Lunedì 24 gennaio si apriranno le urne per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. I voti a disposizione sono 1009, tanti quanti sono i grandi elettori: alle Camere in seduta comune (321 Senatori e 630 deputati) si aggiungono i 58 delegati eletti dai consigli regionali. Per eleggere il capo dello Stato, alla prime tre votazioni, sarà necessaria la maggioranza dei due terzi, ossia 673 voti; dalla quarta votazione in poi, invece, basterà la maggioranza assoluta e quindi 505 voti.
L’elezione del presidente della Repubblica
Terminata la votazione, si procede allo spoglio delle schede che vengono lette dal presidente della Camera, con accanto quello del Senato. I segretari procedono al conteggio dei voti e viene proclamato il risultato. In caso di esito positivo, i presidenti di Camera e Senato raggiungono la persona eletta e gli comunicano l’avvenuta elezione e il verbale della seduta. Il presidente della Repubblica, però, non entra subito in carica, lo farà dopo la cerimonia di giuramento e insediamento.
Il giuramento e l’insediamento
Il giuramento si svolge con una particolare cerimonia: il presidente eletto, insieme al segretario generale della Camera, lascia la sua abitazione per dirigersi a Montecitorio. Di fronte al Parlamento riunito in seduta comune, ai delegati regionali e ai componenti del Governo, presta giuramento, successivamente rivolge un messaggio ai presenti. Al termine del discorso, accompagnato dal presidente del Consiglio, lascia Montecitorio e si reca all’Altare della Patria per rendere omaggio al Milite Ignoto.
Verso il Quirinale
A bordo della Lancia Flaminia e scortato dai Corazzieri a cavallo, il nuovo presidente della Repubblica raggiunge il Quirinale dove, dopo aver ricevuto gli onori militari, entra nel palazzo per il passaggio di consegne con il suo predecessore.
L’intervista
Ma oltre ai requisiti indicati dalla Costituzione, quali caratteristiche dovrebbe possedere il futuro presidente della Repubblica? L’Italia è pronta per vedere una donna ricoprire il ruolo di massima carica dello Stato? Interris.it ne ha parlato con la professoressa Maria Grazia Trabalza, giornalista, quirinalista per Radio Rai, ha seguito tre presidenti della Repubblica, è docente presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli e all’Istituto per la Formazione al giornalismo di Urbino.
Professoressa, quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere il futuro Presidente della Repubblica oltre ai requisiti tecnici indicati dalla Costituzione?
“Deve essere un garante di tutte le forze politiche e quindi rappresentare il Paese sia in Italia sia all’estero. Questa immagine la può dare sia una persona che viene dalla base politica, come abbiamo visto in passato penso a Pertini, Saragat, ma anche Napolitano. Sono stati durante il settennato garanti dell’unità del Paese. Il presidente della Repubblica deve rispondere a nome sia delle forze politiche sia dei cittadini, non deve essere schierato. I presidenti che ho seguito io – Ciampi, Napolitano e Mattarella – hanno improntato il loro mandato sul dialogo: tutte le forze politiche, anche quelle che si presentano magari come più dure, devono poter avere un dialogo con il Capo dello Stato. Ne è un esempio Sergio Mattarella che, soprattutto negli ultimi anni, è riuscito a formare dei governi con forze politiche che erano decisamente all’opposizione l’una con l’altra. Il presidente della Repubblica deve essere garante per tutti e un arbitro imparziale”.
In questo periodo sono stati molti i nomi di persone candidate a diventare presidente della Repubblica. Secondo lei l’Italia sarebbe pronta per accogliere una donna al Quirinale?
“Io penso di sì. Noi abbiamo donne di grande valore, potrebbe essere questo il momento di fare una scelta di genere. Anche se, personalmente ritengo che il futuro presidente della Repubblica deve avere delle qualità di comportamento, di garanzia, di capacità di capire il Paese. Aspetti che non sono legati all’essere uomo o donna. Però sarebbe una grande novità per l’Italia, come anche un presidente del Consiglio donna. Noi abbiamo avuto una presidente della Camera donna, Nilde Iotti fu la prima nella storia della Repubblica, e ci sono state donne importanti anche nei ruoli come ministri del Lavoro, come presidente della Corte Costituzionale, ora abbiamo il ministro della Giustizia Marta Cartabia, una bellissima figura dal punto di vista personale, di integrità e di conoscenza dell’applicazione della Costituzione. I nomi ci possono essere. L’importante è che capisca che stiamo vivendo un momento molto difficile e unico nella storia del Paese e chi sarà eletto deve collaborare con tutte le forze politiche e i cittadini per venir fuori il prima possibile da questa situazione. Una donna presidente della Repubblica sarebbe un bel segnale anche a livello internazionale. In Europa è già così. Il ruolo delle donne a livello istituzionale è in crescita e su questo penso che l’Italia possa dire la sua”.
