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A Kiev c’è chi costruisce i ponti invece dei muri. Testimonianze di dialogo sull’orlo della guerra

Il messaggio di speranza di monsignor Vitaliy Krivitskiy e l'oratorio salesiano di padre Max Ryabukha, luogo di pacificazione in mezzo a tensioni est-ovest mai così allarmanti dalla crisi missilistica di Cuba del 1962

A Kiev la condivisione e il dialogo passano dalla testimonianza cristiana. “Noi preghiamo e operiamo per la pace“, afferma monsignor Vitaliy Krivitskiy. Il vescovo cattolico di Kiev chiede di abbassare i toni. Di evitare di amplificare la propaganda, sia da est che da ovest. Perché gli allarmi stanno già colpendo il popolo ucraino ancora prima delle bombe. “Mentre il dialogo e la diplomazia stanno ancora lavorando, per alcuni il conflitto è già iniziato- evidenzia il presule-. Gli investitori stanno cercando di far uscire i propri soldi dall’Ucraina. Alcune compagnie aeree hanno già cancellato i voli. Molte ambasciate stanno ritirando il loro personale. La valuta sta calando e i prezzi si alzano. La guerra ancora non c’è, ma per tutti questi motivi gli ucraini stanno già soffrendo. E molti stanno già pensando di partire”. La Cattedrale di Sant’Alessandro è a un passo dalla piazza dell’Indipendenza. Teatro della rivolta filo-europea del 2013.Kiev

Verità su Kiev

“Gli appelli ai cittadini occidentali a lasciare il Paese sono forse eccessivi. La domanda che mi pongo è se le notizie di un attacco imminente servano alla gente. O siano semplicemente strumenti di manipolazione nelle mani di terzi“, aggiunge il vescovo nato a Odessa 49 anni fa. “In era sovietica abbiamo imparato a vivere in un ambiente permeato dalla menzogna– evidenza il presule all’Ansa-. Da una parte siamo abituati alla propaganda. Dall’altra, però, siamo anche diventati molto sensibili a rivendicare la verità. Ed è importante che la Chiesa inviti tutti a dire la verità. Anche se sappiamo che in politica non sempre si può”. Ne deriva la lettera del Consiglio ucraino delle Chiese e Organizzazioni religiose. Organismo che raggruppa tutte le religioni monoteiste del Paese. E cioè cristiani ortodossi. Cattolici di rito latino e di rito bizantino. Ebrei. Musulmani. Insieme lanciano un appello alla comunità internazionale “perché cessi di usare l’Ucraina come terreno di gioco per altre partite“. Con l’invito al popolo ucraino “a restare unito e compatto in questo momento difficile”.Kiev

Missione ecumenica

In Ucraina i cattolici sono 5 milioni. Poco più del 10% della popolazione in maggioranza di fede ortodossa che appena due anni fa si è separata, non senza strazi, dalla Chiesa russa. E solo un milione sono i cattolici di rito latino. Osserva monsignor Vitaliy Krivitskiy: “Quella di papa Francesco è una voce molto autorevole nel Paese. Sia per i cittadini, sia per i politici. Siamo convinti che tutte le persone di buona volontà presteranno attenzione alla voce del Pontefice e alle sue ripetute preghiere per la pace in Ucraina. La speranza è che ogni sua parola possa arrivare a ogni orecchio”.Kiev

Oratorio di pace

Da Kiev l’agenzia missionaria vaticana Fides rilancia la testimonianza di padre Max Ryabukha. Sacerdote salesiano. Direttore della “Casa Maria Ausiliatrice” di Kiev. Ponte di dialogo e dialogo mentre tutt’intorno si respirino venti di guerra. Sul riacutizzarsi della crisi tra Ucraina e Russia, osserva il religioso: “Il nostro oratorio si sta rivelando un rifugio per tanti. Cattolici, ortodossi, ma anche molti non credenti. I giovani si passano parola usando il tam tam dei social network. A volte coinvolgono anche le loro famiglie. E il gruppo si allarga, di giorno in giorno. Tutt’intorno l’aria è pesante. Da metà dicembre c’è una forte tensione”. Pur nella paura e nelle difficoltà, rimarca, la comunità si stringe nella fede: “La comunità ecclesiale ucraina sta pregando per la pace- racconta padre Max Ryabukha-. Nell’ultimo anno, da quando la situazione quando si nuovamente aggravata nel Paese, i giovani dell’oratorio salesiano di Kiev si sono riuniti a turno. Per recitare le tre Ave Maria e per condividere un pensiero della buona notte nello stile di Don Bosco”. Kiev

Preghiera per la pace

Il salesiano fa poi riferimento all’iniziativa del Papa che ha indetto una preghiera per la pace in Ucraina. “Ci sentiamo meno soli e più forti- puntualizza padre Max-. Pregare, l’uno a fianco dell’altro può diventare un segno di speranza. Un motore di cambiamento che scuote e interroga la coscienza”. In questo cammino di pace, mentre scorrono giorni di grande tensione, la famiglia salesiana presente in Ucraina opera per sostenere la popolazione. E per gettare, nonostante tutto, qualche seme di speranza. Particolarmente attiva è la scuola di Zhytomir, capoluogo di provincia che conta 300 mila abitanti. A nord ovest della capitale Kiev. Una realtà che Missioni Don Bosco sostiene con i suoi benefattori. Kiev

Scuola ecumenica

“Dal 2016 i salesiani gestiscono la scuola ecumenica ucraino-italiana Vsesvit- riferisce Michal Wocial, direttore della casa salesiana di Zhytomir-. La cittadina non offre attività pomeridiane ai ragazzi. Né di doposcuola né di carattere sportivo o ludico”. Proprio per questo motivo i religiosi di Don Bosco intendono affiancare al centro educativo un oratorio. “Vogliamo costruire- prosegue padre Michal – uno spazio. Aperto non solo ai 200 allievi che già adesso frequentano la scuola salesiana. Ma a tutti i giovani della zona. Attraverso l’oratorio, tanti bambini e ragazzi potrebbero trovare sostegno negli studi. Divertimento. Sport. Gioco. Condivisione. In puro stile salesiano”.

Ucraina
Le bandiere della Nato e dell’Ucraina

Accompagnare i giovani

I missionari salesiani sono tornati in Ucraina negli anni ’90. Dopo la caduta dei regimi comunisti nell’Est Europa. E oggi gestiscono otto centri. L’opera principale è quella educativa. Che li vede impegnati sul fronte dell’animazione negli oratori. Nei centri giovanili. Nella scuola. Nell’orientamento vocazionale. “In oltre 130 paesi i salesiani sono impegnati a tenere in vita scuole e oratori che ospitano i bambini e i giovani”, sottolinea padre Andrzej Policht. Missionario salesiano di origine polacca che opera nella scuola di Zhytomir. “L’obiettivo comune a tutte queste opere è accompagnare i giovani. Nel percorso di crescita e maturazione. Annunciando la Buona Novella e il carisma di Don Bosco. In un contesto in cui c’è profondo bisogno di orientamento spirituale fra le nuove generazioni”.

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