Nella ricostruzione Stato, Chiesa ed enti locali danno prova di positiva cooperazione. Un ringraziamento, in particolare, va al presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli per la sua vicinanza al nostro territorio così duramente colpito dal terremoto del 2016”.

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