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Lunedì Santo: il giorno dell’amicizia e della gratuità

In occasione dell'inizio della Settimana Santa, l'intervista di Interris.it a don Gaetano Saracino, Missionario Scalabriniano e teologo del SIMI, parroco della chiesa di San Giuseppe Cafasso a Tor Pignattara a Roma

L’Annunciazione simboleggia l’inizio della nostra redenzione. E’ il mistero con il quale Dio dà compimento alla sua opera di salvezza inviandoci suo figlio. Salvezza per l’uomo che Dio non ha mai dimenticato e in Gesù Cristo suo figlio dona tutto se stesso all’umanità. Il mistero dell’Incarnazione, insieme a quello della morte e Resurrezione di Gesù, sono i cardini della fede e della rivelazione di Dio che si è fatto uomo e per noi è morto e risorto”. A parlare a Interris.it è don Gaetano Saracino, Missionario Scalabriniano e teologo del SIMI, Scalabrini Internationa Migration Institute, parroco della chiesa di San Giuseppe Cafasso a Tor Pignattara, Roma, intervistato in occasione della festività dell’Annunciazione del Signore che quest’anno coincide con il Lunedì della Settimana Santa. 

Il ruolo di Maria

Don Gaetano spiega che il ruolo di Maria nell’Annunciazione è di fondamentale importanza, l’emblema del rapporto fra il Creatore e la creatura: l’uno che non si sostituisce né si mette in concorrenza dell’altro; l’uno che comprende la necessità del Creatore e della creatura. “L’essere creatura ha un potenziale unico – aggiunge -: la libertà di prestare la tua vita al Creatore affinché lui, in te, faccia ‘grandi cose’. Maria è l’emblema del rapporto con Dio, ma anche dell’unicità e delle bellezza che il nostro Signore mette nelle mani dell’uomo per creare capolavori. La tentazione più grande dell’uomo è di mettersi sullo stesso piano di Dio, di credersi ‘creatore’. Maria, invece, ci ricorda che siamo al servizio di Dio, come recita nel Magnificat: ‘Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente, Santo il suo nome'”.

Lunedì: il primo giorno della Settimana Santa

Il lunedì, il martedì e il mercoledì sono i primi tre giorni della Settimana Santa fuori dal triduo pasquale, spiega don Gaetano, giornni che la Chiesa ha dedicato ad una determinata sequenza di fatti così come sono descritti nel Vangelo e che ci accompagnano al Giovedì, Venerdì e Sabato Santo. “La sequenza è tratta dal Vangelo di Giovanni: l’incontro di Gesù con Marta, Maria e Lazzaro; il giorno successivo, il martedì, la liturgia ci porta all’ultima cena dove Gesù annuncia il tradimento di Giuda; successivamente, il mercoledì, viviamo il compimento del tradimento”.

L’amicizia e la gratuità

Il Lunedì Santo, quando Gesù si ritrova con i suoi amici, simboleggia quindi, da un lato, l’amicizia basata sulla gratuità – spiega il sacerdote -. In quell’episodio, vediamo la donna, Maria, che si china e lava i piedi di Gesù con un unguento preziosissimo e li asciuga con i suoi capelli. Poi l’intercalare di Giuda che entra in questa storia criticando lo spreco dell’olio – aggiunge -. Il Vangelo ci vuole proprio portare ad una gratuità che è poi il messaggio ultimo, tutto guarda alla Pasqua: quello che si compirà nel mistero della morte e Resurrezione di Gesù ha dei riflessi sulla vita su questa Terra. La gratuità di Maria non è per ingraziarsi Gesù, ma è un dare tutto perché l’amore non calcola, è uno scambio che va fuori dal tempo, dalla storia, dai calcoli umani. Il lunedì ci prepara a quelli che poi saranno gli altri momenti: Giuda diventa protagonista martedì nell’annuncio che Gesù fa e mercoledì nel compimento del tradimento – sottolinea don Saracino -. Il Vangelo mette in evidenza come Giuda mettesse davanti a tutto i suoi desiderata, si era fatto di Gesù un’immagine sua, portandolo al suo livello. Il nostro Signore, invece, andrà ben oltre alle aspettative che probabilmente si era fatto Giuda: con la Resurrezione libererà l’uomo dal peccato e da ogni forma di schiavitù“.

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