“L’isola che non c’è”, un parco per affermare il valore dell’amicizia

L'importanza del coinvolgimento attivo dei bambini nella vita delle comunità raccontata a Interris.it da Anna Salemme attraverso l'esperienza del parco "L'isola che non c'è"

Il parco inclusivo "L'isola che non c'è" di Santa Domenica Talao (@ Anna Salemme)

L’inclusione e la partecipazione dei bambini ai diversi momenti di aggregazione delle loro comunità di residenza è fondamentale per incentivare la loro crescita equilibrata e, di conseguenza, anche i processi di socializzazione che ne derivano.

L’esperienza di Santa Domenica Talao

In provincia di Cosenza, precisamente nel borgo di Santa Domenica Talao, questa finalità è stata perseguita attraverso la riqualificazione di un’area verde, con l’intento di donare alle giovani generazioni un luogo di aggregazione in cui socializzare e apprendere nuove conoscenze a 360 gradi, mediante l’arte e la lettura. Interris.it, in merito a questa esperienza di inclusione e prossimità alle giovani generazioni, ha intervistato Anna Salemme, artista e decoratrice, nonché ideatrice del parco “L’Isola che non c’è”, inaugurato alla presenza delle autorità civili e religiose lo scorso luglio.

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Foto di charlesdeluvio su Unsplash

L’intervista

Salemme, come nasce e che obiettivi ha il parco “L’Isola che non c’è”?

“Il parco ‘L’Isola che non c’è’ nasce da un’idea molto semplice. A Santa Domenica Talao, spesso, mi recavo dove ora sorge il parco il quale, fino a non molto tempo fa, era un po’ lasciato a sé stesso, nonostante la sua posizione fosse molto bella. Da quel momento, ho pensato che sarebbe stato bello farlo diventare un luogo rivolto ai bambini, attraverso una favola e con i muri decorati ispirandosi ad essa. A mio parere, quella con un senso più importante, è ‘Peter Pan’ perché, nella stessa, si mette in risalto l’importanza di non smettere mai di sognare e, anche gli adulti, dovrebbero ricordarsi che, nonostante tutto, la vita e sempre bella e dobbiamo rendere il mondo un posto migliore. Riflettendo su questi pensieri, ho iniziato a parlarne apertamente ed ho proposto le mie idee che, alla fine, sono piaciute. Quindi, partendo da zero, ho raccolto dei fondi e, grazie all’aiuto di tutti, abbiamo dato nuova linfa a questo luogo, creando una vera e propria ludoteca a cielo aperto. L’inaugurazione è stata un momento bellissimo per la comunità ed è stata apprezzata da tutti.”

Che messaggio ha voluto lanciare attraverso il murales del parco?

“Attraverso il murales e con l’aiuto della favola di ‘Peter Pan’, ho voluto lanciare un messaggio di amicizia e fraternità universale, sottolineando l’importanza di impiegare il nostro tempo nel migliore dei modi e facendo del bene al nostro prossimo. È importante non lasciarsi abbattere dalle difficoltà: quando si vuole raggiungere un obiettivo, per portarlo a termine, bisogna impegnarsi, attraverso la propria volontà e con l’aiuto degli altri. Il parco ‘L’Isola che non c’è’ e il murales, in ossequio a questi valori, sono aperti a tutti. Chiunque può venire qui e usufruire di libri, fogli e colori appositamente disposti nell’area didattica creata per i bambini mentre, per gli adulti che li accompagnano, è presente un’area relax.”

© Michal Jarmoluk da Pixabay

Guardiamo al futuro: quali sono i suoi desideri per lo sviluppo di quest’opera?

“Rivolgendo lo sguardo al futuro mi vengono in mente molte cose da fare. Molte scuole vogliono dare il loro contributo e svolgere alcuni progetti in quest’area. Vorrei organizzare una gara di lettura per avvicinare bambini e ragazzi ai libri, con l’obiettivo di evitare anche un utilizzo eccessivo degli smartphone e far si che interagiscano tra di loro guardandosi negli occhi.”