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La libertà di drogarsi è un inganno

L'intervista di Interris.it al questore Antonio Pignataro, Dirigente generale della Polizia di Stato, e al professor Girolamo Sirchia sui danni che e-cig, svapo e le cosiddette droghe leggere provocano al nostro organismo

Il questore Antonio Pignataro, Dirigente generale della Polizia di Stato, intervistato da Interris.it, ha voluto accendere i riflettori su un’importante problematica che troppo spesso viene lasciata nell’ombra. Ha, infatti, sottolineato quanto emerso dal Congresso Nazionale della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica, alla presenza di oltre 1.200 medici chirurghi specialisti. Uno studio scientifico pubblicato recentemente su una delle riviste mediche più prestigiose al mondo, il NEJM (The New England Journal of Medicine) ha documentato il grave, e spesso irreversibile, danno polmonare che può condurre fino alla morte (documentato in soggetti fumatori di e-cig e svapo) a causa della presenza nel loro interno di sostanze altamente tossiche e cancerogene, nonché, talvolta, a causa della presenza di THC associato a vitamina E acetato (sostanza che viene aggiunta appositamente per stabilizzare il THC), che, se inalata, ha un effetto devastante sul polmone, in quanto interferisce gravemente con il “surfactante”, sostanza che permette al polmone di mantenere la sua integrità e funzionalità negli scambi gassosi. “Tale fenomeno, misconosciuto dagli utenti, è sempre più diffuso e rischia di provocare tra qualche anno una emergenza sanitaria“, ha affermato.

I dati della tossicodipendenza in Italia

Secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2020 i servizi in Italia hanno assistito complessivamente 125.428 soggetti dipendenti da sostanze (su un totale di 198.497 contatti) di cui 15.671 sono nuovi utenti (12,5%) e 109.757 sono soggetti già in carico o rientrati dagli anni precedenti (87,5%). Circa l’86% dei pazienti totali sono di genere maschile con un rapporto di 1 femmina ogni 6 maschi. I pazienti in trattamento sono prevalentemente di nazionalità italiana (91,3%). Per gli utenti totali le classi di età più frequenti sono quelle comprese tra i 35 e i 54 anni. Il 63,9% dell’utenza in trattamento per droga è in carico ai servizi per uso primario di oppiacei; tale percentuale scende al 28,8 % tra i nuovi utenti, mentre tra le persone già in carico o rientrate arriva al 68,9%. L’eroina rimane la sostanza primaria più usata dall’insieme degli utenti in trattamento; tuttavia, la proporzione di persone sul totale dei trattati che la scelgono come sostanza di elezione, diminuisce nel corso degli anni.

L’intervista

Questore Pignataro, come mai questa problematica non viene adeguatamente comunicata alla popolazione?

“Se ne è parlato durante il Congresso ed è stato chiesto di divulgare questa informazione. Si tratta di informazioni molto tecniche, difficili da comunicare in una maniera comprensibile anche ai non addetti ai lavori. E’ un grande problema. Lo studio è stato fatto nel 2021, ma è venuto alla ribalta solo ora. Si parla troppo poco di questo aspetto”.

Lo studio mette in evidenza la pericolosità del THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) associato alla vitamina E acetato. L’ennesima conferma che non si può parlare di droghe leggere, in quanto tutte le sostanza stupefacenti possono causare danni gravi e, a volte irreversibili, a chi ne fa uso.

“Assolutamente. Tutte le droghe sono pericolose. Potremmo fare l’esempio delle sigarette: sui pacchetti c’è scritto chiaramente che fumare nuoce alla salute e che potrebbe far sviluppare dei tumori. Anche le e-cig sono pericolose per la salute di chi le usa. Non si tratta di essere proibizionisti o anti-proibizionisti, lo scopo è quello di salvaguardare la vita dei ragazzi (ma anche degli adulti) e di tutelare la loro salute. Il problema documentato dallo studio pubblicato sul The New England Journal è il più delle volte irreversibile, significa che il polmone di chi fuma le e-cig e svapo con sostanze che contengono THC e vitamina E acetato e altre sostanze altamente cancerogene, se danneggiato non tornerà mai più a poter svolgere in maniera efficiente la sua funzione. Stiamo parlando di una droga vera e propria. Ecco perché non si dovrebbe più parlare di droghe leggere”.