Sergio Mattarella è stato proprio un arbitro imparziale, pacato nei modi, equilibrato, mai al dentro delle polemiche…
“Nel suo discorso d’insediamento, il presidente Mattarella disse proprio di voler essere l’arbitro del Paese, chiarendo che l’arbitro sarebbe intervenuto quando le parti avrebbero avuto delle questioni da dirimere. Il ruolo di Mattarella è stato proprio questo: si è tenuto in disparte con grande discrezione, ma ha saputo intervenire in maniera concreta quando ci sono state da prendere delle decisioni importanti, soprattutto negli ultimi 3 anni (dal 2018-al 2020) quando ci sono stati dei governi difficili da formare. E’ stato un presidente dietro le quinte, ma pronto a intervenire durante i momenti di tensione. E’ un merito particolare di Sergio Mattarella che denota la sua dote e la sua integrità personale. Questa sua discrezione gli ha fatto guadagnare il rispetto e l’ammirazione dei cittadini, dagli ultimi sondaggi emerge che il gradimento nei suoi confronti supera l’80%. Uno dei presidenti più amati in Italia”.
Il presidente Mattarella, in quasi tutti i suoi discorsi, riporta frasi e pensieri dei suoi predecessori. Un modo per mantenere viva la storia dell’Italia?
“Anche in questi giorni ha fatto riferimento a presidenti che hanno ricordato come la Costituzione non dà mandati di proroga al capo dello Stato. questo lo ha fatto per far sapere che non era disposto a restare ancora al Quirinale. Mattarella ricorda spesso le posizioni positive e costruttive dei suoi predecessori proprio per far capire il ruolo super partes che deve avere il capo dello Stato. E’ un bel ricordo quello che fa Sergio Mattarella, sottolineando i momenti importanti, riportando inoltre in prima linea dei valori importanti come quello del Tricolore e dell’Inno nazionale”.
Soprattutto negli ultimi due anni segnati dalla pandemia, il presidente Mattarella, ha messo ampiamente in risalto tutto il mondo del volontariato. Un modo per spingere le persone a riscoprire la bellezza della solidarietà e di aiutare il prossimo?
“Certamente. Lui ha proprio rivoluzionato al Quirinale l’organizzazione interna creando un’organizzazione per la coesione sociale e la solidarietà. Un impegno preso dal Quirinale in prima persona, faccio un esempio: la tenuta di Castel Porziano che negli anni passati veniva utilizzata dal personale del Colle, è stata riservata dal presidente Mattarella per gli anziani e i disabili, per chi non poteva fare una vacanza altrove. Questo presidente ha valorizzato molto il volontariato perché ha valorizzato molto la solidarietà, il rispetto dell’altro che porta chiunque a sentirsi parte del Paese. Anche durante la pandemia, ci sono stati dei riconoscimenti da parte di Mattarella per tutti quei giovani che si sono resi disponibili ad aiutare le persone in quarantena, per tutti quanti si sono resi disponibili a prestare la loro opera nelle zone colpite da calamità naturali. Per lui è importantissima la solidarietà per chi è in difficoltà sia per gli immigrati. E’ un passo molto importante, l’Italia apre sempre le porte all’immigrazione, ricordando che anche gli italiani sono stati immigrati”.
Lei ha seguito come quirinalista tre presidenti della Repubblica: Ciampi, Napolitano e Mattarella. Ci può raccontare qualche particolare, qualche curiosità?
“Io sono arrivata dopo l’elezione di Ciampi, lo conoscevo dall’epoca dell’Euro, quindi dagli anni ’90. All’inizio sembrava molto riservato, silenzioso. Successivamente è diventato il presidente della gente, dei giovani, dei bambini, è stato uno dei più amati. Con lui abbiamo visitato le 107 province italiane e ancora adesso posso dire che ho un rapporto di amicizia con la signora Franca Ciampi, che ha compiuto quest’anno 101 anni, una mente lucidissima che ricorda con piacere l’esperienza del Quirinale. Di Napolitano ricordo soprattutto la sua seconda elezione. In un’intervista aveva dichiarato che era impensabile per lui un altro mandato, poi accettò un incontro con tutte le parti e diede disponibilità a restare ancora al Colle, ma per un periodo limitato, finché non si fosse trovato un accordo per un nuovo presidente. Anche questa una vicenda senza precedenti. Del presidente Mattarella ricordo la sua elezione dopo giorni di difficoltà, candidati che sono stati bruciati. Alla fine questo nome, pensavo sarebbe stato silenzioso, molto appartato, e invece si è rivelato un capo dello Stato speciale, anche nel modo di parlare al Paese. Ha mostrato la sua grande disponibilità, il suo essere attento ai più deboli, ai più fragili. Sono state per me tutte esperienze di grande formazione. Vorrei aggiungere un’ultima cosa sul Mattarella”.
Quale?
“Lo ringrazio molto perché, prima della fine del mio mandato alla Rai nel 2019, mi ha concesso di realizzare il programma ‘Quirinale segreto’ nel quale ho potuto vedere dall’interno come funziona il Quirinale: dalle cucine al cerimoniale, fino alla vita quotidiana. Un’esperienza che il presidente ha voluto per far conoscere a tutti quella che è la ‘casa degli italiani’. Per questo lo ringrazio veramente molto”.
Un augurio per il futuro presidente della Repubblica?
“Gli auguro di riuscire a cogliere nel Paese i consensi di tutti, che tutta l’Italia possa ritrovarsi nel presidente della Repubblica e possa essere un sostegno per tutti i cittadini. Questo è quello che hanno fatto gli ultimi capi dello Stato. Io mi auguro che la prossima persona che rivestirà il ruolo di prima carica dello Stato abbia come missione di sentire tutte le voci del Paese, anche quelle discordanti, e che sappia interpretarle”.