Hate speech, al Senato oggi (Giornata mondiale per la tolleranza) audizione per l’indagine conoscitiva. Per hate speech o discorsi d’odio si intendono espressioni d’intolleranza rivolte contro delle minoranze. Un fenomeno sempre più presente nella società globalizzata. Una piaga in buona parte legata alla comunicazione online. In Italia opera una commissione parlamentare straordinaria. Si occupa del contrasto dei fenomeni di intolleranza. Razzismo. Antisemitismo. Istigazione all’odio. E alla violenza.
Giornata senza odio
In Parlamento è in corso un’indagine conoscitiva. Sulla natura. Le cause. E gli sviluppi recenti del fenomeno dei discorsi d’odio. Con particolare attenzione alla evoluzione della normativa europea in materia. Sono in agenda alcune audizioni. Oggi la commissione ascolta, alle 12, in videoconferenza, Grazia Naletto e Paola Andrisani. Rappresentanti dell’associazione “Lunaria”. E, alle 13, il professor Roberto Virzo. Ordinario di Diritto internazionale e di Diritto dell’Unione europea all’Università degli Studi del Sannio. Le Nazioni Unite, osserva la fondazione Openpolis, hanno elaborato un piano d’azione contro l’hate speech. Con l’obiettivo di individuarne le ragioni profonde. Anche socio-economiche. E contrastare la proliferazione del fenomeno. Valorizzando il counter-speech. Promuovere attività di advocacy. Sviluppando strategie a sostegno delle vittime.
Consiglio d’Europa
Secondo il Consiglio d’Europa il “discorso d’odio” è l’insieme di tutte le forme di espressione che diffondono. Incitano. Sviluppano. O giustificano l’odio razziale. La xenofobia. L’antisemitismo. E altre manifestazioni di odio basate sull’intolleranza. Su un aggressivo nazionalismo ed etnocentrismo. Sulla discriminazione. Sull’ostilità contro le minoranze. I migranti. E i popoli che traggono origine dai flussi migratori. Dalla raccomandazione europea ai governi è nata una campagna contro l’istigazione all’odio online. Mirata in particolar modo ai giovani. E la commissione Ue ha varato un codice di condotta per il contrasto all’hate speech in Rete. sottoscritto dalle maggiori piattaforme di social media.
In Italia
In Italia l’articolo 406bis del codice penale punisce la “propaganda e l’istigazione a delinquere“. Per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa”. Una norma introdotta originariamente dalla legge 654 del 1975. Con cui è stata ratificata la Convenzione contro il razzismo. Adottata dalle Nazioni Unite nel 1966. E poi modificata dalla legge Mancino nel 1993. Più recentemente la legge 71 del 2017 ha introdotto disposizioni a tutela dei minori. Per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. Sono incluse misure di carattere educativo e formativo. Lo scopo è favorire una maggior consapevolezza tra i giovani. Riguardo al disvalore di comportamenti persecutori. Che generano spesso isolamento ed emarginazione. Portando a conseguenze anche molto gravi sulle vittime. Soprattutto quelle in situazione di particolare fragilità. Il tema dell’hate speech rientra implicitamente in varie norme dell’ordinamento italiano. Innanzitutto la Costituzione. Nei suoi principi fondamentali. E in tutta la parte prima (Diritti e doveri dei cittadini: articoli 13-54).
Sos intolleranza
Nell’Ue le rilevazioni di Openpolis registrano la crescita di sentimenti di odio. E di discriminazione verso lo straniero. A ciò tende ad affiancarsi l’insofferenza verso decisioni politiche percepite come imposte dall’estero. In particolare l’odio verso i migranti si associa a quello verso l’Unione europea. E verso le sue istituzioni. Viste come responsabili della situazione. E al contempo ritenute incapaci di trovare soluzioni. Ciò malgrado l’Unione europea non ha abbia competenze per intervenire in materia di migrazioni. E nonostante siano proprio gli stati nazionali a bloccare il necessario processo di rinnovamento delle regole comunitarie.
Giornata tutto l’anno
Dove la qualità dell’informazione è bassa, proliferano la discriminazione e l’odio verso il diverso. Uno studio Swg testimonia il legame tra “hate speech” e affidabilità delle notizie in Rete. Per rispondere a questa esigenza è nata la sezione HATE SPEECH del sito di Openpolis. Realizzata con la onlus Oxfam Italia. L’obiettivo è mettere di nuovo al centro i fatti. Dare voce e liberare il potenziale collettivo di azione dei molti cittadini italiani. Intenzionati a combattere l’incremento dell’intolleranza. Dell’odio. E del razzismo. Generato dalla disinformazione. Un osservatorio in particolare sulle dinamiche di diffusione delle fake news legate ai fenomeni della migrazione. Della diversità. Dei diritti. Ma anche uno strumento di partecipazione attiva dei cittadini. Con il canale interattivo #CHECKNEWS. Una piattaforma con cui si possono segnalare informazioni. E contenuti trovati on line su questi temi. Chiedendo di verificarle. Affinché ogni data del calendario sia la Giornata per la tolleranza.