Ricorre il 5 Giugno la Giornata mondiale dell’Ambiente. Una giornata speciale in cui rimettere al centro del pensiero sociale la cura del pianeta, intraprendendo azioni concrete. Tema scelto dall’ONU per Giornata di quest’anno sarà il “Ripristino degli Ecosistemi”. L’obiettivo è quello di prevenire, fermare e invertire i danni inflitti agli ecosistemi del pianeta, nell’ottica di passare dallo sfruttamento della natura, alla sua guarigione.
Abbiamo intervistato chi di ambiente si prende cura tutto l’anno, e precisamente il FAI, Fondo Ambiente Italiano. La fondazione senza scopo di lucro è nata nel 1975, sul modello del National Trust, con il fine di tutelare e valorizzare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano. A ispirarne la fondazione fu Elena Croce, figlia del filosofo Benedetto Croce.
Alle nostre domande hanno risposto Daniele Meregalli – Responsabile FAI Ambiente e Sostenibilità, e Costanza Pratesi – Responsabile FAI Paesaggio e Patrimonio.
- Giornata Mondiale per l’Ambiente, che cosa intendiamo quando parliamo di “ambiente”?
“Il FAI ha dedicato il suo ultimo Convegno nazionale svoltosi a marzo proprio ad un approfondimento del concetto di ambiente. Oggi tutti parlano di ambiente, sostenibilità, transizione ecologica e, tuttavia, non c’è spesso chiarezza sul significato di questi termini e troppo spesso vengono banalizzati. L’ambiente – soprattutto in un paese come l’Italia – è un sistema complesso e il FAI ha voluto lanciare una sfida sostenendo che esso è l’unione di storia, cultura, natura e società in un fitto sistema di relazioni: è l’ambiente dell’uomo, come titola la prima conferenza di Stoccolma nel 1972 delle Nazione Unite, in cui nasceva la tematica ambientale. L’ambiente è quindi il “tutto” che ci circonda in un intreccio indissolubile tra storia e natura che non sono separabili, ma che sinergicamente evolvono e costruiscono un mosaico infinito e complesso. L’azione del FAI si muove pienamente nell’ottica della sostenibilità ambientale, laddove nessun aspetto viene trascurato e ogni azione muove nell’ottica della sostenibilità ambientale, ecologica, culturale e sociale”.
- Quali sono gli interventi che il FAI promuove per la tutela del patrimonio ambientale italiano?
“Per il FAI vale il principio ‘realizziamo quello che sosteniamo’ e quindi la tutela del patrimonio ambientale italiano è attuata dal FAI anzitutto con l’impegno diretto nei suoi Beni per la tutela di tanti diversi ecosistemi, dagli alpeggi ai boschi alle coste. I Beni sono anche dei laboratori, in cui sperimentare la gestione sostenibile delle risorse. Sono tanti gli esempi, uno tra tutti Podere Case Lovara a Punta Mesco (SP), nel Parco delle Cinque Terre, che opera sia in autosufficienza energetica, con un sistema di pannelli fotovoltaici e accumulo con batterie, sia idrica, grazie ad un sistema complesso che recupera le acque piovane, le depura e, dopo l’uso, diventate acque grigie o nere le rimette in circolo trattate per gli usi non potabili. Coerente con queste azioni nei suoi Beni, il FAI promuove anche diversi eventi che hanno al centro la tutela del patrimonio italiano, senz’altro storico architettonico ma sempre più anche naturale. Ad esempio, il censimento biennale in cui i cittadini votano i loro ‘Luoghi del Cuore’, oppure le Giornate FAI di Primavera e di Autunno con cui il FAI apre ai cittadini tanti luoghi meravigliosi del nostro Paese. Al centro c’è sempre il racconto, perché la tutela di un luogo spesso parte dalla conoscenza del suo valore”.
- Perché è importante un’azione culturale di valorizzazione del patrimonio, oltre che quella pratica di “manutenzione”?
“La Convenzione di Faro, recentemente ratificata anche dall’Italia, afferma che ogni cittadino ha non solo un diritto all’accesso e al godimento del patrimonio, ma anche il dovere di difenderlo, tutelarlo per le prossime generazioni e di promuoverlo e valorizzarlo. La conoscenza è la base fondamentale della tutela, per questo la valorizzazione assume un rilievo importante, perché diffonde conoscenza. Questo è poi il cuore dell’attività del FAI che si esprime concretamente nell’azione dei Beni che restauriamo e gestiamo, come in tutte le attività finalizzate alla partecipazione, all’educazione e alla promozione del patrimonio culturale italiano. La valorizzazione del FAI, inoltre, è sempre più indirizzata a trecentosessanta gradi, nella nostra narrazione infatti si parla di storia, di arte, di cultura, ma anche di scienza, di biologia, zoologia, agronomia e di ecologia”.