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La parola chiave è convivere con il virus. Mai più lockdown

A settembre quello che ci aspetta o quello che vorrei ci aspettasse è che i nostri ragazzi tornassero a scuola possibilmente in presenza perché sappiamo che quella in presenza è l’unica scuola vera, la dad per quanto utile è un surrogato.

Il che vuol dire che la maggioranza dei professori sarà vaccinata e una buona parte dei ragazzi, almeno quelli dai 12 anni in poi che avrà deciso di aderire alla vaccinazione.

È chiaro che questo è lo scenario migliore, quello che mi auguro. Vorrebbe dire che abbiamo capito che dobbiamo convivere con il virus, mettere in atto le misure per prevenire il contagio, l’infezione. E queste misure sono la vaccinazione, prima possibile e quanto più possibile. E poi in alcuni luoghi, in alcune situazioni, dove è particolarmente alto il rischio, usare le mascherine, distanziarsi quando possibile.

Ripeto, la parola chiave è convivere con il virus. Convivere vuol dire non chiudere più. La parola “lockdown” non la voglio più sentire, è un termine che deve uscire dal nostro vocabolario. Dobbiamo andare avanti. Permettetemi di battere ancora su questo tasto, quello della convivenza.

Che è fatta di tre cose fondamentali. La prima, evitare allarmismi: con questo virus ci dovremo vivere assieme ancora per molti anni e ogni volta che aumentano i contagi non bisogna terrorizzare, ma spiegare, essere sobri, senza eccessi.

Secondo fattore: la vaccinazione. Dobbiamo sapere che per difenderci da questo virus dobbiamo vaccinarci. Quindi parliamo, spieghiamo cosa bisogna fare, cosa no… io sono dell’idea che più persone si vaccinano meglio le cose andranno in futuro.

Terzo strumento: il Green Pass. A patto che sia vissuto in maniera intelligente, non solo come imposizione. Bisogna capire che è uno strumento attraverso il quale a settembre-ottobre non chiuderemo più. ovviamente il Green Pass va perfezionato, ci vogliono i controlli da parte di chi di dovere, la consapevolezza per esempio che per prenotare al ristorante bisogna averlo e così via.

Convivere vuol dire anche rischi, certamente, ma i rischi c’erano anche prima che arrivasse il Covid-19. Abbiamo sempre avuto problemi con l’influenza, abbiamo sempre avuto problemi con altri tipi di virus.

Diamo uno sguardo a quanto hanno fatto in Gran Bretagna. Credo gli inglesi abbiano fatto un ottimo lavoro perché hanno vaccinato tantissime persone. Dopodiché hanno detto “Signori, dobbiamo imparare a convivere con il virus, perché comunque sarà ancora di noi”. Per cui il 18 di luglio hanno aperto tutto e mi pare i numeri gli stiano dando ragione. è importante dare queste notizie: che anche Paese che ha praticamente aperto tutto e senza grandi limitazioni, perché le mascherine sono state tolte dappertutto, i contagi stanno diminuendo. E questo grazie a una massiccia campagna di vaccinazione. Il modello inglese è un modello cui guardare, magari adattandolo al nostro Paese però è sicuramente un esempio virtuoso.

Per quanto mi riguarda farò le mie vacanze a Celle Ligure con la mia famiglia, anche perché voglio essere sul posto, vicino all’ospedale San Martino di Genova: se ci fosse bisogno voglio poter tornare velocemente, a disposizione della Regione e delle autorità sanitarie. E spero di godermi la mia famiglia. Mia moglie ha un albergo e spero che le cose per lei vadano meglio, dato che negli ultimi tempi gli affari per lei come per tutti sono andate parecchio male.

In conclusione, vediamo di non fermarci più, ma anche di non dimenticarci la lezione che abbiamo imparato, vale a dire che un nemico invisibile può essere sempre dietro l’angolo. Sempre antenne dritte, prevenzione e cura del mondo in cui viviamo.

L’infettivologo Matteo Bassetti ha scritto l’articolo in esclusiva per il settimanale Visto

Matteo Bassetti

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