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Fraternità e bene comune: i principi dell’imprenditoria cattolica

Papa Francesco, nel corso del suo pontificato, ci ha ricordato più volte l’importanza di orientare l’economia “in senso evangelico al servizio della persona e del bene comune” e ha poi rimarcato l’esigenza di “assicurare maggiori tutele lavorative per le donne e per i giovani”. L’attuazione di questi principi di economia sociale all’interno del mondo delle imprese, ogni giorno, di fronte all’acuirsi delle difficoltà economiche e sociali proprie del nostro tempo, diventa sempre più urgente.

L’azione dell’Ucid

Alla luce di ciò, l’Unione cristiana imprenditori e dirigenti, meglio conosciuta con l’acronimo di Ucid, fondata il 31 gennaio 1947, agli albori della Repubblica, e, ad oggi, annovera tra le sue fila tremila iscritti tra imprenditori, dirigenti e liberi professionisti iscritti e si propone di promuovere la testimonianza della Dottrina Sociale della Chiesa all’interno delle imprese e formare gli imprenditori stessi alla luce della morale cattolica.  Interris.it, in merito a questi temi e alle peculiarità del contesto imprenditoriale della Lombardia, ha intervistato l’ing. Aldo Fumagalli, presidente del Gruppo Lombardo di Ucid nonché affermato imprenditore discendente di una delle famiglie che, nel secondo dopoguerra, grazie all’opera di Peppino Fumagalli, hanno contribuito a dare vita ad un vastissimo patrimonio di impresa e cultura che ha lasciato un segno indelebile nella storia d’Italia.

Foto di sol su Unsplash

L’intervista

Presidente Fumagalli, quali sono le peculiarità del mondo imprenditoriale lombardo?

“Il mondo imprenditoriale lombardo è molto variegato e, inoltre, dal punto di vista della localizzazione, la Lombardia, è una terra fantastica. Ci sono dei tratti comuni tra la Brianza, Brescia e Bergamo, ma con alcuni distinguo. Ognuno è specializzato in diversi aspetti e/o prodotti e, il territorio nel suo complesso, non è omogeneo. La pianura permette grandi interscambi con il resto dell’Europa e, continuo a sostenere che, quelli che si verificano nella nostra regione, come il Guangdong e una parte della Westfalia, sono fenomeni ripetibili solamente con le stesse circostanze geografiche e di incrocio commerciale.”

Come si connota l’impegno di Ucid Lombardia per portare i valori della Dottrina Sociale della Chiesa all’interno del mondo delle imprese?

“Noi promuoviamo la Dottrina Sociale della Chiesa e l’esempio concreto all’interno delle nostre aziende. Attraverso il nostro essere buoni cristiani, alla guida di importati ed eccellenti imprese, cerchiamo di valorizzare quotidianamente la DSC. In Italia, con la presenza di numerose realtà imprenditoriali a conduzione familiare, tutto ciò è possibile perché, l’identità dell’azionista e del conduttore si vedono ancora. Ucid non è un’associazione di imprese ma di persone.”

(© PublicDomainPictures da Pixabay)

Nel periodo storico che stiamo vivendo stanno emergendo nuove fragilità sociali. In che modo, l’imprenditore cristiano, può essere prossimo alle comunità e alle persone in questo particolare momento?

“Premetto che, i diciassette punti cardine per lo sviluppo sostenibile promossi dall’Onu hanno promosso il principio dell’ESG, ovvero ‘Environmental, Social and Governance’ che indica i parametri per fare bene l’impresa, misurabili e stando sempre nel mercato. Tutto ciò però, ha il limite molto evidente di non dialogare con coloro che, del mercato, non fanno parte e, molto spesso, le fragilità emergenti, sono poste al di là di questo confine. Si prendano ad esempio le regole concernenti il cosiddetto ‘merito di credito’, le quali sono molto chiare e, per coloro che sono collocati nel mercato, si può sviluppare ma, al contrario, se una determinata fragilità ha posto fuori dal mercato, il denaro per l’impresa, non viene concesso. L’agire cristiano invece, di cui l’Ucid si fa portatore, si basa sul fatto che, ciò che possediamo, comprese le aziende, vengono amministrate per contribuire al perseguimento del bene comune.”

Christian Cabello

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