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Giani presidente delle Misericordie d’Italia. Al servizio dei sofferenti l'”angelo custode” di tre papi

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Domenico Giani, dal servizio di tre papi a quello dei sofferenti. L’ex comandante della Gendarmeria vaticana e ora presidente di Eni Foundation descrive a Interris.it il compito che lo attende. Alla presidenza della Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia. “Le Misericordie hanno quasi otto secoli di grande patrimonio storico. E una presenza capillare e strutturata in larga parte del territorio nazionale– spiega Domenico Giani a Interris.it-. Oltre 800 sedi in Italia, 100 mila volontari, migliaia di giovani del servizio civile, 800 mila soci. Il patrimonio umano è la più grande ricchezza delle Misericordie”. Le Misericordie, nate a Firenze nel 13° secolo, sono una delle più antiche associazioni di volontariato della storia. L’elezione è avvenuta durante l’assemblea nazionale delle Misericordie d’Italia. Con oltre l’85% dei voti.

Giani accanto a tre papi

Domenico Giani è laureato in pedagogia all’università di Siena. E in Scienze della sicurezza economico-finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata. È stato professore a contratto alla facoltà di Scienze dell’investigazione dell’università dell’Aquila. E ha collaborato nel tempo con la cattedra di psicologia sociale degli atenei di Siena ed Urbino. Nel corso della carriera è stato insignito di oltre trenta onorificenze, italiane vaticane e straniere. Coniugato, con due figli, ha sempre coniugato il ruolo professionale con l’impegno negli ambiti di volontariato, di interesse sociale, civile e umanitario. Ha iniziato, adolescente, a fare volontariato alla Misericordia di Arezzo. E ne è stato anche  presidente dei probiviri. Oltreché responsabile dei volontari della Croce rossa italiana al comitato di Genova. E incaricato dei rapporti internazionali della Comunità Giovanile del Sacro Cuore di Arezzo. Cofondatore di “Rondine, Cittadella della Pace”, associazione impegnata per la riduzione dei conflitti armati nel mondo. Ha costituito la “Fondazione San Michele Arcangelo” per costruire ospedali in Kenya e Siria. Ha collaborato ai progetti della Comunità Giovanni XXIII contro la tratta di esseri umani. E della Fondazione Santina Onlus per la creazione di pozzi di acqua nel Kurdistan iracheno. Ha maturato una lunga esperienza nella Guardia di Finanza e nell’intelligence. Operando in delicati settori tecnico-operativi. Nel 1999 è entrato nella Gendarmeria vaticana come vice-comandante e ha guidato il corpo dal 2006 al 2019. Ha curato il coordinamento e gli aspetti di sicurezza con tre papi (Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco). In Vaticano. In oltre ottanta viaggi apostolici. Nelle visite pastorali in Italia. E nella gestione dei grandi eventi. Come i funerali di Karol Wojtyla e il Giubileo straordinario.

Legalità  e trasparenza della Misericordia.

Come sempre nel suo servizio alle istituzioni, alla guida delle Misericordie d’Italia Domenico Giani impronta la sua missione a “trasparenza e legalità”. Senza mai confondere rispetto e impegno per la legalità con giustizialismo. Evidenzia Giani: “Ognuna delle 800 Misericordie d’Italia ha patrimonio e struttura legati a un territorio. E’ una prossimità che può contare su quasi otto secoli di storia. La ricchezza sia nel volontariato di persone che si fanno prossime a chi ha più bisogno. Nella pandemia le Misericordie hanno risposto in un duplice modo. Nella prima fase è stata una risposta di tipo medico e assistenziale attraverso le ambulanze e le strutture sanitarie. Insieme ad una risposta nell’ambito sociale. Con la vicinanza agli anziani, alle persone sole e con disabilità. C’è stato il contrasto alla solitudine e all’isolamento. Attraverso attività e progetti come il progetto Hope, speranza, ma in questo caso anche ‘casa della persona’. Per passare dall’io al noi e svolgere così anche una catechesi sanitaria. In aiuto alle persone più bisognose. Con la creazione di punti solidali dove gli indigenti possano trovare non solo cibo gratuito ma vicinanza. Alle ‘case del noi’ si può bussare per necessità materiali e immateriali“.

Pil dell’uomo

“Oltreché del Pil dell’economia- sottolinea Giani-. Alle istituzioni serve un altro misuratore del benessere, non solo in termini economici. E cioè il Pil dell’uomo, per capire ciò di cui l’umanità non può fare a meno. Alle Misericordie abbiamo una rete antiusura. Nella quale operano professionisti specializzati, ex direttori di banca per liberare dagli strozzini chi per esempio a 50 anni perde il posto del lavoro e non sa più come sopravvivere“. E prosegue Giani: “Con le case del noi mettiamo al centro le persone, per realizzare quel nuovo umanesimo del quale parlano il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e papa Francesco. Le Misericordie vogliono essere presenti dove c’è bisogno. La persona va messa al centro. Anche con un processo pedagogico e di formazione“. E’ questo il compito di chi ha servito le istituzione ed è stato accanto a tre pontefici. Ora il servizio di Giani continua nel solco di una storia lunga otto secoli. “Nella prossimità  al sofferente le Misericordie sono un soggetto intermedio nella società, non sono un partito ma una realtà che si pone al servizio degli indigenti. Operiamo tra le persone che soffrono e le istituzioni”.

Missione solidale

“Il ruolo delle Misericordie in Italia è stato determinante per il sostegno alla popolazione, lo ha fatto seguendo i valori di carità, gratuità, di rispetto dell’essere umano e della sua dignità- puntualizza Giani-. In quest’anno le sorelle e i fratelli delle Misericordie d’Italia non si sono mai tirati indietro. Nonostante le comprensibili paure di entrare a contatto con il virus e portarlo nelle proprie case, nelle proprie famiglie. Non solo: il numero dei volontari che ogni giorno si sono presi cura della popolazione, durante la pandemia, è cresciuto. Molte persone infatti hanno deciso di mettersi a servizio degli altri. Indossando i nostri colori giallo-ciano, spinti dalla volontà di donare il proprio tempo e il proprio impegno alla comunità. E’ questo il patrimonio più grande delle Misericordie: il patrimonio umano”. Grazie alla forza del patrimonio umano hanno lanciato un nuovo modello di gestione quello della sanità di prossimità. “Di fronte ad un virus aggressivo che produce l’isolamento incondizionato dagli altri per settimane, il mondo del volontariato ha retto- osserva Giani-. Ha conquistato nel territorio il risultato fondamentale di non lasciare indietro nessuno. Anche laddove il sistema sanitario è stato completamente assorbito da una guerra dura e aspra combattuta dentro gli ospedali per salvare vite umane”.
Giacomo Galeazzi: