āNoi,Ā accogliendo il desiderio del nostro fratello Domenico Sorrentino, arcivescovo di Assisi Nocera Umbra Gualdo Tadino, e di molti altri fratelli dellāepiscopato, molti fedeli, dopo aver avuto ilĀ parere della Congregazione delle cause dei Santi, con la nostra autoritĆ apostolica,Ā concediamo che il Venerabile Carlo Acutis, laico, che con lāentusiasmo della giovinezza coltivĆ² lāamicizia con GesĆ¹, mettendo lāEucaristia e la testimonianza della caritĆ al centro della propria vita,Ā dāora in poi sia chiamato BeatoĀ e cheĀ sia celebrato ogni annoĀ nei luoghi e secondo le regole stabilito dal Diritto,Ā il 12 ottobre,Ā giorno della sua nascita al cielo. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Dato a Roma, al Laterano il 10 settembre 2020, ottavo del nostro Pontificato. Francesco Papaā. Sono le parole contenute nella lettera apostolica con la quale Papa Francesco ha autorizzato l’iscrizione nel numero dei Beati il Venerabile Servo di Dio Carlo Acutis.
L’influencer di Dio
Nella Basilica superiore di San Francesco di Assisi, il cardinale Agostino Vallini ha comunicato la beatificazione di Carlo Acutis. E’ stato definito “l’influencer di Dio”. In un’incontro nella parrocchia di San NicolĆ² di Fabriano, in provincia di Ancona, invitati dal parroco don Aldo Buonaiuto, la mamma Antonia Salzano e il papĆ Andrea Acutis, hanno testimoniato l’unicitĆ e la santitĆ quotidiana del figlio Carlo, morto a soli 15 anni per una leucemia fulminante il 12 ottobre 2006.
La vita (in breve) del beato Carlo Acutis
Carlo ĆØ nato ilĀ 3 maggio 1991 a Londra dove la famiglia viveva per motivi di lavoro di Andrea, corporate finance executive presso la banca dāaffari Lazard Brothers. Il bimbo venne chiamato come il nonno paterno, il proprietario di Vittoria Assicurazioni Carlo Acutis.Ā Andrea Acutis, in procinto di entrare nella dirigenza di Vittoria Assicurazioni, si trasferƬ con la famiglia a Milano a settembre, dove il giovane Carlo frequentĆ² la scuola elementare e media presso leĀ suore Marcelline, la parrocchia presso la chiesa di Santa Maria Segreta e il liceo classico pressoĀ lāIstituto Leone XIII, gestito dai Gesuiti.Ā Nel 2006 si ammalĆ² improvvisamente diĀ leucemia fulminante, a causa della quale morƬ il 12 ottobre, in soli tre giorni, presso lāospedale San Gerardo di Monza, dopo aver offerto le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa. Aveva 15 anni.Ā Fu sepolto secondo il suo desiderio nel cimitero di Assisi, dove rimase fino alla traslazione nelĀ Santuario della Spogliazione, sempre inĀ Assisi, dove si trova dal 6 aprile 2019.Ā Proclamato beato il 10 ottobre 2020, la sua memoria viene celebrata il 12 ottobre, giorno della sua morte.
La mostra sui miracoli eucaristici nel mondo
Il beato Carlo ha ideato e organizzato la mostra sui miracoli eucaristici nel mondo, con la collaborazione dellāIstituto San Clemente I Papa e Martire. Tale mostra, ospitata nelle parrocchie che ne fanno richiesta e presente anche online, ĆØ giĆ stata ospitata in tutti i cinque continenti: solo negli Stati Uniti dāAmerica in quasi 10.000 parrocchie; nel resto del mondo in centinaia di parrocchie e in alcuni tra i santuari mariani piĆ¹ famosi, come ad esempio FĆ”tima, Lourdes e Guadalupe. Ma anche in Cina, Medio Oriente, India, Africaā¦ in Nazioni non cattoliche o non cristiane.
L’intervista
In occasione del secondo anniversario della beatificazione di Carlo, Interris.it ha intervistato in esclusiva la mamma, Antonia Salzano Acutis.
Ad Assisi ĆØ stata inaugurata una mensa per i poveri inaugurata a suo figlio. Quali sono le iniziative che hanno un legame con il Beato Carlo Acutis?
