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Loretoni (Fastnet): “Ecco come la tecnologia sta cambiando l’economia reale”. Un’esperienza “glocal”

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“La fusione tra reale e virtuale offre a ciascun cittadino possibilità incredibili– spiega a In Terris Filippo Loretoni-. Può accedere a biblioteche smisurate. Pianificare le vacanze dal proprio divano. Scegliere un film. O acquistare beni e servizi con un semplice click. Si sposta da casa verso il luogo di lavoro con un’app di ‘car sharing‘. Oppure acquista il biglietto dei mezzi o del treno tramite telefono. Oppure magari sceglie di lavorare da casa. Sfruttando le potenzialità delle piattaforme di collaborazione online“. Aggiunge l’amministratore delegato di Fastnet: “Potremmo continuare a lungo. Ma è evidente come virtuale e reale siano ormai due facce della stessa medaglia. Al punto che non ha quasi più senso operare questa distinzione. Occorre parlare semplicemente di economia nel suo complesso“.

Intervista a Loretoni

Perché è sempre più importante collegare l’economia reale a quella virtuale?
“Pensiamo al Metaverso: esistono decine di aziende che hanno sviluppato prodotti specifici per questo ambiente e che possono essere comprati e venduti solo nel cyberspazio (capi di abbigliamento od accessori per avatar, gadget utilizzabili all’interno di specifiche piattaforme di gioco ed altro ancora). Come potremmo definire questi beni e servizi che non esistono nel mondo fisico, vengono acquistati da degli avatar e pagati con vero denaro da persone fisiche? Oppure pensiamo al fenomeno dell’intelligenza artificiale: un recente esperimento realizzato da Will Media ha utilizzato una piattaforma di intelligenza artificiale per scrivere una canzone da portare al Festival di Sanremo. Il risultato è stato sorprendentemente buono. Si capisce bene che, dato questo scenario, il confine tra economia reale e virtuale è sempre più labile. Anzi potremmo dire che ormai è quasi inesistente. Anche industrie tradizionali, come quella agricola, si avvalgono di tecnologie che rendono sempre più pervasivo il cloud e sempre più indispensabile essere connessi alla rete”.A cosa si riferisce in particolare?
“Servizi alla persona, logistica, commercio al dettaglio, trasporti pubblici, sanità, sono solo alcuni dei settori che negli ultimi anni hanno vissuto delle vere e proprie rivoluzioni. Proviamo  soltanto a pensare ad un utente tipo, il signor Mario, che si sveglia, fa un’ora di allenamento con il suo personal trainer virtuale (tramite un’app di fitness a cui è abbonato), si prepara la colazione con gli ingredienti che acquista online e riceve direttamente a casa dal suo negozio di fiducia e mentre mangia può entrare in banca per effettuare operazioni che solo pochi anni fa avrebbero richiesto ore di permesso dal lavoro e file interminabili”.In che modo Fastnet può essere un traino per l’intero tessuto produttivo della regione?
“Le conseguenze dello scenario che abbiamo appena delineato sono evidenti: i cittadini e le imprese devono essere sempre connessi; le piattaforme tecnologiche tramite cui i servizi vengono erogati (il cosiddetto cloud) devono essere affidabili e sempre disponibili; i dati devono essere protetti da attacchi informatici. L’attività di Fastnet mira, da sempre, a fornire esattamente questo: connettività veloce ed affidabile attraverso il nostro core a 100Gbps, protezione dagli attacchi informatici utilizzando protezione anti DDoS, dati sempre disponibili grazie ai nostri sistemi di backup automatico. Il nostro ruolo, quindi, consiste nel fornire le tecnologie abilitanti. Se immaginiamo questo scenario come una nuova corsa all’oro, potremmo dire che Fastnet si occupa di fornire le pale, i picconi e tutti gli altri strumenti necessari per avere successo”.Può farci un esempio?
“Ci siamo dotati nel tempo di una infrastruttura fisica a prova di futuro. Siamo proprietari di un datacenter di livello Tier 4 (una delle massime garanzie di sicurezza ed affidabilità) che può ospitare i server dei nostri clienti in un ambiente con sistemi antintrusione ed antincendio di ultima generazione. Abbiamo realizzato un private cloud tecnologicamente avanzatissimo, completamente scalabile e flessibile, che ci permette di creare soluzioni su misura per qualsiasi esigenza. Siamo infine proprietari di un anello nazionale a 100Gbps che, unito alla nostra connettività internazionale ed alla presenza diretta a MIX e NaMeX (i due principali punti di interscambio di traffico internet) garantisce velocità ed affidabilità di collegamento alla rete. Fastnet ha inoltre certificato la propria infrastruttura secondo gli standard ISO 27001 ed è qualificata AGID, caratteristica che ci permette di erogare servizi alla pubblica amministrazione”.Quali sono gli effetti socio-economici?
“I vantaggi per l’economia regionale sono evidenti. Le aziende marchigiane sono ormai altamente specializzate e settori come la meccanica di precisione, la componentistica di alta gamma e gli accessori di lusso sono solo alcune delle eccellenze del nostro territorio. Per queste aziende la sfida è globale. Clienti, fornitori e partner commerciali sono geograficamente dispersi. Per competere diventa quindi fondamentale avere delle piattaforme logistiche, commerciali e di acquisti che siano virtuali ed accessibili da tutte le controparti 24 ore su 24, ma che siano al tempo stesso sicure e protette da intrusioni indesiderate”.Come descriverebbe il ruolo dei provider nello scenario economico nazionale?
