Le marmellate “Redenta” della Pace in Terra Cooperativa Sociale hanno fatto ufficialmente il loro debutto con uno stand alla fiera “Agricoltura è“, l’iniziativa nel cuore di Roma che racconta il Sistema Italia e la poliedricità dell’agricoltura nella vita di ognuno di noi. Confetture che hanno il sapore della libertà e della dignità, infatti, sono realizzate dalle giovani donne vittime della tratta che hanno potuto iniziare una nuova vita grazie alla Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata dal Servo di Dio don Oreste Benzi.
Manufatti di libertà
Le marmellate “Redenta” sono dei veri e propri “manufatti di libertà” diventate una realtà grazie all’impegno e alla volontà di don Aldo Buonaiuto, sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi, e grazie al sostegno della Fondazione Santo Versace, fondata dai coniugi Francesca De Stefano e Santo Versace che hanno scelto di allearsi a questo progetto con il “gusto del bene”. Il sostegno concreto di Francesca e Santo Versace ha acceso quella luce in fondo al tunnel delle tante sofferenze subite da queste vittime che ora ritrovano fiducia, vicinanza e solidarietà. La Fondazione Santo Versace è l’espressione della volontà dei fondatori di sostenere i più fragili. Rappresenta per Santo Versace e Francesca De Stefano Versace un progetto di vita nato dall’amore che li lega e dal desiderio che viva per sempre.

Don Buonaiuto: “Occasione di riscatto morale e materiale”
“Essere presenti a Roma alla manifestazione ‘Agricoltura È’ rappresenta per le ragazze salvate dalla tratta un’occasione di riscatto morale e materiale. Come Cooperativa Pace In Terra arl partecipiamo alla ‘tre giorni’ dedicata al settore primario perché la nostra linea di marmellate ‘Redenta’ sintetizza lo spirito e le finalità di un’opera sociale che attraverso il lavoro di trasformazione dei frutti della terra offre alle ex vittime del racket della prostituzione coatta recuperate, dalla comunità di don Oreste Benzi, una nuova possibilità di vita. Libertà della persona e difesa del creato animano l’impegno quotidiano di chi non si arrende al sopruso della criminalità e costruisce con le proprie mani una opportunità di rinascita” ha dichiarato don Aldo Buonaiuto. Le giovani vittime accolte nella Comunità Giovanni XXIII hanno salutato il Presidente Mattarella che si è complimentato con le giovani donne accompagnate dal sacerdote dell’Apg23. “Riscattarsi attraverso la dignità del lavoro – dice don Aldo – è il messaggio più bello anche per il mondo dell’agricoltura che sceglie di valorizzare questi percorsi di speranza aiutando queste donne a rialzarsi”.

Marmellate “Redenta”, Magnifico Rettore Gregori: “Credo molto in questo progetto”
Importantissima è stata la collaborazione solidale con l’Università Politecnica delle Marche, nella persona del Magnifico Rettore Gianluca Gregori e la Fondazione dell’Università che ci ha permesso di realizzare il sogno di un laboratorio artigianale per le giovani uscite dal terribile inferno della tratta. L’Università ha donato i macchinari di ultima tecnologia accompagnando le giovani donne nella formazione e proseguendo aiutando concretamente per la realizzazione del progetto.
“Ringrazio di cuore don Aldo. Quando si fa il mestiere del rettore si ragiona, si interviene su aspetti molto concreti relativi alla didattica e alla ricerca, poco si riflette sul fatto che le Università deve essere un attore di inclusione sociale – ha dichiarato il Magnifico Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Gianluca Gregori -. Quando mi ha invitato nelle strutture protette della Comunità Papa Giovanni XXIII mi ha fatto comprendere il dramma di queste ragazze che potrebbero essere mie figlie. Vedere la loro sofferenza – ha aggiunto il Magnifico Rettore – mi ha fatto pensare a cosa potessimo fare per aiutarle in maniera concreta, non solo offrendo loro protezione, ma anche reinserirle nella società e nel mondo del lavoro. Siamo partiti con la produzione di corone di alloro che doniamo a tutti i nostri studenti che si laureano, evidenziando la grande opportunità che hanno avuto, ossia quella di poter studiare, occasione che le vittime della tratta non hanno avuto – ha spiegato -. Questo è stato il punto di partenza per realizzare qualcosa di ancora più concreto, ossia provare a dare il via a delle attività produttive da commercializzare. Si sono poi aggiunte, oltre all’Università, la nostra azienda agraria e la Fondazione dell’Università Politecnica delle Marche – ha affermato Gregori -. Credo molto in questo progetto, mi fa veramente felice perché questa attività ha contribuito a creare speranza in queste figlie”. Il Magnifico Rettore Gregori, inoltre, riflettendo sul tema della tratta in occasione della Giornata Internazionale in ricordo delle vittime della schiavitù e della tratta transatlantica degli schiavi, ha evidenziato come l’Università ha “nel 2024 ha investito molto su questo tema e faremo lo stesso nel 2025, ponendo un accento ancora più forte sul tema dell’inclusione sociale. Sicuramente inviterò don Aldo Buonaiuto affinché possa raccontarci l’esperienza di quello che abbiamo realizzato insieme”.
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