Vista la sua esperienza nella lotta contro la legalizzazione e la vendita di droghe leggere, cosa vorrebbe dire a chi ciclicamente ripropone la legalizzazione delle droghe leggere?

“Io ho più volte dichiarato che bisogna schierarsi per difendere la vita e la salute dei ragazzi e delle loro famiglie, non fare una lotta politica, ma portare avanti una battaglia per la salvaguardia delle nuove generazioni. L’ho dichiarato durante la mia permanenza a Macerata dove ho svolto il ruolo di questore e l’ho ribadito nell’ultimo convegno che ho tenuto a Mussomeli (provincia di Caltanisetta), il paese di origine dell’agente Calogero Zucchetto ucciso dalla mafia il 14 novembre 1982, lui è morto per difendere questi valori. Sono molti i ragazzi che si trovano nelle comunità terapeutiche per combattere contro la dipendenza da sostanze stupefacenti che hanno dichiarato che tutto è iniziato con il consumo di quelle che impropriamente e maldestramente vengono definite droghe leggere”.

Come si sta affrontando in Italia il tema della lotta alle dipendenze?

“Oggi con il Sottosegretario Alfredo Mantovano si lavora per salvare la vita ai nostri ragazzi per tutelare la loro salute ed evitare sofferenze e tribolazioni alle loro famiglie. Il sottosegretario Mantovano e il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi hanno istituito un tavolo tecnico per approfondire e migliorare l’applicazione della legislazione esistente relativa alle dipendenze, con particolare riferimento alla guida in stato di ebbrezza o di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti, ad una maggiore prevenzione soprattutto nelle scuole, alla formazione degli operatori creando sinergia con le realtà territoriali e allo snellimento delle procedure per l’utilizzo dei beni confiscati”.

Da dove partire per fare prevenzione?

“Quello della prevenzione è un lavoro che da anni viene portato avanti dalle Forze di Polizia. Naturalmente, bisogna partire dalle scuole, informare i giovani sui rischi a cui possono andare incontro. Far capire loro cosa significa entrare nel tunnel della dipendenza. Solitamente, si inizia dalle droghe cosiddette leggere, per poi passare al consumo di eroina, cocaina e crack”.

Vuole lanciare un messaggio ai giovani (ma anche ai meno giovani) che pensano che “fare un tiro” non creerà una dipendenza?

“Chiunque è contro le sostanze stupefacenti ha a cuore la difesa della vita e del futuro dei giovani, a prescindere dall’accusa di fare propaganda politica. Tutti dovrebbero informarsi seriamente sul tema della tossicodipendenza. Occorre sottolineare con forza gli incisi più volte fatti da Papa Giovanni Paolo II, da Papa Benedetto XVI e ora da Papa Francesco che hanno dichiarato apertamente e con grande forza spirituale che la droga è un male e con il male non ci possono essere cedimenti o compromessi. Non si può assolutamente parlare di ‘libertà di drogarsi’, né del diritto alla droga, qualunque essa sia, perché l’essere umano non ha il diritto di danneggiare sé stesso. La libertà di drogarsi è un inganno”.