“Il ruolo è appunto quello di fornire gli strumenti abilitanti al traffico dati. Per cogliere pienamente il ruolo dei provider, credo che si debba riflettere sulla pervasività dei servizi che eroghiamo. Non esiste ormai un’attività economica o socioeconomica che non si poggi sul traffico dati. Qualsiasi transazione bancaria, gran parte delle chiamate telefoniche, messaggistica, video, ma anche spedizione fisica di merci, produzione industriale od agricola, tutto ormai si poggia su dei sistemi informatici. Basti pensare che uno dei nostri principali clienti realizza sistemi GPS per il settore agricolo. Senza la connettività, i dati raccolti dai loro sistemi non potrebbero essere gestiti ed analizzati e le ripercussioni per chi opera i macchinari agricoli su cui i GPS sono montati sarebbero enormi. È importante quindi che si prenda piena coscienza dell’importanza strategica di questo settore. I provider spesso svolgono un ruolo “dietro le quinte”, ma è proprio sulla pervasività e l’affidabilità dell’infrastruttura informatica che si gioca la partita della competitività del sistema Paese. Se ne rendono conto i nostri governanti che già negli anni scorsi hanno avviato un piano di stesura di fibra ottica”.A che punto è il cablaggio e quali sono gli obiettivi?
“Il piano, che purtroppo ha subito alcuni ritardi, ha l’obiettivo di cablare in fibra le case e le aziende italiane, per permettere a privati e imprese di trarre il massimo vantaggio dalla tecnologia e restare al passo con quanto avviene all’estero. Compito dei provider è utilizzare questa rete, ove disponibile, per erogare i servizi necessari ad aziende e cittadini, per permettere a un’azienda di Jesi di inviare alla propria filiale in Brasile il progetto di un macchinario da realizzare in loco, di acquistare i componenti dai fornitori in Cina e di esportare il prodotto finito dal Brasile in tutto il mondo grazie alla propria rete di agenti”.Come è nata la vostra realtà imprenditoriale e quali margini di crescita avete?
“L’azienda è nata nel 1995 su impulso di alcuni pionieri di Internet. Ventotto anni fa la rete era davvero agli albori e quello del provider era un settore appena nato, con pochissimi player. Molti dei quali oggi scomparsi. Le Marche hanno saputo cogliere questa opportunità e giocare un ruolo importante nell’innovazione tecnologica. Il merito va diviso equamente tra i fondatori di Fastnet (primo provider della regione) e gli imprenditori nostri clienti che hanno saputo comprendere l’importanza della rete investendo in connettività. Dopo quasi trent’anni di attività, Fastnet ha ancora delle forti ambizioni. Il nostro obiettivo, come recita la nostra mission è quello di creare un polo di eccellenza nazionale per i servizi di connessione dati, cloud e co-location e la vision a cui puntiamo è di accelerare la transizione tecnologica delle piccole e medie imprese italiane”.In che modo?
“Le leve su cui possiamo contare per realizzare questi obiettivi sono gli investimenti già realizzati per creare qui ad Ancona un’infrastruttura in grado di competere con i principali hub tecnologici nazionali e le competenze maturate nel corso della nostra lunga attività. Basti pensare che i nostri tecnici hanno oltre sessanta anni di esperienza cumulata: in un settore in cui il know-how è così essenziale, questo dato parla da solo. Questa combinazione di fattori ci permette di restare competitivi anche rispetto a player di dimensione molto più grande della nostra, creando soluzioni ad-hoc per le specifiche esigenze di ogni singolo cliente. Volendo usare un’analogia, il nostro lavoro è simile a quello di un sarto che realizza un abito su misura, cucito con estrema precisione e competenza partendo dalle misure del cliente. Siamo convinti che il mercato italiano, fatto per la grande maggioranza di PMI ognuna con le proprie peculiarità, continuerà a premiare questo approccio permettendoci così di restare competitivi e di garantire alle aziende della nostra regione i servizi abilitanti di cui hanno bisogno”.Quanto conta fare squadra in una realtà sempre più globalizzata?
“La squadra è fondamentale, anche se, rispetto a qualche anno fa, il concetto di squadra ha subìto dei cambiamenti importanti. Per un’azienda come la nostra il concetto di squadra non comprende solamente i dipendenti e gli altri provider, ma anche e soprattutto i nostri clienti ed i nostri fornitori. Ed è proprio a questi che si deve guardare con sempre maggiore attenzione per restare competitivi. È grazie all’interazione con i nostri clienti e fornitori, infatti, che possiamo continuare ad innovare, a sviluppare quelle soluzioni di cui il mercato ha bisogno, a cucire addosso alle aziende della nostra regione abiti sempre più comodi ed eleganti (per continuare con l’analogia precedente)”.Cioè?
“I clienti ci forniscono dei feedback preziosi, ci danno riscontri importanti su che cosa sia da migliorare nel nostro servizio, siedono al tavolo con noi per spiegarci quali siano le loro esigenze e quali sfide competitive si trovino ad affrontare e ci permettono di studiare delle soluzioni sempre più complesse e sofisticate. I fornitori ci devono garantire la flessibilità necessaria per rispondere alle esigenze del mercato. È per questo che ormai, più che di clienti e fornitori, preferiamo parlare di partner. Il tempo delle soluzioni standardizzati è finito, e ormai si parla di approcci ‘glocal ossia che possano rispondere a delle esigenze locali partendo da piattaforme tecnologiche globali. La flessibilità è sicuramente l’arma principale che Fastnet utilizza per restare competitiva e per garantire alle aziende marchigiane di poter fare altrettanto”.

Giacomo Galeazzi: