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Le 100 vite che hanno sconfitto le dipendenze patologiche

Don Oreste Benzi alla Festa del Riconoscimento per i ragazzi che hanno finito il programma della comuntià terapeutica

«Ho vissuto senza una casa per 27 anni, ho sperimentato la strada ed ho fatto uso di sostanze stupefacenti. Ho fatto una vita randagia. Quando sono entrata in comunità terapeutica avevo solo un sacchetto con dentro un paio di mutande. Per la prima volta nella mia vita mi sono sentita trattata come una persona, senza essere sfruttata. Mi hanno ridato dignità come donna».

A parlare è Roberta – nome di fantasia –, 44 anni, proveniente da una famiglia problematica, una vita di violenze e soprusi che lei ha anestetizzato nella droga e nell’alcol.

«A 13 anni ho iniziato a ‘bucarmi’, poi a bere. Per sopravvivere mi sono prostituita. Sulla strada ho imparato a delinquere, sono stata sei anni in carcere e poi in ospedale psichiatrico».

Una vita devastata. «Ero stanca di vivere per strada. Poi, finalmente, ho incontrato la comunità Papa Giovanni. Non è stato facile fidarmi, perché sulla strada ho imparato a non fidarmi di nessuno».

Roberta inizia il percorso in comunità terapeutica, smette di usare le sostanze e si impegna nel reinserimento. «Dopo un periodo presso la comunità terapeutica di Lonigo, sono stata accolta in una famiglia. Qui  ho trovato tanta fiducia, amore e tanta pazienza nei miei confronti. Mi hanno insegnato a voler bene alle persone. Ho trovato una famiglia. Qui sono rinata. Mi sono sentita onesta. Vera».

Roberta è una delle protagoniste della Festa del Riconoscimento. Lei è una delle 100 persone che hanno concluso il percorso terapeutico in una delle 17 strutture accreditate in Italia e delle 10 all’estero gestite della Comunità Papa Giovanni XXIII. Genitori commossi per il ritorno alla vita dei loro figli, parenti, amici, operatori di comunità si stringono intorno a queste persone che hanno sconfitto il demone della droga.

«Sono contenta di fare festa il 26 dicembre è una festa di rinascita per me. Per la prima volta nella mia vita ho fatto qualcosa di buono e bello per me e sono riuscita a concluderlo. Voglio dire grazie di cuore ai miei operatori che mi hanno supportato e sopportato e alla famiglia che mi ha accolto».

Dal 1983,  la Festa del Riconoscimento, si celebra il 26 dicembre di ogni anno, per la festa di Santo Stefano primo martire, nella Chiesa delle Grotta Rossa a Rimini, la parrocchia che fu di don Oreste Benzi. E’ una Santa Messa in cui si fa festa per i ragazzi che hanno concluso il percorso terapeutico di liberazione dalle dipendenze patologiche.

«Quello che si è festeggiato è stato a dir poco stupendo. – scriveva don Benzi in occasione della prima festa nel dicembre 1983 – E‘ stato un giorno in cui si è preso atto di una resurrezione di alcuni nostri fratelli i quali erano morti alla vita, alla Fede, all’amore perché vittime della droga e sono risorti alla stessa vita, alla stessa Fede e allo stesso amore. Adriano, Sergio, Vincenzo, Giorgio, Sergio e Luciano – i ragazzi che conclusero per primi il percorso terapeutico – hanno riconosciuto davanti al Signore il miracolo che si è compiuto in ognuno di loro e la Misericordia di Dio che li ha amati fino a ricondurli a sé come figli prodighi. Molte persone hanno voluto condividere questo momento di gioia grande, molti sono stati gli applausi non solo per i ragazzi che hanno lavorato sodo, ma anche per il Signore che ha voluto che tutto ciò si compisse. Molte le lacrime di felicità soprattutto da parte dei genitori che hanno rivisto nascere una seconda volta i loro figli e hanno ricompreso la sofferenza passata in questa felicità nuova voluta per loro da Dio».

Luca Luccitelli: