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Giornata Sollievo, Perrotta (OPBG): “Curiamo il dolore dei bimbi anche se inguaribili”

bambino ospedale

Foto di Aditya Romansa su Unsplash

Oggi, nell’ultima domenica di maggio, ricorre la XXII Giornata Nazionale del Sollievo. Promossa annualmente dal Ministero della Salute, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e dalla Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti onlus, la Giornata è finalizzata a promuovere e testimoniare la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale di chi sta ultimando il proprio percorso vitale – non potendo più giovarsi di cure destinate alla guarigione – o di chi soffre di dolore cronico o acuto in ogni altra fase della vita.

La sofferenza fisica è un tema particolarmente delicato ad ogni età e specialmente se a soffrire sono i bambini. In questo caso, il dolore del minore può destabilizzare l’intero nucleo familiare. Per tale motivo, dinanzi a un bambino malato, ad essere presa in carico è tutta la famiglia, genitori in primis. Non sempre infatti è possibile guarire, ma si può sempre affrontare la malattia con dignità e alleviando le sofferenze che essa comporta, fisiche e morali che siano.

Per l’occasione, Interris.it ha intervistato la dottoressa Daniela Perrotta, responsabile dell’Ambulatorio di terapia del dolore dell’ospedale pediatrico della Santa Sede, il Bambino Gesù (OPBG).

L’intervista alla dottoressa Perrotta (OPBG)

Di cosa vi occupate nell’Ambulatorio di terapia del dolore dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù?

“Gli ambulatori di terapia del dolore presenti nelle varie sedi dell’Ospedale Bambino Gesù sono stati istituiti tantissimi anni fa e si occupano principalmente del trattamento del dolore cronico nei pazienti che provengono dalle varie unità operative dell’ospedale. In contemporanea, è presente in ambulatorio anche un pool di medici che si occupa del trattamento del dolore in acuto, vale a dire nel momento che il bambino o il ragazzo [l’ospedale pediatrico della Santa Sede segue i pazienti fino ai 18 anni e oltre, ndr] è ricoverato in ospedale per procedure mediche o chirurgiche”.

Qual è l’obiettivo del trattamento del dolore?

“Più che di trattamento del dolore bisognerebbe parlare di cura del dolore, perché non sempre è possibile guarire i bambini. Il nostro obiettivo è migliorare la qualità della vita anche quando non è possibile far guarire il piccolo paziente. Sia durante il periodo del ricovero in ospedale, sia dopo, nel ritorno alla quotidianità a casa”.

Qual è la definizione per dolore cronico e acuto?

“Il dolore acuto è legato a una proceduta chirurgica o a una patologia che si sta svolgendo in un periodo di vita preciso del paziente. In questo caso, il nostro approccio è principalmente di tipo farmacologico. Il dolore cronico si instaura in una condizione di patologia cronica, dunque di lunga durata e dalla quale non è possibile guarire. E’ dunque un dolore che si accompagna alla malattia di base che bisogna continuare a curare per tutta la vita”.

Quanti pazienti seguite?

“Nell’ambulatorio di terapia del dolore facciamo in media sei visite al giorno. Seguiamo circa 200 bambini come trattamento cronico in ambulatorio. Per ogni seduta ambulatoriale abbiamo due posti liberi per i nuovi pazienti. Facciamo infatti anche tante nuove visite. Seguendo pazienti con trattamenti che vanno avanti per anni, è infatti necessario lasciare sempre dei posti liberi per i nuovi arrivati. Abbiamo circa 5 o 6 nuovi pazienti al mese”.

Qual è la patologia o le patologie che trattate più frequentemente?

“L’avvento del Covid-19 ha portato dei cambiamenti. Nel periodo post Covid infatti abbiamo avuto un forte incremento di pazienti con una patologia cronica specifica: la fibromialgia. Questa si caratterizza per dolori muscolari diffusi in assenza di segni di infiammazione. E’ in pratica un dolore non precisamente localizzato, una sorta di ‘malessere doloroso’ che richiede un trattamento importante e che interessa soprattutto gli adolescenti. Per tali motivi, la cura si inserisce in un percorso interdisciplinare, condiviso anche con i pediatri, i neuropsichiatri e gli psicologi. Nel periodo Post Covid abbiamo registrato un aumento importante di casi di fibromialgia e certamente questo non è casuale. Probabilmente il lungo periodo di isolamento che hanno vissuto i ragazzi ha acuito questa sorta di malessere generalizzato che poi si manifesta e si localizza come una sintomatologia dolorosa vera e propria. I casi più frequenti indipendentemente dal Covid sono i pazienti cronici con patologie complesse che presentano ad esempio dolore cronico da posizioni ortostatiche non corrette; o esiti di scoliosi. Quindi manifestano dolori legati alla patologia di base”.

Qual è l’importanza della Giornata Nazionale del Sollievo?

“Questa è una Giornata molto importante perché aiuta le persone a comprendere che spesso, come dice Papa Francesco, non tutte le malattie possono essere guarite, ma tutte possono essere curate, anche quelle inguaribili. Molto spesso i pazienti con patologie croniche non sanno dove rivolgersi perché non c’è né la competenza né la consapevolezza della sofferenza che sta vivendo il paziente. Mentre qui, presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, è fondamentale dare un sollievo. Non solo al paziente, ma anche ai familiari che lo accompagnano. Noi che lavoriamo con i bambini abbiamo infatti scelto consapevolmente di lavorare con più soggetti diversi allo stesso tempo: curiamo il minore ma seguiamo anche i suoi genitori. Dinanzi alla malattia di un bambino, infatti, va alleviato il dolore di tutta la famiglia”.

Milena Castigli: