“Per descrivere il contesto in cui ci troviamo, penso a una cultura poco amica, se non nemica, della famiglia, centrata com’è sui bisogni del singolo, dove si reclamano continui diritti individuali e non si parla dei diritti della famiglia”. E’ quanto ha detto Papa Francesco intervenendo agli Stati generali della Natalità che si è svolto nei giorni scorsi a Roma sottolineando il fatto che stiamo vivendo in un “clima sociale in cui metter su famiglia si sta trasformando in uno sforzo titanico, anziché essere un valore condiviso che tutti riconoscono e sostengono – ha aggiutno il Pontefice -. Sentirsi soli e costretti a contare esclusivamente sulle proprie forze è pericoloso: vuol dire erodere lentamente il vivere comune e rassegnarsi a esistenze solitarie, in cui ciascuno deve fare da sé. Con la conseguenza che solo i più ricchi possono permettersi, grazie alle loro risorse, maggiore libertà nello scegliere che forma dare alle proprie vite. E questo è ingiusto, oltre che umiliante“.
La Giornata internazionale della famiglia
Ogni 15 maggio, si celebra la giornata internazionale delle famiglie, giunta alla sua 30esima edizione, un’occasione per diffondere una maggiore consapevolezza a livello globale in merito ai processi sociali, economici e demografici che coinvolgono le famiglie nel mondo. Sul sito dell’Onu Italia si legge: “Le famiglie in tutto il mondo stanno cambiando, molte diventano più piccole, con l’aumentare del numero di famiglie monoparentali. Attualmente, il 65% di tutte le famiglie è composto da coppie che convivono con figli di qualsiasi età o da coppie che convivono con entrambi i bambini e da membri della famiglia allargata, come i nonni”.
“Scegliamo la vita”
E a sostegno della famiglia e della vita in tutte le sue stagioni, ossia dal concepimento fino alla morte naturale, torna dopo lo stop a causa della pandemia, la marcia “Scegliamo la vita“. “Una manifestazione per la vita a 360 gradi ma anche un grande raduno di associazioni, famiglie, cittadini. Insomma un’occasione per tornare a far sentire la propria voce, insieme, dopo i due anni difficili della pandemia” spiegano gli organizzatori, Massimo Gandolfini e Maria Rachele Ruiu, rispettivamente presidente del Family Day e membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia. L’appuntamento è per sabato 20 maggio a Roma. Il corteo partirà da Piazza della Repubblica alle ore 14 per arrivare a Piazza San Giovanni. Una grande festa che si concluderà con il concerto della rock band The Sun.
L’intervista
Per capire come in questi ultimi 30 anni è cambiato il panorama famigliare, di cosa hanno bisogno le famiglie italiane, Interris.it ha intervistato il professor Massimo Gandolfini, leader del Family Day.
Professore, quest’anno si celebra la 30esima edizione della giornata internazionale delle famiglie. Qual è l’importanza di questa occasione?
“In questo momento storico ha un valore fondamentale. E’ in generale importante ricordare la famiglia come l’asse portante della società, il perno attorno alla quale si può costruire una società con grandi valori, come quello dell’educazione, della libertà, della giustizia, della condivisione e della solidarietà. E’ il luogo dove le nuove e future generazioni imparano e vivono questi valori. Oggi, in modo particolare, è importante sottolineare la famiglia come culla della vita, soprattutto in questo momento in cui l’Italia vive in un inverno demografico sempre più gelido. Sostenerla ed aiutarla in questo senso ha un valore enorme”.
Come è cambiato negli ultimi 30 anni il panorama familiare?
“Negli ultimi anni si è instaurata una vera e propria battaglia contro la famiglia. Faccio mie le parole di Papa Francesco in occasione del suo viaggio in Georgia, nel 2016, quando affermò che era ‘in atto una guerra mondiale’ contro le famiglie e contro il matrimonio. Dal punto di vista civile, il primo attacco contro avvenne nel 1970 con l’istituzione della legge sul divorzio. Un altro colpo micidiale fu assestato nel 1978 con la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza. Anche leggi successive – come sulla procreazione medicalmente assistita – hanno portato avanti un continuo e progressivo sgretolamento ed erosione dell’istituo familiare. E’ chiaro che se la famiglia viene resa sempre più fragile e vulnerabile, a pagarne le conseguenze è l’intera società. Ci sono Paesi del nord Europa, o agli Stati Uniti, che hanno permesso il disgregamento di questa istituzione, oggi si trovano in condizioni terribili”.
Nel settembre del 2015, incontrando le famiglie durante il suo viaggio apostolico a Cuba, Papa Francesco ha detto: “Le famiglie non sono un problema, sono prima di tutto un’opportunità”. Cosa significa?
“L’opportunità è quella di ricostruire la compattezza e la funzionalità del tessuto sociale. Aiutare le famiglie significa fare il welfare, il vero stato sociale. La famiglia è un ammortizzatore sociale di una potenza incrdibile, sia per le nuove sia per le passate generazioni. Pensiamo alle disabilità, alle malattie cognitive… il nucleo familiare era la risposta sociale migliore a queste problematiche che, una volta messa da parte la famiglia, sono diventate dei grandi problemi sociali, anche dal punto di vista economico, ai quali lo Stato, nella maggioranza dei casi, non è in grado di dare una risposta. Il vero corpo intermedio che sostiene la società o l’unico ammortizzatore sociale che funziona concretamente è rappresentato dalla famiglia”.
Cosa dovrebbe fare il governo per aiutare tutte le famiglie?
“Le politiche sociali sono importanti, ma vorrei fare una premessa. La prima grande riforma da mettere in campo riguarda le politiche culturali: bisogna rimettere al centro dell’interesse della Nazione il valore della famiglia, come luogo di genitorialità, di relazione fra generazioni diverse, un luogo insostituibile di educazione civile, culturale e morale. Bisogna tornare alle sue radici e al suo valore, quale società naturale, luogo di conservazione della vita. Naturalmente, non è sufficiente questo, è necessario un sostegno economico. Negli ultimi decenni, parliamo dal dopo guerra ad oggi, la famiglia è stata la vera ‘Cenerentola’ dei programmi economici. L’ultimo vero sostegno risale al 2010, all’ultimo governo Berlusconi, quando ministro era Giovanardi. Dopo di che, un vero piano strutturale non è mai stato fatto. Ci sono stati degli aiuti, dei bonus, ma bisogna costruire una politica economica strutturale che aiuti la famiglia: vuol dire un fisco fatto su misura, incremento degli asili nido, un sostegno alla natalità e alle famiglie numerose, i contributi figurativi per cui una mamma può andare in pensione in età inferiore a quella prevista dalla legge a secondo del numero dei figli che ha. A ragion veduta possiamo affermare che, anche nei Paesi in cui il welfare famigliare è decisamente migliore rispetto all’Italia, un effettivo e significativo incremento della natalità non si è verificato perché in contemporanea non è stata fatta una buona riforma culturale del ruolo e dell’importanza della famiglia”.