Una delegazione di quattro componenti della Consulta delle ragazze e dei ragazzi dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (AGIA) ha partecipato, nei giorni scorsi, all’Assemblea generale, organizzata a Bruxelles dalla Commissione europea, per il lancio della EU Children’s Participation Platform, la piattaforma europea per la partecipazione dei minori.
Durante l’Assemblea generale, i minori hanno discusso con adulti e tra di loro di importanti questioni sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza; hanno inoltre approfondito la conoscenza dell’Unione europea (Ue) e le modalità con le quali possano farne parte e contribuire a disegnare il futuro e l’indirizzo della stessa piattaforma di partecipazione. Al termine della due giorni, sono state stilate delle conclusioni.
Interris.it ha approfondito le necessità dei ragazzi emerse a Bruxelles intervistando la dottoressa Carla Garlatti, titolare dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza AGIA.
L’intervista alla Garante Carla Garlatti
Cosa e qual è il contributo della piattaforma di partecipazione della Commissione UE?
“La piattaforma europea per la partecipazione dei minori (EU Children’s Participation Platform) è un luogo virtuale creato per permettere agli under 18 di esercitare il diritto di essere ascoltati dalle istituzioni europee e di partecipare alle scelte che li riguardano. Attraverso questo strumento i ragazzi possono collegarsi e fare rete anche con i coetanei appartenenti ad altri stati membri, allacciando amicizie e condividendo idee. Proprio durante i lavori a Bruxelles è stato sottolineato come i ragazzi sono sì il futuro, ma anche il presente”.
Quanti sono stati e che età avevano i partecipanti?
“Sono stati circa 60 i ragazzi tra i 9 e i 17 anni che sono arrivati a Bruxelles da tutta Europa, quattro dei quali della delegazione AGIA, insieme a esponenti di governi nazionali e organizzazioni che lavorano con i minori. Sono stati rappresentati in tutto 16 Paesi della Ue, Italia compresa”.
Quali sono state le tematiche maggiormente sentite dai ragazzi che hanno partecipato?
“I ragazzi dell’Agia hanno partecipato a tutte le attività in cui si è articolato l’evento di lancio della piattaforma, sia durante le due sessioni plenarie, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni europee, sia in occasione dei gruppi di lavoro. Tra i temi affrontati durante l’assemblea vale la pena ricordare la salute mentale, l’inclusione, gli spazi di partecipazione e l’esigenza di avere scuole più adeguate ai bisogni degli studenti”.
Perché la rappresentanza Agia ha scelto il tema della povertà infantile?
“La decisione di partecipare ai lavori del sottogruppo sulla povertà infantile e child-guarantee è stata frutto di un’autonoma valutazione dei singoli ragazzi e non risponde a un’indicazione proveniente dall’Agia. Si tratta di una scelta che si può considerare come un segnale, proveniente da questi giovani, circa l’esigenza di proporre e fare qualcosa di concreto per chi non ha la fortuna di avere accesso ai servizi dei quali i loro coetanei possono usufruire e, più in generale, non ha il loro stesso tenore e modello di vita”.
Quali conclusioni sono state tratte dall’incontro?
“All’esito della due giorni i ragazzi hanno indicato una serie di argomenti sui quali orientare il lavoro della piattaforma nei prossimi due anni, suggerendo anche le modalità in cui farlo. Nel farlo hanno già anticipato idee su come promuovere la partecipazione dei minorenni specie nei Paesi dove ancora essa non è presa in adeguata considerazione, sulla salute mentale con iniziative per contrastare lo stigma nei confronti di chi si ammala, sugli strumenti per far comprendere agli adulti l’emergenza climatica, su iniziative in tema di violenza e povertà. È inoltre emersa l’importanza delle consulte nazionali, come quella di Agia, ed è stata espressa l’esigenza che la piattaforma di partecipazione non si limiti soltanto al livello europeo ma si estenda anche a livello internazionale. E, come è emerso anche nella recente consultazione dell’Agia ‘Il futuro che vorrei’, occorre fare in modo che i giovani siano coinvolti già oggi nei processi decisionali”.