Il 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’Acqua, un’occasione per ricordarci dell’importanza di questa risorsa che, sfortunatamente non è in finita. Ma le persone sono consapevoli di quanto l’acqua sia importante perla nostra sopravvivenza? “Nonostante i tanti segnali d’allarme, la maggior parte della popolazione mondiale sembra non aver compreso l’importanza di un corretto uso delle riserve mondiali di acqua dolce. Il rischio deriva dal fatto che, da un lato, la popolazione mondiale sta aumentando in modo esponenziale, ma dall’altro le riserve di acqua dolce facilmente disponibili stanno diminuendo rapidamente – ha dichiarato il dottor C. Alesandro Mauceri, segretario nazionale della Scuola Nazionale d’Ambiente, intervistato da Interris.it -. Eppure, sembra che molti paesi, anche quelli più ‘sviluppati’, incontrino difficoltà a capire la gravità della situazione: si va da forme di consumo smodato a casi di cattiva gestione delle riserve idriche. Basti pensare che, secondo i dati Agenzia Europea per l’Ambiente, in Italia, la media nazionale delle perdite, ovvero la differenza tra l’acqua che esce dai punti di raccolta di acqua potabile e quella che arriva ai singoli utenti, supera il 42 per cento. In un momento in cui l’aumento delle temperature medie ha già messo in crisi i bacini idrici, questo non dovrebbe essere ammissibile e si dovrebbero trovare soluzioni diverse da misure palliative come il ricorso ai dissalatori. Anche in altri paesi, le politiche legate ai consumi idrici, sia reali che virtuali, sono fuori controllo e, a lungo andare, non potranno non causare problemi”.
L’intervista
Dottor Mauceri, il tema dell’edizione 2025 è “Conservazione dei ghiacciai” che sono fondamentali per la vita. A causa dei cambiamenti climatici, il ritiro dei ghiacciai è sempre più frequente e rapido. Come tutelare i ghiacciai?
“Quale che sia la causa (antropica o naturale), è innegabile che le temperature medie globali stanno aumentando. Una delle conseguenze più evidenti di questo fenomeno è lo scioglimento dei ghiacciai. Il punto è che circa il 70 per cento dell’acqua dolce della Terra esiste sotto forma di neve o ghiaccio. È questo il motivo che ha portato gli esperti delle Nazioni Unite a dedicare la Giornata mondiate dell’Acqua 2025 ai ghiacciai: il loro ‘stato di salute’ è uno dei segnali più evidenti del fatto che è necessario agire rapidamente e a livello globale (le poche azioni di pochi piccoli Stati purtroppo non servono a molto). Del resto gli effetti dei cambiamenti in atto sono sotto gli occhi di tutti: lo scioglimento dei ghiacciai causa una considerevole riduzione delle riserve globali di acqua dolce e in un mondo sempre più popolato e sempre più ‘assetato’ (la domanda di acqua dolce sta crescendo più rapidamente dell’aumento della popolazione mondiale), non poter disporre delle riserve di acqua dolce “conservate” nei ghiacciai è preoccupante. Secondo i dati del WMO, nel 2023, i ghiacciai hanno perso più di 600 gigatonnellate – miliardi di tonnellate – d’acqua dolce, la più grande perdita registrata in 50 anni. Il ghiaccio sciolto finisce nei fiumi e poi in mare dove, una volta mescolato all’acqua salata, non è più utilizzabile rapidamente (a meno di ricorrere ai dissalatori e purificatori che hanno un costo considerevole e inquinano). Ma non basta. Una fetta rilevante della popolazione mondiale – quasi 2 miliardi di persone – dipende direttamente dall’acqua dei ghiacciai e dal ciclo dell’acqua che li riguarda: lo scioglimento delle nevi e i fiumi che scendono dalle montagne sono essenziali per la vita di tantissime persone. (UN-Water/UNESCO). C’è un altro aspetto da non sottovalutare”.
A cosa si riferisce?
“Lo scioglimento sempre più rapido dei ghiacciai (e il fatto che non si rigenerino naturalmente) è una delle cause dell’innalzamento del livello dei mari. Già oggi, secondo le stime dell’IPCC, il livello del mare è mediamente circa 20cm maggiore rispetto agli inizi del XX secolo. Per denunciare questo fenomeno, nel 2022, i rappresentati dello Stato di Tuvalu (un piccolo paese insulare del Pacifico) presero parte ai lavori della COP27 parlando da remoto con l’acqua del mare che li sommergeva fino al ginocchio. Fu un modo plateale per denunciare gli effetti dell’innalzamento delle acque a causa delle emissioni di CO2. Una scena che finì sulle prime pagine di tutti i media. Molti furono i sorrisi, poche le azioni che seguirono. Rising sea levels force Tuvalu to move to the Metaverse: COP27 speech La realtà è che, già oggi, molte metropoli mondiali rischiano di essere sommerse dal mare: in Indonesia il governo ha già avviato il trasferimento della capitale Giacarta che rischia di essere invasa in buona parte dal mare”.
Uno degli obiettivi principali della Giornata mondiale dell’acqua è quello di sostenere la realizzazione dell’obiettivo di sviluppo sostenibile n. 6: acqua e servizi igienici per tutti entro il 2030. Un gol che il mondo riuscirà a fare o siamo ancora molto lontani?
“Ormai è certo che la maggior parte degli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile non potranno essere raggiunti entro il 2023 (e alcuni forse non lo saranno mai). Tra questi l’Obiettivo 6 che prevede di garantire per tutti gli abitanti del pianeta accesso all’acqua potabile (a costi ragionevoli) e ai servizi igienico sanitari. I sotto obiettivi del target 6 sono pieni di belle parole e propositi incoraggianti: ‘garantire prelievi e approvvigionamento sostenibili di acqua dolce per tutti e ridurre sostanzialmente il numero di persone che soffrono di carenza idrica’ (SDG 6.4), ‘aiutare i paesi in via di sviluppo con programmi per la raccolta dell’acqua, la desalinizzazione, l’efficienza idrica, il trattamento delle acque reflue, le tecnologie di riciclaggio e riutilizzo’ (SDG 6.7), ‘consentire a tutti, entro il 2030, l’accesso a servizi igienico-sanitari adeguati ed equi e porre fine alla defecazione all’aperto’ (SDG 6.2). La realtà è che, a fronte di qualche piccolo miglioramento, ancora oggi, più del 40 per cento della popolazione globale non ha accesso costante e sicuro all’acqua potabile. E, per assurdo, questa percentuale non sta diminuendo: anzi aumenta anno dopo anno. Oltre 1,7 miliardi di persone vivono in bacini fluviali dove l’utilizzo d’acqua eccede la sua rigenerazione. Oggi, 2,4 miliardi di persone non hanno accesso a servizi igienici di base (come WC o latrine). La conseguenza è che più dell’80 per cento delle acque di scarico prodotte da attività umane finiscono nei fiumi o in mare senza passare attraverso sistemi di depurazione adeguati. Ogni singolo giorno, almeno mille bambini muoiono a causa di malattie diarroiche legate all’acqua e all’igiene. Malattie e morti che sarebbe possibile evitare (Papa Francesco ne parlò nell’enciclica Laudato Sii). Qualche anno fa, per cercare di migliorare la situazione, OMS e UNICEF lanciarono il programma WASH (acronimo per water, sanitation and hygien ovvero acqua, sanità e igiene). Water, sanitation and hygiene (WASH) Ancora una volta, nonostante gli immani sforzi compiuti, i risultati appaiono insufficienti”.
Vuole fare una sua conclusione?
“Di fronte a tante belle parole e a grandi programmi, l’accesso all’acqua potabile rimane uno dei problemi più preoccupanti. Gli sforzi di coinvolgere i giovani per far comprendere a tutti l’importanza dell’acqua non ha avuto il successo sperato. Nel 2025, per il terzo anno consecutivo è stato pubblicato un bando rivolto ai più giovani: l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) e la Global Water Partnership (GWP) hanno lanciato un concorso globale integrato per finanziare progetti innovativi guidati da giovani che rafforzino la resilienza ai pericoli legati all’acqua e la gestione integrata delle inondazioni e della siccità nell’ambito dell’iniziativa Early Warnings for All. Il bando per la presentazione delle istanze si è chiuso pochi giorni fa, (il 16 marzo). Purtroppo i partecipanti sono stati pochi e per lo più provenienti da paesi dove la carenza idrica non è una previsione ma una realtà. L’unica considerazione che ci sentiamo di fare è che, se per gli effetti delle emissioni di CO2 c’è chi cerca ancora di negare la realtà, per l’acqua dolce (e potabile) è impossibile fingere di non capire che la situazione è ormai critica. Lo dimostra il fatto che nell’ultimo periodo sono sempre più frequenti le guerre per l’acqua. GUERRA ALL’ACQUA: un libro denuncia di Mauceri E che da qualche anno c’è chi cerca di trasformare l’acqua in un bene quotato in borsa”.