Gaza-epicentro delle tensioni: le radici del conflitto israelo-palestinese

Nel libro "Ottobre nero" l'analisi dell'escalation mediorientale secondo Stefano Piazza

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Gaza City (@ hosny salah da Pixabay)

All’origine della tragedia di Gaza.“Ottobre nero. Il dilemma israeliano da Hamas all’Iran” è il titolo del nuovo saggio di Stefano Piazza, giornalista svizzero e docente universitario esperto di sicurezza e fondamentalismo islamico. Il libro, pubblicato da Paesi Edizioni, esplora la tragedia che ha investito Israele prima e la Palestina dopo, ad opera dei terroristi di Hamas. Il saggio non intende essere un’esegesi del conflitto storico tra ebrei e musulmani. Né tantomeno assegnare colpe indistinte. Ma piuttosto offrire una distinzione chiara dei fatti, evitando generalizzazioni. Il titolo stesso, “Ottobre nero”, richiama volutamente a Settembre nero, l’organizzazione terroristica palestinese degli anni Settanta, responsabile di dirottamenti aerei e attentati culminati con la strage di 11 atleti israeliani nel 1972 alle Olimpiadi di Monaco di Baviera. Stefano Piazza, giornalista svizzero, esperto di sicurezza e fondamentalismo islamico, è docente universitario. Scrive di affari esteri per quotidiani e riviste. Cura anche i podcast “Occhi sul terrorismo” e “Le Regine del Crimine”. Per Paesi Edizioni ha pubblicato come co-autore “Allarme Europa” (2017), “I semi del male” (2020), “Il centravanti e la Mecca” (2022). 

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Gaza. Foto di Mohammed Ibrahim su Unsplash

Gaza in fiamme

“Il contenimento iraniano inizia da una vittoria a Gaza”. sostiene il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Secondo il quale “dobbiamo fare tutto ciò che è possibile per impedire agli iraniani di entrare in possesso dell’atomica” perché “se l’ottenessero, stravolgerebbero il Medio Oriente e poi l’Europa”. E, incalza, “il regime ha un’ideologia precisa“. Ovvero “sottomettere il mondo intero al suo Islam sciita estremista”. “I mullah sfidano la nostra civiltà”, incalza, convinto che “la maggior parte dei cittadini in Occidente” abbia “capito che in gioco c’è la nostra civiltà, basata sulla libertà e sulla tolleranza”. Dopo il piano di Joe Biden per un cessate il fuoco a Gaza, Netanyahu ribadisce che “abbiamo accettato un cessate il fuoco temporaneo, per liberare gli ostaggi“. Ma “Hamas si rifiuta di accettarlo perché esige un cessate il fuoco permanente che lascerà quei terroristi padroni di Gaza. Pronti a reiterare massacri come quello del 7 ottobre 2023″. E “nessun governo responsabile lo accetterebbe”. Per il “prossimo futuro”, Netanyahu dichiara a Repubblica che “Israele dovrà mantenere il controllo della sicurezza, dal Giordano al mare“. Perché “se abbandonassimo il controllo che abbiamo sulla Giudea e la Samaria, l’Iran se ne impossesserebbe subito, tramite Hamas o altri gruppi islamisti“. “Occorre che voi occidentali capiate bene che questa è una guerra di civiltà – dice – Israele è in prima linea. La sua vittoria contro il terrorismo sarà anche la vostra”.

Foto di Emad El Byed su Unsplash

Sos terrorismo

Allarme terrorismo anche in Europa. In Germania, nel campo “dell‘islamismo/terrorismo  islamista“, c’è “un potenziale di persone pressoché stabile” a quota 27.200 (l’anno prima, nel 2022, era di 27.480.individui). L’Europa però, “e quindi anche la Germania“, sono “sempre più nel mirino delle organizzazioni terroristiche jihadiste, soprattutto dell’Ispk” (lo Stato Islamico nella Provincia del Khorasan). A lanciare l’allarme è il ministero dell’Interno tedesco che sintetizza il rapporto annuale del Verfassungsschutz, i servizi segreti interni tedeschi. “La minaccia del terrorismo islamista in Germania e per gli interessi e le strutture tedesche nel mondo è aumentata ulteriormente dopo l’attacco terroristico di Hamas contro Israele”, viene aggiunto. “Sia l’Isis che ‘al-Qaida’ hanno preso spunto dagli eventi in Medio Oriente per incitare al ‘Jihad’, la Guerra santa islamica. Intanto Fiamma Nirenstein è stata nominata “consigliera speciale per la lotta contro l’antisemitismo” del ministero degli Esteri di Israele. Giornalista da lungo tempo, ex vicepresidente della Commissione affari esteri della Camera dei Deputati, oramai da molti anni in Israele, Nirenstein è stata scelta dal ministro Israel Katz per la sua figura di “autrice rispettata e senior speaker specializzata in antisemitismo, nel conflitto in Medio Oriente, nella storia dell’Islam, nel terrorismo e nei diritti umani”.

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Foto di Diana Polekhina su Unsplash

Allarme antisionismo

Una “posizione su base volontaria”, ha spiegato Katz che rende merito a una figura nota per le sue lunghe battaglie contro l’antisemitismo e l’antisionismo. “Sono molto felice – afferma Nirenstein – di seguitare a dare anche nel ruolo di consigliere volontario il mio contributo nella lotta contro l’antisemitismo. Da decenni, con l’insegnamento di Bernard Lewis e Robert Wistrich, ho discusso in pubblico e scritto decine di articoli e saggi su come l’odio per gli ebrei, sempre portatore di catastrofi mondiali, si sia trasformato in demonizzazione e persecuzione di Israele”. “Oggi – ha proseguito – questo fenomeno è arrivato alla dimensione di un pericolo strategico contro il quale tutti i Paesi che amano la libertà e la democrazia devono unire le forze, perché l’aggressione è violenta e terribile come ha dimostrato il pogrom del 7 ottobre, seguito da un inaspettato tsunami di antisemitismo che ha invaso le istituzioni e le piazze”. “Contro questo, sono onorata se potrò dare al ministro degli Esteri israeliano il mio modesto contributo. Farò del mio meglio, come sempre, per affrontare – ha precisato – il mostro”. Nirenstein è stata deputata con il Pdl dal 2008 al 2013 e già nel 2011 fu indicata – ha ricordato il ministero degli Esteri a Gerusalemme – come “una dei 50 ebrei più influenti al mondo”. Fiorentina di nascita, Nirenstein era stata proposta nell’agosto del 2015 a futura ambasciatrice di Israele in Italia da Benyamin Netanyahu, ma rinunciò all’incarico l’anno dopo.