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Gmg 2023: Matteo e Naide raccontano l’esperienza dei giovani dell’Apg23

Interris.it ha intervistato Matteo Santini e Naide Helena Muniz, membri della Comunità Papa Giovanni XXIII, mentre si trovano a Lisbona per accompagnare i giovani alla Gmg 2023

Cosa mi ha spinto ad accompagnare i giovani a Lisbona? E’ una domanda che mi hanno fatto in molti in questi giorni. Per rispondere devo spiegare cosa sono per me i giovani: sono forza, coraggio, curiosità. Sono loro che mi spingono, con la loro voglia di vivere e di stare insieme, a scoprire dentro di me e, quindi rafforzare, la gioia di stare con Gesù, di essere tutti una sola voce, di essere una cosa sola. ‘Maria si alzò e andò in fretta’ è il tema della Gmg di quest’anno e proprio sull’esempio di Maria ho detto il mio sì a questa esperienza di condivisione, la Gmg non è solo per i giovani, ma anche per gli adulti: ti rinnova dentro”. A parlare a Interris.it è Naide Helena Muniz, mamma di una casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata dal Servo di Dio, don Oreste Benzi, che si trova a Lisbona per accompagnare un gruppo di giovani che fanno parte della sua stessa associazione. “Mi aspetto che questa esperienza mi faccia crescere a livello personale e che mi dia la capacità di sapermi approcciare sempre di più con le nuove generazioni – spiega Naide -. Ho sentito testimonianze che mi hanno molto toccato e mi hanno fatto ricordare il sì che ho pronunciato tanti anni fa quando ho scelto di far parte di questa associazione, spero di poter crescere nella mia fede e diventare un punto di riferimento per questi ragazzi, essendo per loro un punto fermo della loro vita”.

Foto © Matteo Santini

Una sola lingua universale

Naide, parlando a Interris.it descrive l’arrivo a Lisbona, dove si sono registrati oltre 350 mila pellegrini: tanti giovani, educatori e volontari provenienti da ogni parte del mondo, ma tutti capaci di comprendersi grazie ad una sola “lingua” universale, “come negli Atti degli Apostoli al capitolo due, dove viene descritto come la discesa dello Spirito Santo permette a tutti, anche se provenivano da luoghi diversi e non parlavano la stessa lingua, di capirsi – racconta Naide -. Ho vissuto questo in quella piazza, è stato incredibile. Il linguaggio che ci univa era l’amore, la gioia di stare insieme per Gesù. La Gmg è molto importante perché la nostra gioventù ha l’occasione di avvicinarsi a Dio, come diceva don Oreste in un incontro simpatico“.

La Chiesa adulta che impara dai giovani

“Come Apg23 abbiamo aderito all’invito della Pastorale giovanile della Cei di iscriverci per partecipare alla Gmg con le nostre diocesi di appartenenza, quindi ci sono molti piccoli gruppi dell’associazione che si sono messi in gioco all’interno del proprio territorio – spiega Matteo Santini, membro della Comunità Papa Giovanni XXIII, intervistato da Interris.it che insieme a Naide accompagna i giovani alla Gmg. “Con la nostra diocesi (Pesaro Urbino e Fano) siamo un gruppone composto da 220 persone e come Apg23 siamo 9, tra accompagnatori e ragazzi. Abbiamo anche una partecipazione di persone affette da disabilità”. “La Chiesa adulta ha molto da imparare dai giovani. Da adulto e da persona che sta, da alcuni anni, molto a contatto con i giovani ricevo da loro molti stimoli, energia. Il desiderio che porto nel cuore è che noi adulti diventiamo davvero capaci di quell’ascolto quotidiano dei ragazzi per fare insieme quel cammino di scoperta che li porti a comprendere qual è la loro vera vocazione”.

I semi della Gmg e l’invito a mettersi in cammino

La dimensione della Gmg è travolgente perché trasmette un volto della Chiesa veramente bello, unito, gioioso che non ha colori né età, un’energia bellissima. Tutti i tesori che i giovani scopriranno qua lì assaporeranno a casa, nel ‘post-Gmg’ – spiega Matteo -. Questi eventi così belli e grandi non bisogna mai pensarli come staccati dalla vita, ma portano frutto se, una volta tornati alla quotidianità, questi semini che sono stati piantati porteranno frutto, quindi nel discernimento di vita per i più giovani e per gli adulti che le scelte di vita le hanno già compiute”. La Giornata mondiale della gioventù non è soltanto partecipare, ma raccogliere l’invito che viene fatto ai pellegrini già a partire dal tema, la citazione scelta dal Santo Padre, “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1, 39). La citazione biblica, proveniente dal Vangelo di San Luca, apre il racconto della Visitazione, il momento cioè in cui Maria riceve la visita di sua cugina Elisabetta. L’episodio segue l’Annunciazione, quando l’angelo annuncia a Maria che sarebbe diventata la madre del Figlio di Dio, ed è un chiaro rimando anche all’ultima GMG, svoltasi a Panama nel 2019, che aveva scelto proprio questo tema.

Alzarsi in fretta, ma non con ansia

E’ un richiamo bello a mettersi in cammino, partire vuol dire preparare uno zaino solo con l’essenziale e lasciare le proprie comodità e il proprio divano, le proprie sicurezze ed andare incontro come pellegrini a qualcosa di ignoto, anche se la sensazione ti dice già che è qualcosa di molto bello – aggiunge Matteo -; questo è anche un cammino interiore, che porta a interrogarsi sul proprio futuro: questa è la condizione migliore per fare arrivare l’invito di alzarsi in fretta. Fretta non vuol dire ansia di fare cose, ma con gioia, energia e determinazione a muoversi verso il bene, per scoprire la perla preziosa in fondo al cuore“.

Foto © Matteo Santini

La dimensione del silenzio

Nonostante le centinaia di migliaia di pellegrini che affollano la capitale portoghese in questi giorni a stupire Matteo è il silenzio che c’è nel momento delle celebrazioni o degli incontri. Lungo la strada che li porta a raggiungere la collina dove si radunano tutti i giovani si ascoltano cori, canti, urla di gioia. “Alla messa di apertura eravamo tantissimi e mi ha sconvolto il silenzio che si crea, ha un’energia enorme. Durante la celebrazione, la folla oceanica che si raccoglie – spiega Matteo -. Questo mi fa pensare al messaggio forte che i giovani in questi giorni stanno lanciando all’Europa in prenda a molte tensioni, ma anche al mondo intero: testimoniano unità, condivisione, la voglia di vivere un futuro bello. Questo è uno dei valori più grandi che io mi porto a casa e penso che anche i giovani lo respirano”.

Foto © Matteo Santini

La luce dei giovani: da Lisbona a tutto il mondo

Al termine di un convegno sulla cura del creato che si è svolto a Lisbona, i giovani hanno redatto un Manifesto nel quale si impegnano ad avere consumi più sobri, a fare più attenzione al loro stile di vita, a sprecare di meno e a riciclare di più. Ancora una volta ci dimostrano che sono loro, la nuova generazione che porta avanti la lotta per aiutare il nostro Pianeta. Inoltre, hanno lanciato un appello a tutti i governi affinché non ci sia più commercio di armi e si metta fine a tutte le guerre. Un desiderio quello di questi ragazzi che da ogni parte del mondo si sono messi in cammino per incontrarsi a Lisbona che rispecchia la domanda che Papa Francesco ha rivolto all’Europa e all’Occidente: “Verso dove navighi, se non offri percorsi di pace, vie creative per porre fine alla guerra in Ucraina e ai tanti conflitti che insanguinano il mondo? E ancora, allargando il campo: quale rotta segui, Occidente? La tua tecnologia, che ha segnato il progresso e globalizzato il mondo, da sola non basta; tanto meno bastano le armi più sofisticate, che non rappresentano investimenti per il futuro, ma impoverimenti del vero capitale umano, quello dell’educazione, della sanità, dello stato sociale”. Gli appelli che questi giovani hanno lanciato sono “espressione di una voce mondiale, un segnale forte di speranza che non si riflette solo nelle loro parole ma è una luce che illumina i loro volti”, conclude Matteo. Una luce carica di testimonianze che da Lisbona irradia in tutto il mondo.

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