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Msf, a Gaza in pericolo il soccorso medico. Allarme della Santa Sede

Gaza

Gaza come punto di caduta delle tensioni del Medio Oriente. Spirano venti di guerra nella regione: sullo sfondo lo scontro mortale tra Israele e Iran. A Gaza una delle sfide più grandi che il personale medico deve affrontare è la difficoltà di trasferimenti sicuri di pazienti presso strutture sanitarie. “In questo momento le ambulanze non possono essere utilizzate perché vengono colpite dagli attacchi aerei” afferma Darwin Diaz, coordinatore medico di MSF a Gaza. Gli ospedali sono sovraffollati dai feriti e mancano farmaci, dispositivi medici e carburante per i generatori. Medici senza frontiere chiede a tutte le parti in conflitto di rispettare la neutralità delle strutture mediche, dei veicoli e del personale sanitario.

Violenza feroce

“Seguo con apprensione e dolore quanto sta avvenendo in Israele. Dove la violenza è esplosa ancora più ferocemente provocando centinaia di morti e feriti”, ha detto domenica papa Francesco all’Angelus. “Gli attacchi di armi si fermino, per favore – ha aggiunto -, e si comprenda che il terrorismo e la guerra non portano ad alcuna soluzione. Ma solo alla morte di tanti innocenti. La guerra è una confitta, è sempre una sconfitta”. Il Pontefice invita a pregare “perché ci sia la pace in Israele e in Palestina“. L’attacco di Hamas contro lo Stato ebraico sta “mettendo ancora più in pericolo le fragili speranze di pace che sembravano delinearsi all’orizzonte anche con l’accordo con l’Arabia Saudita”, osserva il segretario di Stato vaticano. Il cardinale Pietro Parolin è intervenuto all’incontro promosso dalla rivista Il Regno a Camaldoli su “La terza questione cattolica”. Anche in Medio Oriente come in Ucraina, “gli sforzi diplomatici non sembrano avere risultati“. Per questo “dobbiamo unirci tutti in una preghiera corale per la pace”, ha evidenziato il cardinale Parolin. “L’Europa non può accettare che si ritorni a un sistema che ridisegna i confini con la forza“, ha affermato il porporato. La sua relazione sul tema “L’Europa come orizzonte di pace” ha concluso a Camaldoli il percorso di studio di quattro giorni della rivista Il Regno. Su “La terza questione: la Chiesa, i cattolici e l’Italia”.

Sos Gaza

Il quadro è impressionante. Persino le ambulanze, dunque, vengono colpite dagli attacchi arerei. Mancano farmaci, dispositivi medici e carburante per i generatori. “Le strutture sanitarie hanno bisogno di medicinali e attrezzature mediche a causa dei molti pazienti feriti– avverte Ayman Al-Djaroucha, vice coordinatore di MSF a Gaza-. Gli ospedali sono sovraffollati, c’è carenza di farmaci e di dispositivi medici, manca anche il carburante per i generatori”. Msf sta donando medicinali e dispositivi sanitari alle strutture ospedaliere. E nel nord della striscia di Gaza, team Msf forniscono cure chirurgiche e di degenza presso l’ospedale di Al-Awda. Dove la capacità di capienza è stata elevata ad un massimo di 26 posti letto. In vista dell’aumento dell’afflusso di feriti. “Ci prendiamo cura dei pazienti che vengono trasferiti da noi in condizioni stabili”, riferisce Jean Pierre. Aggiunge il responsabile delle attività mediche di Msf a Gaza. “Si tratta di persone con ferite da arma da fuoco. E da schegge, che hanno colpito in modo casuale sia gli arti superiori che inferiori delle vittime”. Le autorità hanno riferito che al momento a Gaza ci sono oltre 2.200 feriti e più di 300 morti. Tra cui 20 bambini. In Israele i morti sono oltre 600, i feriti più di 2.000.

Allarme pellegrini

Anche l’Opera diocesana Pellegrinaggi di Torino sta seguendo costantemente e attentamente la situazione in Israele. In particolare con il Ministero degli Esteri italiano, con i Consolati di Tel Aviv e Gerusalemme, la Custodia di Terra Santa e la sua agenzia corrispondente in Israele. “È in corso il pellegrinaggio di un nostro gruppo (27 persone) che si trova in Galilea e quindi in zona non coinvolta dagli scontri. In base dell’evolversi della situazione valuteremo la soluzione migliore per la salvaguardia e tutela dei nostri pellegrini. Compresa la cancellazione del viaggio. E il rientro in sicurezza dei nostri pellegrini– spiega Don Massimiliano Giancarlo Arzaroli, presidente dell’Opera diocesana Pellegrinaggi di Torino-. Al momento in via prudenziale sono sospese tutte le partenze per Israele–Territori Palestinesi fino a nuova disposizione. Preghiamo il Dio della pace perché tocchi i cuori dei responsabili degli scontri per farli desistere. Affinché quanto prima torni la pace e cessino le sofferenze delle popolazioni coinvolte“.

Appello del Patriarca

“Siamo in una emergenza molto grave. E temo che si arriverà alla guerra”, afferma all’agenzia dei vescovi italiani Sir il patriarca latino di Gerusalemme. Il cardinale Pierbattista Pizzaballa analizza l’attacco sferrato da Hamas, con 5mila razzi lanciati, dalla Striscia di Gaza verso il sud e il centro di Israele (Tel Aviv e Gerusalemme comprese). I miliziani palestinesi, penetrati in vari modi in territorio israeliano, hanno anche fatto ostaggi tra i civili e i militari israeliani. “Siamo davanti ad una situazione molto grave scoppiata improvvisamente, senza troppi preavvisi– sottolinea il porporato-. È una campagna militare da ambo i lati, molto preoccupante per le forme, per le dinamiche e per l’ampiezza. Si tratta di novità molto tristi. La presa di ostaggi israeliani, fenomeno in nessun modo giustificabile, non farà altro che favorire una maggiore aggressività da ambo i lati. Soprattutto da parte israeliana”.

Soluzione necessaria

Il patriarca rivolge poi lo sguardo alla piccola comunità cristiana gazawa. Poco più di mille fedeli dei quali solo un centinaio cattolici. Appartenenti all’unica parrocchia latina della Striscia, dedicata alla Sacra Famiglia. Il cardinale incoraggia “i cristiani della Striscia, impauriti. Sappiano che, come sempre, non saranno lasciati soli e che questo è un momento in cui dobbiamo essere uniti più mai”. Un ultimo appello lo rivolge alla comunità internazionale: “Deve ritornare a prestare attenzione a quanto accade in Medio Oriente. Gli accordi diplomatici, quelli economici non cancellano un dato di fatto. Esiste una questione israelo-palestinese che ha bisogno di essere risolta e che attende una soluzione”.

 

Giacomo Galeazzi: