Le origini della Gmg affondano nel primo pontificato extra-italiano in mezzo millennio di storia pontificia. Nella cerimonia d’inizio del pontificato, Karol Wojtyla annunciò di voler seguire il suo predecessore Albino Luciani nella rinuncia al triregno, la tiara papale formata da tre corone sovrapposte. Simbolo del potere temporale dei papi. Un modo per avvicinare il papato all’umiltà e alla sobrietà del Vangelo ma anche per tendere la mano al mondo giovanile ostile ai formalismi. Al termine dell’omelia si rivolse ai giovani: “Siete voi il nostro futuro». Durante il viaggio apostolico in Francia nel 1980 un giovane, prima di venire allontanato dalla polizia, riuscì a sottrarsi alla sorveglianza e ad arrivare a pochi metri dal Papa. “Sono ateo, spiegami perché credi in Dio”, gridò.
La stagione dell’avvio
Karol Wojtyla si fermò a riflettere poi osservò: “A questi giovani dobbiamo dare una risposta“. E così poco dopo iniziò il lungo cammino della “Woodstock cattolica”, l’invenzione più celebre di Giovanni Paolo II. L’origine della Giornata mondiale della gioventù, tra le più innovative intuizioni di san Giovanni Paolo II, risale all’Anno Santo della Redenzione con cui, nel 1983-1984, la Chiesa celebrò i 1.950 anni dalla Passione di Gesù. Trentacinque anni di storia ecclesiastica che si intrecciano con i principali eventi a cavallo tra ventesimo e ventunesimo secolo. Il sacerdote francese Éric Jacquinet, dopo aver prestato servizio per cinque anni in Vaticano come responsabile della “Sezione giovani” del Pontificio Consiglio per i laici è tornato a Bordeaux a fare il parroco, passando il testimone a padre João Chagas e racconta la stagione dell’avvio.
Avventura Gmg
La Gmg è considerata da molti la più bella invenzione di papa Karol Wojtyla
che invece sosteneva che sono i giovani stessi ad averla inventata. In realtà questa meravigliosa avventura è nata nel biennio 1983-1984, quando tra le varie attività dell’anno giubilare Giovanni Paolo II volle fissare un raduno giovanile per la domenica delle Palme. A settembre del 1979 il nuovo Pontefice si recò in visita a Loreto. Per accogliere il Papa fu organizzata una veglia di duemila giovani arrivati a piedi di notte. Fu recitato il Rosario nel piazzale della Basilica dopo la messa. Il Papa uscì il pomeriggio in piazza e li trovò lì in preghiera.
Raduni
“Il Pontefice, volendo manifestare l’attenzione della Chiesa verso le nuove generazioni, chiamò nuovamente i giovani a Roma per la domenica delle Palme – sottolinea padre Éric Jacquinet –. Anche questa volta, come durante l’analoga convocazione, trecentomila giovani si sparsero nelle chiese della Città eterna per diversi momenti di preghiera e catechesi e poi si radunarono in piazza San Pietro per partecipare alla celebrazione con il Pontefice”. Dopo questi due raduni, molti si domandavano “perché questa riposta generosa, che cosa cercano i giovani, cosa vogliono“, prosegue l’ex responsabile della “Sezione giovani” del Pontificio Consiglio che dal settembre 2016 ha trasferito le sue competenze al nuovo dicastero vaticano per i Laici, la Famiglia e la Vita.
Convocazione
Giovanni Paolo II lo aveva intuito. I giovani sentivano il desiderio di ritrovarsi insieme, di condividere la loro esperienza, di ascoltare una parola di fede, di guardare insieme al
futuro, di rinnovare e confermare il proprio impegno. E così, alla fine del 1985, Karol Wojtyla annunciò l’istituzione della Giornata mondiale della gioventù, da celebrarsi ogni anno nelle diocesi il giorno della domenica delle Palme. Alla celebrazione diocesana fu presto affiancato un grande incontro mondiale, che inizialmente si tenne ogni due anni. Alla prima Gmg, celebrata nelle diocesi nel 1986, seguì così la prima grande edizione internazionale, che si svolse nel 1987 a Buenos Aires, nell’Argentina in via di faticosa uscita dalla dittatura. Nel 1989, la Giornata mondiale della gioventù si celebrò in Spagna a Santiago. A seguire toccò a Częstochowa in Polonia, dopo la caduta del muro di Berlino. Nel 1993, l’uscita dall’Europa con l’edizione di Denver, negli Stati Uniti. Nel 1995, a Manila, nelle Filippine. Nel 1997 fu la volta di Parigi. Nel 2000 i due milioni di “sentinelle del mattino” a Tor Vergata durante il Grande Giubileo, poi nel 2002, la Gmg di Toronto in Canada. Nel 2005, poco dopo la morte di Giovanni Paolo II, fu Benedetto XVI a presiedere l’edizione di Colonia in Germania. Nel 2008, la Giornata mondiale della gioventù approdò a Sydney. A seguire Madrid, Rio de Janeiro e Cracovia. E infine Panama.
Soglia della speranza
Nel libro “Varcare la soglia della speranza“, Giovanni Paolo II descrisse, nel 1994, il suo legame preferenziale con le nuove generazioni. “Nei giovani c’è un immenso potenziale di bene e di possibilità creative». E spiegò che “quando li incontro, in qualunque luogo del mondo, attendo prima di tutto ciò che vogliono dirmi di loro, della loro società, della loro Chiesa”. E aggiunse: “Sempre li rendo consapevoli di questo. Non è affatto più importante ciò che vi dirò: importante è ciò che mi direte voi. Me lo direte delle nuove generazioni in
occasione dell’Anno Santo della Redenzione, la risposta non deve essere necessariamente con le parole. Lo direte con la vostra presenza, con il vostro canto, forse anche con la vostra danza. Con le vostre rappresentazioni, infine con il vostro entusiasmo”. A spiegare le finalità della Giornata mondiale della gioventù fu lo stesso Giovanni Paolo II nella lettera per il seminario di studio sulle Gmg, tenuto a Częstochowa nel 1996. “Le Giornate sono nate dal desiderio di offrire ai giovani significativi “momenti di sosta” nel costante pellegrinaggio della fede, che si alimenta anche mediante l’incontro con i coetanei di altri Paesi e il confronto fra le rispettive esperienze“.