Metamorfosi post-pandemia del lavoro. L’occupazione è uscita profondamente cambiata dall’emergenza Covid. A certificarlo è la consulente del lavoro Federica Petrucci che basa la sua analisi sui dati Unioncamere-Anpal. “Dopo un forte periodo di recessione, causato dal blocco delle attività a seguito dell’allarme sanitario, il mercato del lavoro ha iniziato a dare i suoi primi segnali di ripresa– spiega la consulente editoriale Ipsoa Magazine-. Ciò è avvenuto in uno scenario completamente nuovo. L’incontro tra domanda e offerta ha risentito fortemente dell’enorme trasformazione tecnologica. Una dinamica che ha avuto una forte spinta durante la pandemia. Il lavoro è diventato più smart, più flessibile. Sempre più aziende e professionisti si stanno muovendo verso il digitale“.
Nuove esigenze
Dunque a guidare la ripresa dell’occupazione post Covid sono le nuove tecnologie. Lo conferma anche il Sistema Informativo Excelsior. Ossia una tra le maggiori fonti disponibili in Italia sui temi del mercato del lavoro. “Ma quali sono le figure più richieste oggi e quali saranno i professionisti più ricercati in futuro?- si chiede Federica Petrucci-. Uno sguardo ai dati ci permette di delineare un primo, ipotetico, scenario. Emerge una diffusione sempre maggiore del digitale e dell’intelligenza artificiale. Tale da influenzare l’incontro tra domanda e offerta. E da rivoluzionare le logiche del mercato. Creando nuove esigenze e specializzazioni“.
Lavoro più smart
Prosegue la consulente del lavoro: “L’impiego d’ufficio come è stato sempre tradizionalmente concepito è profondamente cambiato. Lasciando spazio a figure sempre più specializzate e creando nuove esigenze”. Il report “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia” si spinge fino al 2026. E distingue per settore economico. Tipologia di occupazione. Professioni. Livelli di istruzione e principali indirizzi di studio. “Prima della pandemia, per esempio, il lavoro da remoto era un’eccezione, ora per molti è la regola. Ma non solo- osserva Federica Petrucci-. Diversi di questi cambiamenti, per quanto riguarda le professioni, sono destinati a perdurare. Basta pensare allo smart working. E’ passato dall’essere una possibilità riconosciuta a pochi dipendenti e da poche aziende prima della pandemia. Poi è diventato una misura eccezionale per far fronte all’emergenza. E, infine, è stato riconosciuto ufficialmente come alternativa all’attività in sede aziendale Chi ha la possibilità di tornare in ufficio, oggi, preferisce non essere obbligato a farlo. E se l’azienda non glielo permette, inizia a guardare altrove“.
Metamorfosi dell’occupazione
“Le multinazionali hanno accettato il fatto che sono pochi i dipendenti disposti a tornare a tempo pieno al lavoro in sede – evidenzia Federica Petrucci-. Per trattenere i migliori talenti e attirarne di nuovi stanno iniziando a sperimentale il modello ibrido. Quello cosiddetto ‘misto’. consentendo al personale di dividere il proprio tempo tra l’ufficio e un’altra sede. Il Covid, quindi, ha fatto da spartiacque. E ha accelerato un cambiamento che molto probabilmente era comunque destinato a realizzarsi”. Ecco, dunque, come muta il mondo del lavoro. Per effetto della rivoluzione digitale- La trasformazione socio-culturale si è verificata nell’ultimo biennio. Rivoluzionando il mercato del lavoro. E spianando la strada a tre grandi transazioni già in atto. Ovvero la transizione digitale. La transizione ambientale. La transizione demografica.
Frontiere
Ne è un esempio “Frontiere”. 100 nuovi posti di lavoro in 3 anni nelle new generation technology. Apre i battenti a Roma il nuovo polo di consulenza tech per le aziende. 100 nuovi posti di lavoro nelle tecnologie di frontiera. E raddoppio del fatturato in tre anni. Questa la dichiarazione programmatica di Frontiere, l’hub di innovazione che nei giorni scorsi ha aperto i battenti a Roma. Con l’obiettivo di supportare e accelerare la digitalizzazione delle aziende. Attraverso l’utilizzo delle “new generation technology”. Dalla realtà aumentata a quella virtuale. Dal metaverso al Web3. A dare il via al progetto una squadra di professionisti dell’innovazione (tra i quali Alfredo Adamo e Marco D’Ambrosio) che hanno deciso di cooperare. In modo da far confluire la loro esperienza e il loro know how in questo nuovo polo della consulenza tecnologica. Frontiere, infatti, nasce dall’unione di 3 società già operative sul mercato. Alan Advantage, GreenVulcano Technologies e Hueval. Il traguardo di crescita di Frontiere è quello di raggiungere entro due anni i 15 milioni di euro di fatturato. Raddoppiando i posti di lavoro. Oggi le tre aziende impiegano già oltre 100 persone.