“In questo ultimo anno sono nati molti gruppi di preghiera in diverse parti del mondo, gli hanno intitolato oratori, spazi per i poveri. La mensa aperta nella cittĆ dove si trova il corpo di mio figlio, ĆØ stata fortemente voluta da monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, sulle orme di Carlo e di quella che ĆØ stata la sua spiritualitĆ . Lui teneva molto ai poveri, a Milano aveva avviato una sorta di ‘caritas domestica’, regalava coperte, sacchi a pelo, si ĆØ fatto veramente prossimo, lui ha vissuto una vita normale, come ogni ragazzo, ma con una forte attenzione ai piĆ¹ deboli ai sofferenti. In lui non c’era quell’indifferenza che oggi sembra essere comune in tutto il mondo, assuefatto a queste tragedie. Spesso, nelle grandi cittĆ si vive come se indossassimo dei paraocchi: Carlo ha squarciato questo velo di indifferenza”.
Come era la vita spirituale di Carlo?
“Lui andava tutti i giorni a messa, aveva una grande vita di fede, quotidianamente faceva l’adorazione Eucaristica, pregava tantissimo. Partecipando attivamente alla scuola di Cristo, ha imparato a donarsi agli altri”.
Ci sono notizie di nuovi miracoli, guarigioni, attribuibili all’intercessione del Beato Carlo?
“Ovviamente, il Covid ha rallentato molto tutti i complessi meccanismi, come reperire la documentazione. A noi arrivano piĆ¹ o meno ogni due giorni le notizia di un possibile miracolo o di una possibile grazia. La speranza ĆØ quella che un miracolo venga riconosciuto per la canonizzazione. In questo tempo cosƬ difficile a causa della pandemia, della crisi economica e della guerra, sarebbe molto bello se si potesse arrivare alla canonizzazione di Carlo. Questo non lo dico come madre, ma come ‘un osservatore’, mi pongo al di fuori dell’ambito affettivo. Spero che mio figlio possa essere un grande aiuto per i giovani”.
Come seguire le orme di suo figlio?
“Per arrivare alla meta del cielo, come diceva Carlo, noi abbiamo a nostra disposizione l’essenziale, ossia i sacramenti, segno della grazia di Dio, che ci devono sostenere e nutrire nel cammino spirituale. GesĆ¹ ĆØ veramente presente in mezzo a noi e per quanti si ‘connettono’ con lui, con vero desiderio, la vita viene trasformata. Il mondo ci presenta tanti falsi modelli, ma ci distoglie da Dio. Carlo si ĆØ servito dei sacramente e, per me, in questo ĆØ profeta, perchĆ© ci richiama all’essenziale, alla vita incentrata su GesĆ¹ e il Vangelo, ci ricorda di vivere aperti al prossimo”.
Molto spesso, dai fatti di cronaca, sentiamo parlare dei problemi dei giovani: la violenza, il bullismo, l’uso di droghe. Se il Beato Carlo potesse parlare loro, cosa pensa direbbe?Ā
“Innanzitutto, ci ricorderebbe che la vita ĆØ molto breve e che ogni minuto che passa ĆØ un minuto in meno che abbiamo per santificarci. C’ĆØ una chiamata straordinaria per ognuno di noi, perĆ² ci direbbe anche di non sciupare il nostro tempo, che il vero successo ĆØ mettere Dio al primo posto, ci inviterebbe a farci aiutare in questo cammino da GesĆ¹ e di essere sempre uniti a lui. Nel giorno della sua prima Comunione mio figlio scrisse: ‘Essere sempre unito a GesĆ¹ ĆØ il mio programma di vita’. La meta ĆØ questa, non tutto il resto. Cerchiamo di connetterci con il cielo e di disconnetterci dai falsi ideali del mondo. Tutti possono farlo”.
Lei lo scorso anno ha scritto il libro “Il segreto di mio figlio”, edito da Piemme. Qual era il segreto di Carlo?
“Il segreto di Carlo era Dio al centro di tutto: lui ha fatto ogni cosa per Cristo, con Cristo e in Cristo. Ha scelto di mettere Dio al primo posto nella sua vita, da qui ĆØ iniziato tutto”.