L’intervista al professor Girolamo Sirchia

“Questa tipo problematica è stata sottoposta un paio di anni fa alla Food and Drugs administration (Fda) che ha competenza in questo settore. L’interrogativo posto a questo ente chiedeva di fare luce sulle e-cig, ossia se fumare queste (che riscaldano il tabacco) fosse meno dannoso che fumare le sigarette tradizionali (che il tabacco lo bruciano). LA risposta è stata che non c’era nessuna evidenza, ma che le sigarette elettroniche producevano un danno diverso dalle sigarette tradizionali”. E’ quanto ha dichiarato il professor Girolamo Sirchia, già ministro della Salute, intervistato da Interris.it, facendo riferimento allo studio pubblicato sul The New England Journal in cui viene evidenziato il grave, e a volte irreversibile, danno a carico dei polmoni riscontrato nei soggetti fumatori di e-cig e svapo a causa della presenza nel loro interno di sostanze altamente tossiche e cancerogene, nonché, talvolta, a causa della presenza di THC associato a vitamina E acetato.

Le sostanze tossiche all’interno delle sigarette elettroniche

Non è stato detto che le e-cig fanno meno male, ma che producono un danno diverso dal tabacco bruciato, proprio perché questi vapori sprigionati a circa 300 gradi si trovano diverse sostanze tossiche, alcune ancora non identificate – ha aggiunto -. E’ per questo che non bisogna ‘svapare’ mentre ci si trova nei locali chiusi o se si ha vicino altre persone. Sarebbe meglio non farne uso, ma se proprio c’è chi le vuole utilizzare, dovrebbe farlo con le stesse cautele con cui vengono fumate le sigarette tradizionali. Le e-cig non sono per niente innocue“. “Ai liquidi delle e-cig molto spesso vengono aggiunte sostanze aromatiche che danno profumo, ma in alcuni casi viene aggiunto anche il THC (delta-9-tetraidrocannabinolo). Sono tutte miscele che non sempre sono conosciute. L’Fda dovrebbe analizzare queste sostanze e potrebbe avere la facoltà di bloccarle. Non ha ancora ottenuto il via libera perché negli Usa c’è una lobby del tabacco potentissima – ha aggiunto il prof. Sirchia -. Al momento non sappiamo cosa contengono questi liquidi che sono sul mercato, in quanto le aziende non sono tenute a dichiararne il contenuto“.

L’unica soluzione è non fumare

La ricetta vera è non usare questi dispositivi, perché non sappiamo quanti e quali danni sono in grado di provocare – ha affermato il prof. Sirchia -. C’è stato un periodo in cui questi apparecchi venivano quasi consigliati a quanti volevano smettere di fumare, affermazione che poi è stata smentita. Sono queste le bugie che fanno girare l’economia. Stiamo parlando di sostanze tossiche”.

Parlare di droghe leggere o pesanti: un’affermazione senza senso

Lo studio pubblicato sul The New England Journal spiega come il danno causato dal fumare e-cig o svapo i cui liquidi contengono Thc e vitamina E acetato siano gravi e irreversibili. Ma la quantità di delta-9-tetraidrocannabinolo che si trova in questi liquidi, è sufficiente a creare una dipendenza in chi la fuma? “Sicuramente se c’è la sostanza che dà assuefazione – ha dichiarato Sirchia -. Il THC non è innocuo, ci sono studi che dimostrano la sua pericolosità e la capacità di danneggiare il nostro organismo, anche al sistema nervoso, quindi alle attività cognitive di chi le fuma. Lo ripeto, sembra banale, ma nessuna di queste sostanze è innocua, non vanno utilizzate. In teoria non dovrebbero esistere – ha sottolineato il prof. Sirchia -. Poi in realtà, purtroppo, gli interessi economici fanno sì che esistano e che vengano propagandate contro ogni legge che lo vieta”. “Accompagnata a questo tipo di propaganda, spesso viene affiancata quella che riguarda la distinzione fra droghe leggere e pesanti – conclude il prof. Sirchia -. Le droghe sono droghe. Le parole come leggere o pesanti, con le quali spesso le sostanze stupefacenti sono definite, sono artifici per lanciarle sul mercato evitando che ci sia un blocco su tutta la famiglia di sostanze. La verità è che tutte danno assuefazione e quindi sono droghe. Definirle leggere è un nonsenso“.

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