Obiettivo integrazione
Secondo la scrittrice Susan Spencer-Wendel, “non solo le persone fisicamente disabili hanno esperienze che non sono accessibili ai normodotati. Ma sono anche in una posizione migliore per trascendere i miti culturali sul corpo. Perché non posso fare le cose che i normodotati sentono di dover fare per poter essere felici, normali’ e sani. Se i disabili fossero davvero ascoltati, avrebbe luogo un’esplosione di conoscenza del corpo e della psiche umani”. E così, tra spettacoli teatrali, musica, cabaret, presentazioni di libri e proiezioni di film, Trani si trasforma in un grande palcoscenico. Un luogo speciale che coniuga cultura e spettacolo. Ma anche integrazione e solidarietà.
Nuova opportunità
“Dovete sapere che esiste una teoria, che non è nostra. Ma che abbiamo fatto nostra. In base alla quale le persone con disabilità si dividono fra rancorosi e solari– sottolinea la campionessa paralimpica Bebe Vio-. I primi sono quelli arrabbiati col mondo per quello che gli è successo. I secondi sono quelli che hanno deciso di viverla come una nuova opportunità“. Nella città pugliese celebre per i suoi tesori d’arte, l’idea del teatro dell’inclusione è nata nel 2008. Intuizione di un gruppo di giovani volontari che prestavano servizio in una casa d’accoglienza. Volevano proporre un teatro inclusivo in cui fossero protagonisti sia attori normodotati che attori con diversa abilità. Quell’idea è diventata realtà nel progetto del “Giullare”. Un personaggio che attraverso lo scherno e la derisione dimostra alla società che la diversità non è sinonimo di inferiorità. Bensì una peculiarità da raccontare.